Nel cuore della Suburra e lungo uno dei più affascinanti sentieri della Roma di età repubblicana, oggi via Urbana, si nasconde la piccola Chiesa di San Lorenzo in fonte. Essa si lega al ricordo di una delle esperienze – di vita e di fede – di San Lorenzo. Secondo la tradizione, qui sorse la casa del centurione Ippolito, luogo di prigionia di Lorenzo. Ci troviamo in uno dei distretti più poveri della Roma antica.
Diacono della chiesa, nato nella Spagna, fu uno dei martiri più amati, insieme a Santa Cecilia, dalla cittadinanza romana. L’Epistolario di Cipriano così riferisce: il papa Sisto II, sorpreso nelle catacombe, fu ucciso il 6 agosto del 258, durante la persecuzione di Valeriano, con i diaconi Felicissimo e Agapito. Mentre Lorenzo, arrestato perché consegnasse i supposti tesori della Chiesa, fu martirizzato il 10 dello stesso mese. Saremmo pertanto alla vigilia nel martirio.
Nei sotterranei del luogo di culto, oggi curato e ben gestito da un ordine monastico, si sviluppano i brani murari di una residenza di età romana. Adiacente zampilla una sorgente, ritenuta miracolosa, mediante la quale Lorenzo avrebbe battezzato un tale Lucillo, suo compagno di cella, e grazie alla quale si sarebbe convertito lo stesso Ippolito. Possibile un nesso con la Memoria Ippoliti che le fonti del IV secolo d.C. ubicano in questo quartiere di Roma. La connotazione barocca della navata non disturba il ricordo degli eventi legati alla persecuzione di Valeriano.
Un cenno infine al contesto topografico.
Siamo a due passi dalla Piazza della Madonna dei Monti. La casa di Ippolito si trovava nel malfamato e sporco quartiere della Suburra. Il toponimo, verosimilmente, stava ad indicare quelle aree di Roma immediatamente esterne all’abitato repubblicano. Ai margini dell’Esquilino abitavano i ceti più umili della società del tempo. Tra le catapecchie scintillavano i fuochi dei lupanari, amati da Messalina. È questa l’origine del triste termine che ancor oggi usiamo, “Suburra”, per indicare in ogni nucleo urbano le aree più buie e insalubri.
Monumento più rinomato è, certamente, il Muro della Suburra.
In opera quadrata di travertino e tufo, conservato per intero nella sua considerevole altezza di 33 metri, costituiva non solo il limite dell’area, così come la quinta dei fori di Augusto e di Nerva, ma garantiva un robusto scudo contro i non insoliti incendi che minacciavano l’Urbs. Ai piedi della salita del Grillo e, pertanto del Quirinale, svetta il primo muro tagliafiamme della storia.
Per informazioni sulla visita guidata vai al sito di Yes Art Italy
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