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Di isole e di monti

asdrubale
Asdrubale Mattei

Le famiglie romane importanti hanno segnato col loro nome la toponomastica cittadina, creando alcune volte delle indicazioni curiose come “isole” e “monti“. In particolare si usarono i termini “Monte dei Cenci” e “Isola dei Mattei” per indicare le parti della Città occupate da queste due potenti famiglie.

I Cenci occupavano la zona tra il Tevere e quello che secoli dopo sarà il Ghetto di Roma. Queste rovine romane furono probabilmente lo sfortunato teatro venatorio di Statilio Tauro, presto distrutto dal fuoco e mai più ricostruito.

Beatrice Cenci
Beatrice Cenci

Le origini, secondo i Cenci, risalivano a Marcus Cincius, un antico romano noto per aver introdotto una legge fiscale, e vantavano anche una parentela con Cincio Alimento, uno dei primi storiografi romani. Ovviamente la realtà è differente, la famiglia non è così antica, ma comunque era già nota prima del Mille, era un Cenci il papa Giovanni X (914-928) e nell’XI secolo sono ricordati i fratelli Paolo e Bernardo, che parteciparono alla prima crociata. Durante il Medioevo si mostrano attivi e bellicosi con posizioni antipapali, tanto da assistere all’abbattimento delle torri avvenuto nel 1106 ad opera di Callisto II.

Sanguinari e scellerati, rapirono Gregorio VII mentre diceva messa a Santa Maria Maggiore, ma l’inconveniente che li rese indimenticabili nella storia di Roma avverrà secoli dopo e renderà immortale la sventurata Beatrice, accusata di parricidio e condannata a morte col resto della famiglia.

Da Piazza Cenci si scorge la fortezza della dinastia, celata da palazzi di epoche successive. Una stretta e tortuosa viuzza conduce in cima al monte, dove si trovano la corte, la torre e la chiesa di famiglia dedicata a S. Tommaso. Una strada nell’altro lato della piazzetta, conduce a quella che nel medioevo era chiama Piazza Giudia.

isole e monti
Piazza Cenci

L’altro lato della zona del Ghetto, ora denominato Piazza Mattei, ma per tutti i romani nota come Piazza delle Tartarughe, sarà occupata a partire dalla secondo metà del Quattrocento dalla famiglia Mattei.

La famiglia Mattei nasce trasteverina, probabilmente discendente dai Papareschi. Le loro prime case sono ancora visibili a Piazza in Piscinula, verso il 1400 una parte si trasferì oltre Tevere nel rione Sant’Angelo.
Nel 1484 le case di Trastevere furono saccheggiate per ordine di Sisto IV, come punizione per via della loro alleanza coi Colonna.
Verso la metà del Cinquecento una sanguinosissima faida familiare culminerà nel 1555 con un bagno di sangue durante il matrimonio tra Gerolamo Mattei e la cugina Olimpia, che sancirà la scomparsa del ramo trasteverino.

Il ramo di Sant’Angelo, sempre più prospero, inizierà invece la costruzione di quella che diventerà l’Isola dei Mattei. Il primo dei palazzi sarà quello di Giacomo, che riutilizza edifici precedenti. In seguito il nipote omonimo, alla metà del Cinquecento, chiamerà l’architetto fiorentino Nanni di Baccio Bigio per una completa ristrutturazione; probabilmente allo stesso architetto sono attribuibili altri due palazzi dell’Isola, palazzo Mattei di Paganica e l’attuale Palazzo Caetani.

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Isola Mattei

Il fiore all’occhiello della “fortezza” sarà il meraviglioso palazzo Mattei di Giove, edificato tra il 1598 e il 1618 da Carlo Maderno per Asdrubale e famoso per il cortile, completamente decorato da statue e bassorilievi in marmo, incorniciato da soffitti affrescati da vari artisti, tra cui spiccano Pietro da Cortona e Giovanni Lanfranco. Asdrubale, grande mecenate, ospitò a palazzo per un periodo anche l’irrequieto Caravaggio.

Ospite illustre del palazzo sarà Giacomo Leopardi, legato ai Mattei per parte di madre, che si lamenterà col fratello Carlo della disagevole vita romana, ma soprattutto della difficoltà con le donne; dirà infatti:

“È così difficile il fermare una donna in Roma come a Recanati, anzi molto più, a cagione dell’eccessiva frivolezza e dissipatezza di queste bestie femminine, che oltre di ciò non ispirano un interesse al mondo, sono piene d’ipocrisia, non amano altro che il girare e divertirsi non si sa come, non la danno (credetemi) se non con quelle infinite difficoltà che si provano negli altri paesi”.

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Cristina Vuerich

Si è laureata con lode in Lettere, presentando una tesi in Etruscologia e ha frequentato con profitto i tre anni della Scuola di Specializzazione in Archeologia, in entrambi i casi presso l’Università di Roma “Sapienza”. Ha lavorato per molti anni in una libreria specializzata in archeologia e successivamente presso una casa editrice che si occupa di saggistica. Tramite queste attività ha avuto l’opportunità di essere costantemente aggiornata sulle novità riguardanti la Città Eterna. A partire dal 2001 ha portato avanti un'attività parallela come guida turistica, collaborando con agenzie operanti sul territorio, istituzioni e privati, in questa attività riversa tutta la sua passione, per comunicare la bellezza e l’importanza storica di Roma. Collabora con l'associazione Yes Art Italy ed è redattrice per BloggingArt.

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