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Ad maiorem dei gloriam: Gesuiti, luci ed ombre

Gesuiti
Paolo III approva l'ordine gesuita

Predicatori, santi, professori, missionari, evangelizzatori o furbi politici, scaltri diplomatici, uomini senza scrupoli avvezzi al denaro e ad altri intrighi la cui massima è “il fine che giustifica i mezzi“, questa è la fama dei Gesuiti, un ordine religioso tanto potente da essere, ancora oggi, stimato e temuto.

Criticati dagli estremi conservatori ed a volte “complottisti” d’oltreoceano, stimati dai cattolici progressisti che li vedono come innovatori nella Chiesa, guardati con sospetto dai cattolici conservatori. Chi sono realmente i Gesuiti? Vediamo di riscoprirne le origini e gli eventi e poi ognuno tragga le proprie conclusioni.
Cosa dire dei rapporti dell’ordine con i Cavalieri di Malta, l’Opus dei ed i Cavalieri di Colombo? Argomenti che saranno qui trattati con rigore scientifico, senza trarre con certezza alcuna conclusione ma riportandoci semplicemente a fatti documentati.

Eppure quando il fondatore, Ignazio di Loyola, diede vita al nuovo ordine religioso le premesse erano tutt’altre. In un periodo storico minato dalle idee riformiste di Lutero e Calvino, in cui la chiesa cattolica sta perdendo terreno, l’ex cavaliere basco decide di essere cavaliere di Cristo. Di certo Ignazio non avrebbe mai voluto un Papa gesuita, poiché il suo ordine doveva servire il Papa. L’elezione di Jorge Mario Bergoglio, nel Marzo 2013, ha segnato la rottura con gli ideali ignaziani, Francesco è il primo Papa gesuita nella storia della Chiesa Cattolica.

Ignazio di Loyola

Gesuiti
Ignazio di Loyola cavaliere

Nato a Loyola nel 1491, da una nobile famiglia basca, Ignazio fu educato alle armi come da prassi per i figli maschi delle nobili casate. Si distinse per il temperamento forte ed il coraggio in battaglia, capace di animare i soldati e di guidarli con forza.

Rimasto gravemente ferito durante l’assedio di Pamplona, Ignazio lotta per alcuni giorni tra la vita e la morte. In un momento di grande sofferenza si rivolge a San Pietro e, miracolosamente, comincia a ristabilirsi. Trascorre giornate intere a letto per le ferite riportate alle gambe. Chiede letture di cavalleria ma gli sono dati solamente libri dei santi. Tra le tante letture rimane folgorato dalla Vita Christi.

Guarito decide di andare a Gerusalemme per vivere con i frati francescani. Attraversa la Spagna meditando ed appuntando, come in un diario, le sue riflessioni che diverranno i futuri Esercizi Spirituali. Ignazio racconta di vivere due mozioni interiori molto forti: la Consolazione e la Desolazione. La prima data dall’unione mistica con Dio, la seconda, terribile, lo priva della presenza di Dio tanto da pensare al suicidio.

Giunto a Gerusalemme e, recatosi presso i padri Francescani, chiede di restare con loro ma viene respinto per le scarse conoscenze teologiche. Tornato in Spagna studia prima ad Alcalà, dove è accusato di eresia e messo in carcere, poi a Salamanca. Completa infine la sua formazione a Parigi dove resta sette anni e qui pensa di fondare un proprio ordine religioso.

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Ignazio di Loyola

Nel 1534 Ignazio e sette compagni di studi fondano la Compagnia di Gesù, ai tre voti canonici di povertà, castità e obbedienza, Ignazio ne aggiunge un quarto: l’obbedienza totale al Pontefice. L’obbedienza e la disciplina sono il cardine sul quale verterà il nuovo ordine, a metà tra il religioso ed il militare.

Nel 1540, Ignazio ed i compagni Faber e Lainez arrivano a Roma. In città è ancora vivo il ricordo del terribile sacco del 1527 operato dai Lanzichenecchi di Carlo V. La Riforma Protestante preoccupa la Chiesa di Roma, il Papa ed i vescovi sono pronti ad aprire un nuovo Concilio per incontrare l’Imperatore e i Riformati e stabilire cosa si debba fare. In questo contesto Paolo III non esita ad accettare la Societas Iesu o Compagnia di Gesù.

La zona affidata al nuovo Ordine è quella dietro a Palazzo Astalli, dove si trova l’attuale Chiesa del Gesù, casa madre della Compagnia. Le prime case risalgono al 1542-43, oggi ristrutturate e visibili come dovevano essere in origine, sono costruite in modo provvisorio da Ignazio e Codacio tanto da rimanere danneggiate nell’inondazione del 1598.

Ignazio muore a Roma il 31 luglio del 1556 in seguito ad una colecistopatia.

