Carnevale è alle porte: giorni fugaci ma allegri, festosi e mascherati arricchiranno la nostra quotidianità rendendola anche più dolce grazie alle gustose ricette che da sempre accompagnano questa ricorrenza. Chiacchiere, Bugie, Fiocchetti, Cenci, Meraviglias, Frappe… sono i nomi più diffusi che definiscono questa pietanza, la cui preparazione varia a seconda della località. Croccanti e irresistibili, queste sottili strisce di pasta dolce, fritte o al forno, sono tendenzialmente condite con zucchero a velo o con rigagnoli di cioccolato.
E che dire delle Castagnole? Sfiziose palline dolci ripiene di crema, cioccolato e ricotta e, talvolta, imbevute di Alchermes. Questi celebri dolcetti carnevaleschi prendono il loro nome dalla tipica forma a castagna e hanno origine in diverse regioni del territorio tra cui Emilia Romagna, Veneto, Lazio e Campania, ma nel tempo si sono diffuse anche nel resto d’Italia.
Ripercorriamo brevemente la storia delle frappe e delle castagnole per ritrovare, in questo periodo angusto sferzato dalla pandemia, un po’ di allegria, tra dolcetti, travestimenti e maschere colorate.
La storia delle Frappe nella tradizione italiana
I famosi dolcetti di Carnevale che noi tutti impariamo a conoscere sin dall’infanzia, hanno una storia secolare. Secondo alcune tradizioni in epoca romana si era soliti cucinare i frictilia, dei dolcetti fritti nel lardo e conditi con miele. Il celebre scrittore, cuoco e gastronomo romano Apicio, vissuto fra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., le descrive, nel suo De re coquinaria, come “frittelle a base di uova e farina di farro tagliate a bocconcini, fritte nello strutto e poi tuffate nel miele”.
La ricetta delle frappe appare per la prima volta nel Rinascimento. Nel 1560 il fiorentino Domenico Romoli, detto il Panonto, descrive la ricetta nel suo testo “La singolare dottrina“. Le frittelle erano preparate con uova, farina e zucchero. Con questi ingredienti si realizzava una pasta che era poi stesa ed incisa. I ritagli di pasta erano fritti e poi cosparsi di miele.
Dieci anni dopo, nel 1570, Bartolomeo Scappi che nella sua “Opera” ripropone la ricetta “Per fare una pasta della quale se ne potrà fare palle e diversi altri lavorieri”. La ricetta è praticamente identica, con la sola aggiunta di acqua di rose e sale.
Col passare dei secoli ogni autore aggiunge qualcosa di diverso ai celebri dolcetti di Carnevale. Nelle “Flappe” del Settecento vengono aggiunti all’impasto burro e vino e i dolcetti fritti sono cosparsi di zucchero. Nell’Ottocento si arricchiscono di scorze di limone o albumi.
Tante le variazioni della ricetta negli anni, quanti i nomi attribuiti nelle varie regioni italiane: Lattughe in Lombardia, Cenci in Toscana, Chiacchiere in Piemonte, Meraviglias in Sardegna, Frappe a Roma.
Chiacchiere: un curioso aneddoto
Tra i nomignoli dati alle simpatiche frittelle di Carnevale, uno assai curioso è quello di Chiacchiere.
La storia racconta che alla corte dei Savoia, durante un incontro con le amiche, la Regina Margherita di Savoia desiderasse un dolce da gustare assieme alle sue amiche “tra una chiacchiera e l’altra”. Per l’occasione lo chef Raffaele Esposito realizzò questi dolcetti che chiamò chiacchiere.
Castagnole: origine e storia
Queste “bombette fritte” di Carnevale, note come Castagnole hanno una storia molto antica che risale al Seicento, come si evince dai ricettari più antichi. Le palline di pasta fritta erano servite nelle corti italiane dalla fine delle feste di Natale fino al mercoledì delle Ceneri.
La ricetta è semplice ma le varianti sono infinite. Uova, zucchero, farina, burro e lievito sono gli ingredienti base, a cui si aggiungono scorze di agrumi, liquori aromatici o essenza di vaniglia, ripieni di cioccolato, ricotta o crema.
Favette o Tortelli, i nomi alternativi di questo goloso dessert amato da bambini e adulti nonché simbolo del periodo più breve e gaio dell’anno, che precede il mesto periodo della Quaresima.
Frappe e Castagnole sono un’occasione irrinunciabile della nostra tradizione, da ricordare e assaporare sempre con piacere, magari accompagnate con un buon bicchiere di Passito o di Moscato. Buon Carnevale a tutti!
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