Goethe ritratto durante il suo Grand Tour in Italia (1786-1788)
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“Roma è la capitale del mondo! In questo luogo si riallaccia l’intera storia del mondo, e io conto di essere nato una seconda volta, d’essere davvero risorto, il giorno in cui ho messo piede a Roma. Le sue bellezze mi hanno sollevato poco a poco fino alla loro altezza.”
Monumento a Goethe, Villa Borghese
Nel 1786 il grande intellettuale tedesco JohannWolfgang von Goethe intraprende il suo viaggio in Italia che si conclude nel 1788. Per due lunghi anni Goethe visita la Penisola, dalle Alpi alla Sicilia definendo questo periodo come quello più felice della sua vita. Tra tutte le città italiane visitate, il suo cuore si ferma a Roma e batte palpiti d’amore per la città Eterna. Goethe giunge a Roma per la prima volta nel 1786 e vi si trattiene fino al febbraio del 1787, prosegue poi per Napoli e la Sicilia, per tornare nell’Urbe l’inverno successivo.
Chi era Goethe? Uno scrittore, un poeta, un filosofo, uno scienziato? Difficile dirlo, preferiamo definirlo un intellettuale, un instancabile viaggiatore spinto dalla curiosità e dalla voglia di conoscenza.
« Sì, io posso dire che solamente a Roma ho sentito che cosa voglia dire essere un uomo. Non sono mai più ritornato ad uno stato d’animo così elevato, né a una tale felicità di sentire. Confrontando il mio stato d’animo di quando ero in Roma, non sono stato, da allora, mai più felice».
Roma ricorda il soggiorno di Goethe, non solo con la sua casa trasformata in Museo, ma con una grandiosa scultura all’interno di villa Borghese. La Casa di Goethe è l’unico museo tedesco a Roma, finanziato e sostenuto dalla Germania e legato all’Istituto di lingua tedesca che porta il nome del nostro autore: Goethe Institut.
Goethe a Roma, la cultura e… l’amore
Lo scrittore racconta la sua esperienza italiana nel libro intitolato Viaggio in Italia ma è a Roma che vive una sorta di “folgorazione” intellettuale. Accanto al saggio, Goethe riproduce alcuni schizzi di suo pugno, sulla realtà romana e italiana lasciandoci grande testimonianza del suo passaggio. Il costante contatto con le gloriose vestigia ricoperte di vegetazione, i languidi tramonti sulle piazze barocche e la relazione carnale con la giovane nipote di un oste fanno maturare il poeta. L’amore per l’antichità e per la cultura si mescola, fino a confondersi, con l’amore carnale. A Roma Goethe prende dimora in via del Corso 18, in un appartamento, oggi trasformato in Museo, col pittore tedesco Johann Heinrich Wilhelm Tischbein suo amico.
Targa sulla casa di Goethe, via del Corso
A metà tra il Neoclassicismo ed il Preromanticismo, il grande viaggiatore tedesco spinto dalla sete di osservazione e conoscenza ci offre uno spaccato lucido sulla Roma post barocca, descrivendo con minuzia e dovizia di particolari monumenti e piazze cittadine. Nella città Eterna Goethe vi soggiorna per ben due volte, trascorrendo le giornate a visitare i monumenti e le notti frequentando una fanciulla che chiama “Faustina” e che celebra nelle Elegie Romane.
Dal Viaggio in Italia alcune descrizioni di Roma
Goethe ci ha lasciato ricche descrizioni sui monumenti cittadini: piazze, obelischi, chiese e musei, tutto è ben descritto, comprese le sensazioni dell’autore.
Facciamo qualche passo indietro, ad oltre duecento anni fa. Il Colosseo è un rudere che sorge quasi isolato tra la collina della Velia ed incolti terreni che ricoprono prepotenti le antiche glorie di Roma. Qualche solitario pastore porta le greggi a pascolare tra i resti di monumenti cadenti nascosti tra le sterpaglie del terreno, ultimi testimoni di un passato glorioso in cui la maggioranza dei cittadini non si riconosce più.
Più in là qualche casupola sorge isolata tra le vestigia distrutte dal tempo e depredate da secoli di spoliazioni. Luogo pittoresco di giorno ma temibile di notte, quando il vecchio e glorioso monumento offre riparo ai poveri ed ai senzatetto di Roma. Proprio in una di queste notti invernali Goethe, accompagnato da un amico, si reca la Colosseo. Trovandosi davanti alla sublime visione del Monumento, la cui sagoma grandiosa si erge prepotente nel buio Goethe scrive:
«Incantevole è soprattutto la vista del Colosseo, che di notte è chiuso; all’interno, in una cappelletta, vive un eremita e sotto le volte in rovina si riparano i mendicanti. Essi avevano acceso il fuoco sul terreno del fondo, e un venticello spingeva il fumo sopra tutta l’arena, coprendo la parte bassa dei ruderi, mentre le mura gigantesche torreggiavano fosche in alto; noi, fermi davanti all’inferriata, contemplavamo quel prodigio, e in cielo la luna splendeva alta e serena. A poco a poco il fumo si diffondeva attraverso le pareti, i vani, le aperture, e nella luce lunare sembrava nebbia. Era uno spettacolo senza l’uguale.»
Goethe al Colosseo
La sua instancabile curiosità induce l’intellettuale tedesco a scrivere osservazioni su Roma e sugli abitanti della città. In questa sede ci limitiamo solo a citare tali osservazioni che, sebbene siano trascorsi alcuni secoli, sono ancora oggi di struggente attualità ed invitiamo i nostri lettori ad approfondire per proprio conto quanto scrive il grande autore tedesco.
Romana, laureata in lettere presso l'Università La Sapienza con 108/110. Guida turistica di Roma abilitata. Food&Wine blogger. Grande passione per il giornalismo, lo sport, l'informatica, la scrittura.