La Chiesa del Gesù

La Chiesa del Santissimo nome di Gesù sorge nell’area limitrofa a Palazzo Altieri, sull’omonima piazza del Gesù crocevia delle strade: via Celsa, via del Plebiscito, via del Gesù, via dell’Aracoeli. Nel 1568 il cardinale Alessandro Farnese affida al Vignola la costruzione della Chiesa Madre dei Gesuiti. Nel 1570 i Maestri di strada bonificano la fangosa piazza del Gesù con la costruzione della fogna presso l’attuale Collegio Romano.

chiesa gesuita
Facciata Chiesa del nome di Gesù

La facciata della Chiesa è invece opera di Giacomo della Porta che realizza anche la cupola. L’interno è un capolavoro del Barocco romano. Lo splendido soffitto, opera del pittore genovese Giovan Battista Gaulli conosciuto come il “Baciccio”, rappresenta la gloria del nome di Gesù. È il trionfo del Barocco. Il monogramma simbolo gesuita JHS domina l’empireo avvolto in un’area giallastra e quasi diafana. Un vorticoso turbinio di santi e figure che sembrano uscire dall’opera, coinvolgono il fedele tra lo stupore e la meraviglia. L’arte della persuasione e del coinvolgimento emotivo raggiunge il suo acme.

Lo stemma gesuita campeggia nel paradiso sotto l’egida del nome di Cristo. È la gloria dell’ordine che, in questi anni, diviene sempre più potente e ben inserito a tutti gli alti livelli della Curia e delle maggiori corti europee. In fondo alla navata sinistra si trova la tomba di Ignazio di Loyola, progettata e costruita da padre Andrea Pozzo tra il 1696 ed il 1700.

La cappella è composta da due coppie di colonne che inquadrano la grande statua di S.Ignazio posta all’interno di una nicchia decorata con pannelli di bronzo dorato, lapislazzuli ed altri marmi preziosi. La statua originaria, opera di Pierre Le Gros, era in argento e venne fusa durante l’occupazione francese del 1798. Agli inizi dell’Ottocento Adamo Tadolini realizza le parti mancanti in stucco argentato. La nuova opera è inaugurata nel 1804.

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G.B, Gaulli Il trionfo del nome di Gesù

Degno di nota, per la devozione dei Romani, è l’affresco raffigurante la Madonna della strada. Situata accanto all’altare di S.Ignazio l’opera, databile al XV secolo, faceva parte dell’altare maggiore dell’antica Chiesa degli Astalli, demolita per la costruzione della Chiesa del Gesù.

Il Collegio Romano

Sull’omonima Piazza del Collegio Romano sorge un imponente edificio, oggi sede del Liceo Classico “Ennio Quirino Visconti“, edificato tra il 1582 e il 1584 da Bartolomeo Ammanati per volontà di Papa Gregorio XIII su suggerimento di Ignazio di Loyola.

L’istituto prevedeva la formazione dei giovani di nobili famiglie romane dalle elementari all’Università. La presenza di insegnanti gesuiti e la formazione umanistica impartita ai giovani, fanno per molti secoli la gloria dell’ordine gesuita. La scuola rimane gesuita dal 1854 al 1870.

La Chiesa di S. Ignazio

Nel 1626 il Cardinale Ludovico Ludovisi, in occasione della canonizzazione di S. Ignazio, affida a Carlo Maderno il progetto di una nuova chiesa da dedicare al fondatore della Compagnia di Gesù. Il progetto viene portato avanti dal matematico Orazio Grassi, padre Gesuita. Le decorazioni della volta e la finta cupola sono opera di un altro gesuita: padre Andrea Pozzo.

Chiesa di S. Ignazio
Facciata chiesa s. Ignazio

La splendida volta rappresenta “La gloria di S. Ignazio”. Il santo è accolto da Cristo che lo illumina con un raggio che esce dal suo costato. Intorno si apre un tripudio di angeli e santi festanti tra meravigliosi scorci prospettici. Scendendo verso il basso le personificazioni di quattro continenti rappresentano le missioni gesuite in Europa, Africa, Asia e Americhe. La finta cupola è un capolavoro di padre Andrea Pozzo. Si tratta di una tela dipinta di 17 metri di diametro. Il suo effetto è straordinario si ha l’impressione di essere sovrastati da una vera cupola che, per ragioni pratiche, non fu mai costruita.

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Affresco di A. Pozzo – “Gloria di s. Ignazio”

La chiesa accoglie le spoglie di San Luigi Gonzaga, che morì a soli ventun anni, di San Roberto Bellarmino, padre gesuita e cardinale e di Papa Gregorio XV che canonizzò Ignazio di Loyola. La maestosa facciata fa capolino sulla bella piazza in barocchetto romano realizzata dall’architetto napoletano Filippo Raguzzini tra il 1727-1728.

