ANDREA PINCHI presenta PROGRESSIO HARMONICA, COMITATO PER LA VITA “DANIELE CHIANELLI” – 21 giugno 2022, Perugia
“Rendi forti i vecchi sogni perché questo nostro mondo non perda coraggio”
Ezra Pound
In memoria di chi non c’è più, di chi ha vinto e di chi sta ancora lottando, un monumento alla speranza e alla fiducia in nome di quanti si impegnano ogni giorno contro le malattie, il dolore, la sofferenza.
Martedì 21 giugno, l’artista Andrea Pinchi presenta PROGRESSIO HARMONICA, un’opera installata presso la Sede del Comitato per la Vita “Daniele Chianelli” a Perugia.
Il progetto nasce il 2 aprile 2022, durante una chiacchierata con Leonardo Zampolini, organizzatore del Galà per il Comitato Chianelli che si terrà a Foligno il giorno successivo. L’artista conosce da anni l’attività del Comitato e ne ammira incondizionatamente lo spirito e
l’attività, sente che quello è il posto ideale per realizzare la sua opera.
PROGRESSIO HARMONICA è una grande installazione situata nella Residenza speciale dell’associazione adiacente all’Ospedale di Perugia, composta da una moltitudine di cuori-freccia che ascendono nel cortile, che si estende su una superficie di circa 540 mq.
Il Comitato per la Vita “Daniele Chianelli”
Il Comitato per la Vita “Daniele Chianelli” è una associazione onlus di volontariato che raccoglie fondi per la ricerca e la cura di leucemie, linfomi e tumori di adulti e bambini, fondata nel 1990 da un gruppo di genitori che aveva vissuto il dramma della malattia e, in alcuni casi, della perdita dei propri figli. Ospita gratuitamente i pazienti e i loro familiari presso il Residence “Daniele Chianelli”, struttura protetta per pazienti in cura ambulatoriale, a pochi metri dall’ospedale. Sostiene, assiste e promuove la cura dei malati e l’assistenza dell’intero nucleo familiare. Finanzia borse di studio per ricercatori, contribuisce all’acquisto di macchinari e apparecchiature.
In 32 anni ha donato oltre 14 milioni di euro. Attualmente, per un investimento di 4 milioni di euro, sta ultimando l’ampliamento del Residence con altri 20 alloggi, un asilo nido, una scuola materna e un nido d’argento.
Una progressione armonica di battiti alati
Il desiderio di Andrea Pinchi di donare una grande installazione all’Istituto nasce dall’esigenza di dare voce, allo stesso tempo al dolore e alla gioia, sentimenti antitetici ma generati con la stessa intensità da quelle anime mosse dalla speranza, che combattono ogni giorno per la vita
e che ci fanno comprendere che non bisogna mai perdere la speranza in ciò che è possibile.
L’incontro con Franco e Luciana Chianelli per l’autore è stato un momento di intensità memorabile ed uno stimolo a dare tutto sé stesso per concepire un’opera degna di quelli che definisce i “meravigliosi piccoli guerrieri di Luce” e dei loro familiari.
Il simbolo scelto da Pinchi è il cuore-freccia, da dieci anni una delle sue icone consolidate. Esso nasce dalla leggenda biblica di David e Golia e dalla scultura realizzata per la mostra “+50 Sculture in città” di Spoleto, a cura di Gianluca Marziani, all’interno della quale si trovava
il cuore di David, simbolo di coraggio.
Oggi possiamo ammirare settanta cuori-freccia in polistirolo espanso e resine acriliche, sospesi su cavi di acciaio al centro del cortile: l’intenzione dell’artista è quella di creare un ponte tra cielo e terra, un’unione tra angeli, un effetto di ascensione che evoca delle ali, collegamento ideale con il gabbiano, simbolo del Comitato stesso.
I cuori-freccia sono disposti su tre livelli e sono più grandi man mano che si sale dal basso verso l’alto. Più ci si allontana più i cuori aumentano di dimensione, così come aumenta l’intensità di un sentimento che va al di là delle distanze, tra cielo e terra, mantenendo quel legame indissolubile con chi non c’è più. È un ribaltamento della realtà fisica, ovvero il suo superamento. Da qui il titolo dell’opera, che è un riferimento all’arte organaria: è il nome di un registro di organo composto di molte canne combinate insieme che partono da suoni acuti per arrivare a quelli più gravi. Il parallelo più giusto per un’opera dove più si sale e più i cuori diventano grandi.
