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Abitare a Roma nel Quattrocento: una bella casa come fonte di felicità

PALAZZO DELLA CANCELLERIA: stemma Della Rovere

Per comprendere le novità e il recupero della tradizione classica che caratterizzarono l’architettura civile rinascimentale, è opportuno partire dai trattati più studiati e utilizzati del tempo.
Vitruvio, grande architetto e scrittore vissuto nel I sec. a. C., pur essendo già noto nel Medioevo, viene riscoperto proprio nell’età dell’Umanesimo e riletto in una chiave più completa. L’architettura diviene un linguaggio e un veicolo di principi teorici, nella ricerca antiquariale soprattutto di ambito romano.
La cultura rinascimentale riscopre in Vitruvio non solo l’aspetto tecnico dell’opera architettonica, ma la componente filosofica e letteraria che lo sottende.
A Roma in età augustea domina la dottrina neopitagorica e Vitruvio ne dà una dimostrazione proprio nell’interpretazione della scelta dei materiali e delle forme. L’architettura comprende dunque diverse discipline dalla letteratura, al disegno, dalla geometria alla storia, dall’astrologia alla musica.
Nel testo vitruviano si parla di ordinatio, misura delle parti dell’edificio e proporzioni rispetto al modulo, dispositio, messa in opera delle parti con rispetto del concetto di armonia e simmetria e decoro, cioè la corrispondenza tra l’edificio e la sua destinazione simbolica.
In pratica l’architetto deve analizzare la natura del luogo e correggere il disegno, attraverso aggiunte o eliminazioni, per far apparire l’edificio perfetto, a partire dai cortili, dall’atrio, con particolare attenzione rivolta alla distribuzione ed esposizione degli ambienti interni, affinché la dimora diventi il macrocosmo rispetto al microcosmo che è l’uomo e ne echeggi l’armonia e l’equilibrio degli elementi.
L’artista che nel Quattrocento recupera e precisa tale impostazione teorica è Leon Battista Alberti che nel De re aedificatoria riprende il concetto di filosofia dell’architettura, sottolineando i criteri di solidità, comodità e bellezza come elementi in grado di incidere sulla qualità della vita personale e sociale del fruitore.
Egli parla di accordo proporzionale e musicale delle parti con il tutto e del rapporto tra edificio, ambiente e società. L’architettura deve dunque rispondere al concetto di necessità, comodità e piacere e l’edificio viene interpretato come un vero e proprio organismo. L’arte contribuisce dunque a rendere felice la vita dell’uomo, arricchendola di piacere e la casa è principio di coesione sociale e storica, in grado di abbellire la città e tramandare la ricchezza culturale del committente e della sua famiglia.
Utilitas, dignitas e amoenitas sono i principi che orientano le scelte dell’architetto e la diversità degli edifici è legata al suo proprietario. Mentre le dimore dei principi avranno un gran numero di stanze e queste saranno di grande ampiezza, le case dei privati dovranno essere più belle in sé, puntando alla sobrietà, senza ostentazioni di lusso.
Sulla base di tali concetti chiave osserviamo negli antichi rioni romani una notevole presenza di edifici del XV secolo che ci permettono di leggere l’evoluzione della dimora gentilizia, partendo dalla casa-torre medievale, esplicito rimando alle prevalenti esigenze difensive che dominavano le scelte architettoniche fino al Trecento ed oltre.
Un esempio significativo di tale evoluzione è costituito dal Palazzo Santacroce nel Rione Regola.
I Santacroce erano noti per le loro attitudini bellicose e la forte competizione con altre famiglie romane tale da aver indotto papa Sisto IV ad abbattere la loro originaria dimora, inducendoli ad allontanarsi dalla città.
Ma a quanto pare la famiglia non si dette per vinta e, durante il pontificato di Innocenzo VIII, tornarono a Roma per ricostruire un elegante edificio provvisto sempre di torre angolare.
Del resto lo stesso Alberti prevede, nelle dimore private, l’utilizzo di torri di vedetta a scopo difensivo. La particolarità del complesso risiede tuttavia nel rivestimento esterno dell’edificio con bugnato a punta di diamante. Il nome della famiglia è legato anche al Cardinale Prospero Santacroce che avrebbe portato dal Portogallo a Roma il tabacco noto con il nome di “erba santacroce”.

Abitare a Roma
Palazzo della Cancelleria: Cortile

Altro notevole esempio dei caratteri tipici dell’architettura rinascimentale romana è il Palazzo della Cancelleria. Commissionato dal Cardinale Riario, poi sede della Cancelleria Apostolica, fu progettato tra 1486 e 1496 sul modello toscano di edifici come Palazzo Rucellai dell’Alberti. Abbellito da colonne e materiali di spoglio, rappresenta un’evoluzione di grande raffinatezza nell’architettura civile del tempo.
La lunga facciata, il ritmo binario delle lesene, ma soprattutto l’armonia compositiva che tiene in considerazione i canoni nelle proporzioni e nei rapporti dei vari elementi con il tutto sono un chiaro riferimento al trattato di Leon Battista.
Ad illustrare altri aspetti tipici dell’edilizia civile del Rinascimento a Roma, contribuiscono le case con facciate graffite che rappresentano una cospicua presenza nel tessuto urbanistico della città.
L’uso di rivestire le mura dell’edificio con intonaco a graffito risale in realtà al XII secolo e aveva la funzione di proteggere e dare omogeneità a pareti irregolari, spesso frutto di inserimento di materiale di riuso e pertanto discontinui.
Tale pratica decorativa viene poi ripresa nel Quattrocento soprattutto con l’arrivo di maestranze toscane.
Già ampiamente utilizzata durante il pontificato di Niccolò V, vivrà il periodo di massimo splendore tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento selezionando motivi ed elementi decorativi pienamente in linea con il gusto antiquario dell’epoca e ottenendo un effetto di maggiore regolarità del tessuto murario.
Molti gli esempi ancora rintracciabili in Via dei Giubbonari, Via dei Cappellari, Via del Pellegrino e, ad un passo da Piazza Navona, nel complesso di Tor Millina, antica casa torre del XII secolo, appartenente alla famiglia romana dei Millini. Il complesso, trasformato in palazzo gentilizio di grande fascino ed eleganza, incarna perfettamente la metamorfosi della casa romana in bilico tra tradizioni medievali e novità rinascimentali.

Per informazioni sulla visita guidata vai al sito di Yes Art Italy

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Tiziana Bellucci

Tiziana Bellucci

Laurea in Lettere all’Università di Roma “La Sapienza”, con indirizzo storico-artistico. Ha svolto attività didattica e di ricerca come “Cultore della materia” per la Cattedra di Critica d’Arte, presso il Dipartimento di Storia dell’Arte della Facoltà di Lettere alla Sapienza. Guida turistica abilitata per Roma e provincia, da anni svolge attività di promozione culturale nell’area di Roma e nel territorio della Tuscia dedicando particolare attenzione agli aspetti della storia dell’arte medievale e rinascimentale. È docente di ruolo nella scuola pubblica.

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