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Gli Arazzi del Quirinale

arazzi del quirinale

Nel 1870 il Quirinale divenne, da residenza papale, reggia del re d’Italia nella capitale del nuovo regno.
Quando successe questo, nel palazzo rimasero 5 arazzi che erano di proprietà papale. A questo primo nucleo si sono aggiunti via via (fino ai giorni nostri) altri panni. Fino ad arrivare ad avere la collezione attuale, che conta 261 pezzi.

La raccolta dà una panoramica su tre secoli di arte dell’arazzo, dal ‘500 all’‘800. I drappi provengono dalle più importanti manifatture italiane ed europee di quel periodo. È difficile trovare – in un palazzo che non è un museo – una così grande e preziosa raccolta di tessuti istoriati.

Molti degli arazzi li presero i sovrani d’Italia, nella seconda metà dell”800, dalle regge delle casate regnanti prima dell’unificazione. Quando finì la ristrutturazione del Quirinale che lo trasformò in reggia, iniziò il trasporto degli arazzi dalle vecchie residenze a quella nuova.

Iniziarono ad arrivare quelli del Palazzo Reale di Napoli, quelli appartenuti ai Farnese di Parma, quelli appartenuti ai Medici a Firenze, tra i quali anche i 10 arazzi fiorentini di Pontormo, Bronzino e Salviati che, dall’inizio del secolo attuale, sono esposti a Firenze. E anche quelli già appartenenti ai Savoia che erano conservati a Torino. Quelli dei Borbone di Parma, quelli degli Este di Modena.
Fino ad arrivare all’inizio del ‘900 quando ne furono prelevati due dalla tenuta di San Rossore.

Dopodiché, sia durante il regno che durante la Repubblica e fino agli anni ’50 del ‘900, furono presi e portati al Quirinale solo panni compresi nelle collezioni dei Savoia o dei Borbone di Parma.
All’inizio del terzo millennio si sono aggiunti 23 arazzi che si trovavano in deposito dalla Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Napoli. arazzi del palazzo del quirinale

Ci sono arazzi provenienti da Bruxelles nel periodo del suo massimo splendore, dalla fine del ‘400 fino alla fine del ‘600. Ci sono arazzi provenienti dalla manifattura di Firenze, attiva dalla metà del ‘500 alla metà del ‘700.
Dalla manifattura di Napoli, attiva dalla prima metà del ‘700 fino alla fine del secolo.
Ci sono i gobelins parigini che partono dai pre-gobelins per arrivare agli inizi dell’800.
Dalla manifattura di Torino, attiva dalla metà del ‘700 alla metà dell’800.
E, infine, la serie eseguita ad Abusson a metà del ‘700 e le due serie tessute a Beauvais sempre nello stesso periodo.

Per quanto riguarda la conservazione e il restauro, nel 1995 è stato istituito un Centro Operativo per la Manutenzione e il Restauro degli Arazzi, e un deposito per la conservazione degli arazzi in attesa di restauro.
È stato il presidente Scalfaro con la figlia Marianna ad impegnarsi per far nascere il laboratorio.
E, insieme ad esso, è nata anche una scuola di restauro che da subito è stata importante e al livello delle più notevoli scuole di restauro di arazzi e tessuti italiane, e che attrae stagisti da tutto il mondo.

Nello stesso periodo in cui sono nate il laboratorio e la scuola, è stato pubblicato il primo catalogo veramente esaustivo, da un punto di vista storico-artistico, relativo agli arazzi presenti nel Quirinale a quell’epoca, a cura del professor Nello Forti Grazzini.
Comunque ora tutti gli arazzi del Quirinale sono catalogati con una schedatura tecnico-conservativa che indica eventuali problemi esistenti e se necessitano di interventi.

 

Fabrizia Frau

Fabrizia Frau

Si è diplomata nel 1983 all'Istituto d'Arte. Specializzata in arte del tessuto, ha continuato ad interessarsi di tessitura nei 10 anni successivi realizzando anche arazzi. Poi è passata alla pittura con la tecnica della china e della tempera insieme. Dal 2000 al 2020 si dedica anche all'artigianato realizzando lavori all'uncinetto. Il suo desiderio era di dipingere con la tecnica della pittura a olio. Nel 2008 riesce nel suo intento e comincia a realizzare quadri a olio. Collabora con l'associazione Yes Art Italy, per la quale tiene corsi di tessitura arazzi, sua eterna passione.

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