Piazza S. Ignazio
F. Raguzzini Piazza S. Ignazio

L’ascesa dell’ordine gesuita

Cardini dell’ordine sono la predicazione e l’istruzione. Ignazio e i compagni lavorano affinché il Cattolicesimo prevalga ovunque ed argini la minaccia Protestante. I Padri Gesuiti partono alla volta di Asia, Africa e America del Sud dove notevole sarà, nel corso dei secoli, l’apporto culturale fornito alle popolazioni locali. Un futuro sostrato per quella che attualmente è chiamata la Teologia della Liberazione.
L’educazione e il sistema pedagogico gesuita sono il punto in cui Ignazio insiste maggiormente. Lo studio forma il bambino e l’uomo futuro se ben educato alla disciplina e all’obbedienza. Promuove la costruzione del Collegio Romano per i figli delle famiglie di ceto nobiliare. Il Palazzo verrà costruito quando Ignazio è ormai morto ma diventerà un punto di riferimento nella cultura romana. Sono proprio l’istruzione e la predicazione ad aprire ai Gesuiti le porte delle corti europee. Consiglieri e confessori di re e regine, i padri della Compagnia di Gesù si impongono sulla scena politica delle grandi potenze europee. Il “possibilismo” nelle confessioni e la giustificazione di peccati anche gravi, li rende graditi ai sovrani, tanto da assumerli come consiglieri privati.

Papa Francesco

I Papi capiscono che l’ordine è importante per la gestione sia del proprio potere che per l’affermazione del Cattolicesimo in Europa e nel resto del mondo, ragion per cui ai Gesuiti è affidato anche il triste ruolo di Inquisitori. Sono gli anni in cui Galileo è costretto ad abiurare, Giordano Bruno è arso sul rogo e Tommaso Campanella è incarcerato. Risale sempre ai Gesuiti la pubblicazione dell’indice dei “libri proibiti“. Tale fama subisce una battuta d’arresto nel 1773 quando Papa Clemente XIV si vede costretto a sopprimere l’ordine gesuita su sollecitazione dei sovrani europei che avevano espulso i membri dalle loro nazioni a causa di attentati avvenuti contro i sovrani. L’ordine sopravvive in maniera clandestina fino al ripristino del 1814 voluto da Papa Pio VII. Dal 1814 ad oggi l’ordine ha perso molto della sua verve originale. Le posizioni di molti personaggi di spicco, come il Padre Generale Arturo Sosa Abascal, sono al limite dell’eresia. Alcune posizioni di Papa Francesco, riguardanti la misericordia di Dio sembrano aver cancellato quello che per millenni è stata l’essenza del Cristianesimo: l’esistenza del diavolo, dell’Inferno e del peccato.

I gesuiti oggi tra complotto e realtà

In questi ultimi tempi sembra che l’ordine abbia perso di vista la tradizione, in nome del progressismo ha mostrato aperture verso temi come l’omosessualità, l’aborto e il sacerdozio delle donne, ragion per cui non è affatto ben visto in seno al Cattolicesimo. Tuttavia, l’ordine continua a mantenere la sua inossidabile potenza. Alcune astruse teorie complottiste vedrebbero i Gesuiti coinvolti nelle banche Rotschild ed implicati in logge massoniche, eventi per i quali ci riserviamo il beneficio del dubbio. Non possiamo negare che sono a loro legate importanti fondazioni filantropiche milionarie come i Cavalieri di Colombo. Cosa dire dei rapporti con l’altro potente ordine dell’Opus dei?

San Josemaria Escrivá de Balaguer, Sacerdote fondatore dell’Opus Dei

Per molto tempo i gesuiti hanno avversato il fondatore Josè Maria Escribà de Balaguer tanto da ingaggiare vere e proprie battaglie con l’Opus Dei che si sono protratte per molto tempo, fino al 2013, quando Bergoglio ha dato il via ad un’insolita alleanza tra i due rivali.

Nel riordinare lo IOR, Francesco ha nominato il vescovo spagnolo Juan Ignacio Arrieta coordinatore della commissione per la banca vaticana, con il compito di sintetizzare le proposte della sua riforma da presentare al Papa.

Controversi sono i rapporti con i Cavalieri di Malta. Lo scorso Novembre, Papa Francesco ha affidato al cardinale Silvano Tomasi pieni poteri all’interno dell’organizzazione internazionale per garantire l’equilibrio tra cavalieri professi e laici, la riscrittura della costituzione e la trasparenza nelle diverse attività. La Chiesa di Roma si è inserita in un “contenzioso” tra i due gran Maestri: Fasting, già estromesso dal Vaticano e deceduto recentemente ed il barone tedesco von Boeselager; il motivo? una valanga di soldi. Ma questa è una delle tante storie destinate a restare avvolte nel mistero o, se preferite, alle teorie complottiste.

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Barbara Panariello

Barbara Panariello

Romana, laureata in lettere presso l'Università La Sapienza con 108/110. Guida turistica di Roma abilitata. Food&Wine blogger. Grande passione per il giornalismo, lo sport, l'informatica, la scrittura.

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