Giovanni Agosti, storico dell’arte e critico, presenta il libro “Giuliano Briganti – Roberto Longhi”
Un lungo e ininterrotto dialogo tra due intellettuali
Giuliano Briganti e Roberto Longhi, due mostri sacri e coppia eccezionale della storia dell’arte.
Il primo scomparso nel 1992 e il secondo nel 1970. Il primo gli dava del “lei” mentre il secondo gli dava del “tu”. E già qui si definiscono le linee di un rapporto di amicizia, stima, intesa, collaborazione (Briganti è stato assistente di Longhi a Firenze) durato moltissimi anni.
Di loro si legge che Longhi era il Maestro – straordinaria cultura, intelligenza e carisma, uno degli storici dell’arte più importanti del Ventesimo secolo – ma Briganti, spiccata personalità, indipendente e creativo, geniale spirito libero, non era l’allievo.
Un rapporto stretto ma, al contempo, di reciproca autonomia e indipendenza, che li vede vicini anche nel gestire la rivista “Paragone” della quale Briganti resta un importante componente fino al 1971.
A grande distanza dalla scomparsa di Giuliano Briganti, escono due splendidi libri, pubblicati da Archinto – Giuliano Briganti, Roberto Longhi, Incontri. Corrispondenza 1939-1969 – curato da Laura Laureati; e ora, appena uscita, l’antologia di scritti raccolti da Giovanni Agosti che, in quasi quarant’anni, Briganti ha dedicato al grande studioso, entrando nel merito della natura dei rapporti tra allievo e maestro.
I testi raccolti da Agosti coprono un ampio arco temporale dalla celebrazione di Longhi nel 1955 su “Fiera Letteraria”, fino ai molti interventi sulle pagine di “La Repubblica” dove Briganti ha scritto per decenni. In questo fitto e prezioso scambio di scritti c’è anche una novella “Le strade dell’Anatolia”, alcuni passi della quale sono stati letti nel corso dell’evento dall’attore Massimo Popolizio.
È la storia di un viaggiatore fantastico e stralunato al quale appare improvvisamente una figura affascinante e sfuggente che lui chiama Maestro. I personaggi sono Giuliano Briganti e Roberto Longhi e, in questa novella permeata dal sogno, si torna a percepire lo stretto rapporto tra i due intellettuali.
Il racconto, una invenzione di Giuliano Briganti, era un “regalo” per la moglie Luisa Laureati, ripubblicato ora nel libro. Ma era stato anche accluso al catalogo della mostra organizzata da Luisa nel 1989 alla Galleria dell’Oca con uno strano titolo:
…se una sera d’autunno un artista volesse inventare un oggetto da regalare…
Il commento di Briganti al suo racconto-regalo fu:
“un piccolo racconto dove non vi è altro insegnamento che quello offerto dalla libera fantasia”
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