La 57° edizione della Fondazione INDA (Istituto nazionale del dramma antico) al Teatro Greco di Siracusa si apre, a partire dal 17 maggio 2022, mettendo in scena l’Agamennone di Eschilo (458 a.C.), prima parte della trilogia Orestea che comprende le Coefore e le Eumenidi, e l’Edipo Re di Sofocle (415 a.C.)
La trama
Il dramma dell’Agamennone è ambientato nella reggia di Argo. Si attendono notizie dalla guerra, che arrivano. Attraverso un sistema di fuochi si annuncia la sconfitta di Troia. La sentinella sulla torre della reggia decide:
“Là. Benvenuta, fiamma nella notte! Vado, avverto con voce squillante la donna di Agamennone”
Maschera di Agamennone
La donna è Clitennestra, Eschilo fin dai primi versi la descrive come cuore di donna che agisce da uomo. Fremente nell’attesa. Si accinge ad assassinare il marito, per aver sacrificato la loro figlia Ifigenia affinché spirassero venti favorevoli per far salpare la flotta greca bloccata in Aulide alla volta di Troia. “La follia miserabile, infatti, coi suoi sconci pensieri -madre di crimini- accende i mortali”, commenta il coro. A nulla valsero le suppliche della fanciulla.
“Nulla contarono, per i potenti assorti in pensieri di guerra”
Agamennone entra in scena con Cassandra che vaticina l’incombente regicidio senza essere creduta. Viene uccisa insieme al re da Clitennestra che prende il potere insieme all’amante Egisto.
Clitennestra
Eschilo riesce a creare personaggi complessi. A tutto tondo. Clitennestra in primo luogo, nella cui virilità coesistono vendetta, ambiguità, inganno, dolore, sincerità. Odio assoluto contro il carnefice della figlia e amore per Egisto, il complice del massacro. Le sue parole nascondono doppie latenze. Ciò che prova all’annuncio del fuoco è gioia per la vittoria achea o perché il destino di morte di Agamennone si sta per avverare? Lo definisce cane custode del recinto, sartia sicura di nave, trave possente di un tetto slanciato. Intanto prima che scenda dal carro, per onorarlo, gli stende ai piedi drappi rossi: no, non sulla terra, principe, devi mettere il piede che seppe spianare Troia. A livello profondo la lettura rimanda alla scia di sangue che fra poco sarà versata.
La liquidità dei ruoli
Busto del celebre drammaturgo Eschilo
Quali considerazioni si possono trarre da tutta l’Orestea? Che i personaggi non hanno un ruolo prestabilito. Il carnefice e la vittima non sono sempre tali, si può passare dall’uno all’altro facilmente. Agamennone lacera Clitennestra sacrificando Ifigenia. Cadrà sotto i suoi colpi. Clitennestra a sua volta sarà uccisa da Oreste, che dovrà scappare davanti alla sua ombra. Non esiste frattura insanabile tra innocenza e crimine, sembra dirci Eschilo.
Cassandra
La schiava/amante di Agamennone sa che sta per essere uccisa. Davanti al coro esprime il suo profondo rimpianto, l’accorata nostalgia per l’acqua che sa di patria, lo Scamandro. Laggiù, sulle tue sponde, nutrita da te mi feci donna. Non le rimane che invocare una morte soave, che arrivi con un colpo preciso. Senza scarti di agonia. Senza fiotti di sangue.
Nel suo teatro non ci sono evanescenti comparse. Anche personaggi minori entrano nel dramma come elementi di un tutto. Come la sentinella che oscilla tra la gioia dell’annuncio e i cupi presentimenti.
Laureato in Filosofia, abilitato in Storia e Filosofia, già docente di ruolo nella secondaria di primo grado, ha superato un concorso nazionale per dirigente scolastico. Interessato alla ricerca pedagogico-didattica, ha contribuito alla diffusione della psicologia cognitiva scrivendo per le riviste “Insegnare” e “Scuola e didattica”. Appassionato da sempre alla critica letteraria e artistica, ha pubblicato molti articoli come giornalista pubblicista per “il Mattino di Padova”. Attualmente collabora con la “Tribuna di Treviso”.