Una curiosità romana, che mio padre mi mostrò da bambina e che da allora è la causa del mio interesse per Nerone, è uno dei sampietrini che lastricano piazza San Pietro e che porta inciso sopra un cuore.
I ragazzini di Borgo, quelli di qualche decennio fa, andavano spesso a giocare a palla sulla piazza e, individuato questo sampietrino anomalo, lo ribattezzarono “er core de Nerone” e spesso e volentieri lo calpestavano per spregio.
Nerone, in effetti, è tra gli imperatori quello che ha goduto della fama peggiore attraverso i secoli, tanto da essere considerato una sorta di Anticristo durante il periodo medievale.
Pazzo, megalomane, matricida, ma anche amante delle arti e della cultura greca, ha rappresentato in realtà la visione orientale del potere imperiale, quella perseguita da Marco Antonio, attraverso il suo rapporto con Cleopatra.
Nerone è ricordato come ultimo discendente di Augusto, ma spesso si dimentica che sia da parte di madre che da parte di padre discendeva da Antonio e probabilmente ne era ben consapevole.
Il fatto poi di avere il Senato contro, non ha certo contribuito a mostrarne una veritiera immagine, mentre probabilmente godeva di un grande favore popolare, tanto che la sua tomba anni dopo la morte, continuava ad essere onorata da mani ignote.
La sua voglia di essere popolare, lo ha portato a calcare le scene come attore, che è l’equivalente di andare in TV e ha fatto si che ogni romano potesse liberamente passeggiare per i giardini della Domus Aurea, considerata una sorta di “casa dei Romani”.
Si è appena conclusa una interessante mostra al British Museum di Londra, dedicata al nostro sfortunato imperatore: “Nero: the Man behind the Myth”, dove per la prima volta si è cercato di sfatarne la leggenda nera e rendere giustizia ad una delle più controverse figure della storia.
Thorsten Opper, il curatore della mostra ha spiegato in una intervista:
“Il Nerone del nostro immaginario è una figura completamente artificiale, costruita già 2000 anni fa. È affascinante svelare come e perché ciò è stato fatto. La mostra rivela una società prospera e dinamica, ma piena di tensioni interne, scoppiata in una violenta guerra civile dopo la morte dell’imperatore. Gli oggetti raccontano queste storie, in modo netto e immediato”
Il cuore di Nerone, probabilmente, non era di pietra, ma forse al contrario era anzi troppo umano e perennemente preda di grandi e smodate passioni.