Negli anni del Neorealismo, l’attuale trendy e multietnico quartiere del Pigneto che molti di noi conosciamo e frequentiamo, ha fatto da sfondo ad importanti set cinematografici. Roberto Rossellini in Via Montecuccoli girò Roma città aperta, Luchino Visconti, nei cortili di Via Alberto da Giussano, girò Bellissima. Pier Paolo Pasolini non fu da meno, il Pigneto fece da fondo ad uno dei suoi più celebri film: Accattone.
Breve storia del Pigneto
Situato tra la Prenestina e la Casilina, delimitato a nord da Porta Maggiore e a sud da via dell’Acqua Bullicante, il Pigneto si presentava, al tempo di Pasolini, come un agglomerato di casette basse, villini e baracche ed era attraversato da una lunga via polverosa, l’attuale Isola del Pigneto.
Sorto verso la fine del XIX secolo, a metà strada tra città e campagna, case, casette, casupole e casali ai margini della pineta, il Pigneto divenne quartiere a vocazione popolare dopo la costruzione di alloggi popolari da parte di cooperative operaie.
La prima chiesa risale al 1913, mentre al 1924 risale l’Ex gelateria Impero, nota oggi come Bar Necci di pasoliniana memoria. Durante il Ventennio il quartiere era la casa del sottoproletariato, dei poveri manovali a giornata mentre a due strade da lì ferrovieri e operai avevano case dignitose. Dal dopoguerra fino agli anni Sessanta, il quartiere attraversò un momento difficile, dovuto alla povertà dilagante e alla massiccia immigrazione dal Sud verso la Capitale.
Il Pigneto non fu immune da questo fenomeno dell’immigrazione che colpì le periferie romane lungo le arterie delle vie consolari. Nuove baracche sorsero tra via del Mandrione e Porta Maggiore.
Il Pigneto di Pasolini
Al tempo di Pasolini il Pigneto si presentava come un quartiere attraversato da una lunga strada polverosa, tra case popolari, casupole e baracche sorte all’improvviso. In questo contesto si mosse la ricerca cinematografica del regista che descrisse il Pigneto in questo modo:
“Via Fanfulla da Lodi, in mezzo al Pigneto, con le casupole basse, i muretti screpolati, era di una granulosa grandiosità, nella sua estrema piccolezza; una povera, umile, sconosciuta stradetta, perduta sotto il sole, in una Roma che non era Roma“
Fu proprio tra via Fanfulla da Lodi e Via Ettore Giovenale che il grande regista girò uno dei suoi capolavori: Accattone. Un film interpretato da Franco Citti a cui fa sfondo il Pigneto e in cui, ancora oggi, si può notare il luogo dove fu installata la casa del protagonista. Nel luogo della casa, sorge un moderno villino ed una targa a ricordo del celebre film.
Anche se per il film Accattone Pasolini preferì piuttosto adattare a bar una vecchia rivendita di vini e oli al civico 50 di Fanfulla da Lodi, più adatto alla trama del film.
I murales del Pigneto
Il quartiere del Pigneto ha voluto celebrare Pasolini attraverso una serie di Murales che riguardano sia la sua persona che i personaggi dei suoi film. Mr Klevra, celebre muralista, ha dipinto nella parete di un palazzo una splendida Maria piccola Maria tratta dal film Il Vangelo secondo Matteo. Ancora più significativo è il murales che rappresenta l’occhio del regista, quasi a significare che a tanti anni di distanza dalla sua morte, Pasolini vigila e guarda quel quartiere che è stato sua fonte d’ispirazione, seppure cambiato e diventato più trendy e meno proletario.
Leggi anche Ascanio Celestini racconta la “storia sbagliata” di Pasolini e La via del Mandrione: sui luoghi di “Accattone”