Il teatro di animazione riporta a tutte le forme di spettacolo dal vivo che fanno uso del teatro d’ombre, del teatro di burattini, marionette, pupazzi ed oggetti che nella rappresentazione vengono animati manualmente ad imitazione del movimento vitale. Il teatro di animazione coinvolge l’animazione della mano. Animare vuol dire conferire anima. Il punto di partenza è l’oggetto. L’oggetto diventa simbolo che genera un patto di comunicazione tra chi lo manovra, gli conferisce anima e chi osserva, ascolta, riceve.
Le sue radici risalgono alle statue meccaniche greche, alle sacre rappresentazioni, ai congegni meccanici medievali e rinascimentali, incarnazioni della ricerca della meraviglia. Nel tardo Medioevo e nel Rinascimento, burattini e marionette fanno parte delle arti di strada, considerate spesso attività furbesche di girovaghi. Non era fuori dal comune che si passasse da una performance come attore a una come “giuocolatore” di pupazzi.
Gli strumenti del teatro di animazione possono essere declinati in attività didattiche ed educative in situazioni dove vi è difficoltà di comunicazione o dove, altresì, vi è necessità di crearne una. Si è portati, infatti, a pensare che i fruitori siano solo i bambini. Ma il teatro di animazione è una disciplina di cui vengono ignorate le potenzialità artistiche e pedagogiche rivolte a tutte le età.
Il problema oggi è il pregiudizio: burattino uguale bambino. L’adulto, poiché persona seria, ne prende le distanze considerandolo lontano dal suo interesse. Ma è proprio perché attrae i più piccoli che porta con sé valori eccezionali.
È grazie ad Otello Sarzi, Gianni Rodari, Mariano Dolci che la sensibilità al burattino cambia e il teatro di animazione, o teatro di figura, viene riconosciuto anche come mezzo con implicazioni importanti in vari contesti sociali. Si inserisce in un’alleanza educativa e terapeutica dei cui benefici possono essere fatti oggetto tanto i bambini quanto gli adulti, entrambi artefici del loro utilizzo.
Allora qual è il potere dei burattini, del teatro di figura? Perché introdurlo in un percorso socio-pedagogico in un’epoca come la nostra? Perché può funzionare?
Marionette e burattini permettono al soggetto che li manovra un livello di distanziamento. Non utilizzando il corpo ed il volto, il soggetto esorcizza le proprie chiusure perché l’oggetto, il burattino o la marionetta, permette di trasporre il proprio io su di esso e quindi gli consente di trasferirgli la propria forma di chiusura. In questo modo il soggetto ha la possibilità di dire cose in più rispetto a quelle che direbbe a tu per tu. Questo porta a liberare la comunicazione, a ridurre le sue barriere e ad esprimere paure e sentimenti; facilita l’individuazione e, rendendo più consapevoli, migliora l’accettazione dei propri limiti.
La creazione di metafore, attraverso la rappresentazione simbolica, genera un processo di proiezione. Tramite il processo drammatico proiettivo, il soggetto vive il paradosso del vero-non vero, me-non me che facilita l’immedesimazione anche a chi riceve, creando relazione e stimolando inclusione (altro percorso fondamentale che il teatro di figura sviluppa).
Se importante non è più il testo recitato quanto il processo che viene generato in questo contesto pedagogico e/o curativo, altrettanto preziosa è la costruzione dell’oggetto che si andrà ad animare. La cura del dettaglio del personaggio che si manovrerà, il materiale che verrà scelto (legno, carta, stoffa, gommapiuma, cartapesta ecc.) fortifica quel processo di trasferimento che avverrà nel momento in cui il burattino verrà manipolato.
Uscire dal quotidiano stimola la creatività. Anche la funzione che può essere data ad oggetti di uso comune permette di unire il simbolo al vissuto attraverso il gioco. Un temperino, per esempio, può diventare binocolo, macchina del tempo. Un cucchiaio, dipinto, una principessa o un cavaliere del futuro all’interno di una navicella (l’astuccio). Si incentiva così la nascita dei più svariati racconti dove tutto è possibile.
Se atterriamo al mondo dei giochi dei bambini, in quel mondo possiamo affrontare qualsiasi tematica. Riguardo a ciò, si pensi alla funzione che il teatro di animazione ha in contesti ospedalieri nel rendere più agevole una comunicazione tra medico e bambino.
È dunque dedicato solo ai più piccoli?
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