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Teatro

Edipo Re al teatro greco di Siracusa

Edipo Re
Maddalena Crippa nel ruolo di Giocasta

ABSTRACT: Dal 18 maggio al 3 luglio 2022 va in scena al teatro greco di Siracusa l’Edipo re di Sofocle. La regia è di Robert Carsen. Il dramma per eccellenza come lo definisce Aristotele, dove il protagonista vive i due ruoli, dell’investigatore e del colpevole.

Il dramma

L’Edipo re di Sofocle non è un dramma ma Il dramma. L’opera fondamentale per Aristotele, che la giudica come l’esempio della perfetta tragedia. Per non dire di Freud che se ne appropria utilizzandola come guida per scavare negli abissi dell’Inconscio.

Edipo e la Sfinge
Jean-Auguste-Dominique Ingres, Edipo e la Sfinge – Louvre, Parigi. 1808

L’intreccio della storia è abbastanza noto. Edipo è diventato re di Tebe dopo aver risolto l’enigma della Sfinge:

“Qual è quell’animale che al mattino ha quattro zampe, a mezzogiorno ne ha solo due e la sera tre?”

“È l’uomo” risponde Edipo. “Da bambino si trascina sulle mani e sui piedi, diventato grande, cammina sui due piedi e infine da vecchio si appoggia sul bastone.”

Decretando così la morte della stessa Sfinge e la sua ascesa al trono. Ma ora Tebe è soffocata dalla peste. Come uscirne? A sentire l’oracolo, bisogna scoprire e punire l’assassinio di Laio, il vecchio sovrano della città. La verità è a portata di mano ma nessuno riesce a vederla.

Giuseppe Sartori
Giuseppe Sartori interpreta Edipo Re

La ricerca

Allora è lo stesso Edipo che inizia la devastante ricerca, per scoprire il colpevole come in ogni giallo che si rispetti, portando alla luce segreti inammissibili. Il passato emerge inesorabile fino a schiacciarlo, fino a mutilarsi auto accecandosi. È lui il criminale che ha ucciso il padre Laio e ha sposato la madre, la vedova Giocasta.

La tragedia affidandosi al mito configura la complessità dell’animo: un coagulo di passioni, di istinti inesorabili da sempre incuneati nella nostra specie. L’homo sapiens convive con l’homo demens.

Ancora Freud ha buon gioco a trasformare la maledizione di Edipo in un impulso impietoso, e a leggere in Apollo l’inconscio, che con le sue ambiguità oracolari ci conduce là dove non si dovrebbe.

Il regista

robert carsen a siracusa
Il regista Robert Carsen

Il regista ha confessato in un’intervista di aver letto il testo molte volte. Di averne scoperto la profonda umanità e anche il senso: cercare di capire e di accettare la vita. Che è completamente imprevedibile, perché dobbiamo confrontarci con eventi che non possiamo gestire. Che Edipo è in ciascuno di noi, accomunati nell’incessante ricerca di scoprire, in tutta la vita, chi siamo veramente.

Una tragedia di testo e non di azione, definisce ancora il regista la tragedia, che lo ha portato a concepire una scenografia urbana che mettesse in risalto la distanza sociale tra il triumvirato di potere: Edipo, Giocasta e Creonte, l’élite tebana e il popolo, che è sempre in scena. Quindi l’idea di una scala enorme sulla cui sommità è collocata la reggia.

Notevole la presenza fisica del coro, 80 persone, il numero più alto di sempre mi dicono, perché il coro rappresenta noi, il pubblico, chi ascolta, ha le sue reazioni a quello che avviene.

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Fausto Politino

Fausto Politino

Laureato in Filosofia, abilitato in Storia e Filosofia, già docente di ruolo nella secondaria di primo grado, ha superato un concorso nazionale per dirigente scolastico. Interessato alla ricerca pedagogico-didattica, ha contribuito alla diffusione della psicologia cognitiva scrivendo per le riviste “Insegnare” e “Scuola e didattica”. Appassionato da sempre alla critica letteraria e artistica, ha pubblicato molti articoli come giornalista pubblicista per “il Mattino di Padova”. Attualmente collabora con la “Tribuna di Treviso”.

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