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Giuseppe Penone. Gesti universali

Giuseppe Penone, Spazio di luce, 2008. Bronzo e oro, 8 elementi. Ph. © Archivio Penone

La Galleria Borghese a Roma dal 14 marzo al 28 maggio 2023, espone trentasei opere di Giuseppe Penone nella mostra  Gesti universali.  A cura di Francesco Stocchi.

Penone

Arte e natura si compenetrano

L’autore è uno dei più importanti esponenti dell’Arte Povera. Il movimento destinato a rivoluzionare il modo tradizionale di fare arte servendosi di elementi  inusuali. Per Penone è l’albero che ha sempre costituito l’argomento principale della sua ricerca artistica. Dagli esordi fino ad oggi. Fino a renderlo una scultura autonoma che resiste al tempo. In grado di manifestare verità tangibili. Tema il cui potenziale ha approfondito sia nella forma sia nel contenuto. Dove l’azione dell’artista e l’azione della natura si impastano in un’identificazione assoluta. In completa armonia con le ricerche sul rapporto tra Arte e Natura, tra paesaggio e scultura che contraddistinguono la direzione di Francesca Cappelletti, responsabile della galleria Borghese.

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Giuseppe Penone, Albero di 8 metri, 2000. Legno di cedro, 2 elementi. Ph. © Archivio Penone

L’albero

Forma importantissima e indispensabile, l’albero da sempre per Penone incarna la scultura. Considerandolo  una  materia viva, non dissimile dal corpo umano.

Le sue  creazioni  attraversano il Salone di Mariano Rossi, la Sala di Apollo e Dafne, la Sala degli Imperatori e quella di Enea e Anchise per espandersi nel Giardino dell’Uccelliera ed eccezionalmente nel Giardino della Meridiana.

Nelle sale dove prevalgono marmi sculture decorazioni, Penone inserisce foglie, cuoio, legno per mettere in comunicazione i due universi.

Nei Giardini l’attenzione è rivolta al mondo dei metalli. Con le sculture in bronzo che si riferiscono all’ampia vegetazione presente. Bronzo che sembra fare proprio il colore della vegetazione. Un rimandare al confronto tra forme dettate dalla natura e forme volute dall’artista che si compenetrano nella percezione dell’osservatore. Gli alberi come organismi viventi che possono assumere connotazioni antropomorfe. Che possono riflettere sul proprio corpo tracce di luce che ne orientano lo sviluppo. Tracce del caldo, del freddo e dell’azione devastante della natura.

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Giuseppe Penone, Sentiero 7, 1986. Bronzo. Ph. © Archivio Penone

Il percorso espositivo comprende inoltre opere poco conosciute. ad esempio Sguardo vegetale.  E altre proposte per la prima volta assemblate in gruppi tematici. Come Soffio di foglie. La materia scelta è un mucchio di foglie con il peso del corpo dell’artista che ne imprime la propria traccia. O Respirare l’ombra, un’installazione composta da una serie di pareti rivestite di foglie di alloro, su una delle quali è collocata la riproduzione di un polmone in bronzo dorato.

Penone quindi è sempre spinto dallo voglia di scoprire le possibilità formali ed espressive della materia “povera”. E se agisce nell’ambito del concettuale non perde mai il contatto con la corporeità dei materiali più semplici. conferendo loro dignità artistica.

Il suo modo di esplorare gli alberi assume di volta in volta connotazioni diverse. Possono assumere una posizione orizzontale, appoggiati al muro o collocati a terra. Oppure disposti verticalmente diventando sculture in piedi. Sono alberi dai rami mozzati incastonati in un tronco massiccio in  legno.

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Fausto Politino

Fausto Politino

Laureato in Filosofia, abilitato in Storia e Filosofia, già docente di ruolo nella secondaria di primo grado, ha superato un concorso nazionale per dirigente scolastico. Interessato alla ricerca pedagogico-didattica, ha contribuito alla diffusione della psicologia cognitiva scrivendo per le riviste “Insegnare” e “Scuola e didattica”. Appassionato da sempre alla critica letteraria e artistica, ha pubblicato molti articoli come giornalista pubblicista per “il Mattino di Padova”. Attualmente collabora con la “Tribuna di Treviso”.

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