Il mercante di Venezia, andrà in scena al Teatro Quirino – Vittorio Gassman di Roma il prossimo primo novembre 2022. Definita dagli esperti tragicommedia, è un’opera teatrale di William Shakespeare scritta probabilmente tra il 1596 e il 1598. Giorgio Melchiori suggerisce d’inserirla tra gli occasional plays, i “drammi di occasioni” dettati non da motivi poetici ma da cause occasionali appunto.
In tal senso Il mercante si inscrive nella campagna antisemita voluta per motivi politici dal governo della regina Elisabetta I.
La trama
La vicenda è ambientata nel XVI secolo. Nella società veneziana il denaro regola il destino degli uomini. Bassanio, giovane gentiluomo veneziano, aspira alla mano di Porzia, ricca ereditiera di Belmonte. Per corteggiarla come si deve domanda al suo amico Antonio, il mercante di Venezia, di prestargli tremila ducati. Per trovare la somma necessaria entra in scena l’usuraio Shylock che odiando i gentili per il loro disprezzo, è sufficiente rileggere come lo apostrofa Graziano l’amico di Antonio e Bassanio: “O be thou damned, inexcrable dog, And for thy life let justice be accused!” (Che tu sia dannato, cane esecrabile! La tua vita è un’accusa alla giustizia), pretende una feroce obbligazione: se la somma non sarà restituita alla scadenza prevista dal contratto avrà diritto ad una libbra della carne di Antonio da tagliare vicino al cuore. Un intreccio serrato di relazioni, tradimenti, travestimenti, finzioni, sottigliezze giuridiche che si riveleranno determinanti per la soluzione del dramma.
Le fonti
L’opera si rifà ad elementi diversi risalenti a tematiche proprie del racconto popolare e persino della fiaba:
- Il motivo del contratto che ha come penale una libbra di carne del contraente.
- La scelta degli scrigni per conquistare la donna amata, che assume toni di evasione fiabesca.
- Il motivo del travestimento di una donna in abito maschile per salvare una persona amica, quello del pegno dell’anello come forma di riconoscimento.
- La ribellione della figlia dell’ebreo per amore di un cristiano.
E’ su questa narrazione che si fonda la prima novella della quarta giornata de Il Pecorone di Ser Giovanni Fiorentino (1558). Non era stata tradotta in inglese. Ma non c’è dubbio che essa sia la fonte principale del dramma di Shakespeare.
L’opera
Come appena detto, l’impianto mette in contrasto il tema della realtà della vita commerciale di Venezia con l’evasione nel fiabesco: Bassanio si reca a Belmonte. Per ottenere la mano di Porzia deve scegliere fra tre scrigni contrassegnati da un indovinello, quello giusto. Bassanio, preferendo il più modesto, ci riesce e sposa Porzia, già precedentemente innamorata di lui.
Shakespeare alternando la trama principale (plot), con la secondaria (sub-plot), ha voluto che ciascuna delle due vicende fosse lo specchio e il commento dell’altra. Per sottolineare meglio la distinzione, ha rimarcato nell’uno l’elemento tragico e nell’altro quello comico, al punto da vanificare la classificazione del Mercante semplicemente come commedia.
La chiave di lettura
Il personaggio che rivela il senso autentico della vicenda, quasi l’eroe morale, è Antonio. Il mercante intraprendente e generoso che rifiuta di praticare l’usura e mette i suoi profitti a disposizione degli amici. Antonio è l’uomo nuovo in una società che si sta trasformando. Che identifica nell’iniziativa economica e commerciale, con tutti i rischi che essa comporta, la nuova classe dominante in sostituzione dell’antica aristocrazia terriera. Fin dalla prima scena, o meglio dalla prima battuta, il mercante Antonio ci viene presentato con le stesse particolarità dell’eroe romantico di tanti altri drammi. Caratterizzato da quella che potrebbe essere chiamata la malattia del secolo: la malinconia.
Antonio: In sooth I know not why I am so sad ( Non so spiegare questa mia tristezza)
Antonio incarna il nuovo ideale cavalleresco della società borghese: umanità, disinteressata generosità, disponibilità ad aiutare i deboli, anche a costo della vita.
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