E anche i colori progrediscono di intensità: si parte da una sfumatura più chiara di azzurro che diventa progressivamente più intensa fino a raggiungere una tonalità piena come il blu del cielo. L’idea di sospensione dei cuori-freccia si ricollega idealmente al grande scultore Alexander Calder, amato dall’Autore fin dalla sua infanzia, dimostrando come la scultura possa essere gioiosa, esaltante, ottimista e al tempo stesso evocare significati profondi.
Chi entra in una struttura di questo tipo necessita di bellezza, sorrisi e positività. L’atteggiamento mentale è fondamentale, mettere da parte il dolore è l’esercizio più difficile; se perdi la speranza, perdi le possibilità.
L’opera di Andrea Pinchi è importante per la Comunità, come è importante sottolineare che il sacrificio di Daniele ha dato vita a una realtà che aiuta tante persone e, di fronte a un’opera così grande, Andrea Pinchi ha voluto fargli omaggio dando alla luce un’emozionante installazione che è simbolo di coraggio e un inno alla vita.
ANDREA PINCHI
Nasce nel 1967 in una famiglia di noti costruttori e restauratori di organi a canne. Inizia a dipingere da bambino con Nereo Ferraris (1911-1975), pittore piemontese, compagno della zia Maria Pia Pinchi, figura fondamentale per la sua formazione culturale ed artistica. Anche alla scultura lignea si avvicina molto presto grazie a Pietro Quagliarini che per molti anni aveva collaborato con suo nonno Libero Rino.
Tra il 1989 ed il 1996 è in contatto con Aurelio De Felice (1915-1996) dal quale accoglie il suggerimento ad intraprendere il suo viaggio nella ricerca del proprio mondo espressivo che lo conduce a quello che Maurizio Coccia definirà nel 2011 il Pincbau, ovvero la costruzione di opere attraverso il riutilizzo dei materiali provenienti da antichi organi musicali, cosa che avviene a partire dal 2005.
Nel 2014 decide di lasciare definitivamente l’arte organaria per dedicarsi a tempo pieno alla sua attività di artista trasferendosi a Roma nel già avviato studio di Piazza Campitelli. Il 2019 vede il suo ritorno alla pittura pura con il progetto delle “Città Invisibili” ispirato all’omonimo romanzo di Italo Calvino. Infatti, dopo le mostre alla Biblioteca Vallicelliana di Roma ed al Civico Museo L. Bailo di Treviso con opere tridimensionali, nell’ottobre-novembre dello stesso anno presenta la grande opera “Eutropia” al Museo Macro di Roma. Dal 2011 ad oggi ha esposto ad Aquisgrana, Bari, Basilea, Bruxelles, Como, Cracovia, Firenze, Madrid, Milano, Osaka, Palermo, Perugia, Prato, Roma, Spoleto, Treviso, Varsavia, Verona.
Ha partecipato alla 54 Biennale di Venezia ed a mostre istituzionali come quelle di Zwinglihaus a Basilea, al Museo Palazzo Collicola Arti Visive di Spoleto, Complesso Monumentale del Vittoriano, Biblioteca Vallicelliana e Museo Macro di Roma, Civico Museo Luigi Bailo di Treviso, Mazowiecki Instytut Kultury di Varsavia, Museo Riso di Palermo ed Istituto Italiano di Cultura di Cracovia.
Le sue opere sono in Fondazioni e Collezioni private a Bari, Basilea, Bonn, Bruxelles, Dubai, Firenze, Genova, Liegi, Madrid, Milano, New York, Padova, Palermo, Pisa, Roma, Spoleto, Teheran e Tenerife.
Le sue esposizioni sono state curate da: Marta Banci, Alessandra Bertuzzi, Francesca Briganti, Maurizio Coccia, Lauretta Colonnelli, Noemi De Simone, Vittoria Garibaldi, Lucia Genga, Roberto Gramiccia, Paulina Grubiak, Valentina Luzi, Roberta Macchia, Gianluca Marziani, Stefano Masi, Roberta Melasecca, Cristina Meregaglia, Fabio Milani, Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci, Irene Niosi, Matteo Pacini, Stephen Salmon, Vittorio Sgarbi, Floriana Spanò, Olga Strada, Claudio Strinati, Alessia Vergari.
Collabora con le gallerie Fornaciai Art Gallery di Firenze, Die Mauer di Prato, Borghini Arte Contemporanea di Roma, ADD-art di Spoleto.
Vive e lavora tra Roma e Bienne (Svizzera).