Di Jim Morrison è già stato detto tutto e il contrario di tutto. Le librerie sono piene di sue biografie e di suoi libri di poesie, di raccolte di testi delle sue canzoni.
Il frontman e voce dei “The Doors” riempie le pagine Internet con i suoi aforismi, alcuni nemmeno mai detti ma attribuiti a lui, riempie di foto iconiche i siti Internet, le t-shirt che i giovani ancora indossano con ammirazione.
Jim Morrison non è stato solamente un artista, musicista e poeta, no. Jim Morrison è stato un dio per una generazione intera e anche più, negli anni ’70 è diventato simbolo estetico e poetico. E se Jim Morrison è stato un dio, non è certo stato un dio qualunque. Ha incarnato più di ogni altra rockstar Dioniso, Bacco per i romani, dio dell’ebbrezza e delle baccanti, dio del caos e dell’eros.
Colui che ha fondato uno dei gruppi rock più famosi del mondo questo lo sapeva bene, e non ha mai fatto nulla per nasconderlo. La forza creatrice, l’ebbrezza, la potenza artistica e sessuale del “dionisiaco” descritto con tanta enfasi dal filosofo Friederich Nietzsche sembra essersi incarnata in lui, esaltata dalle sue movenze sul palco e per le strade di Venice Beach, dalle sue parole, profane e mistiche, dalle sue poesie criptiche e metaforiche.
Jim Morrison dal canto suo è stato un assiduo lettore di Nietszche, dei poeti maledetti, di libri sui rituali sciamanici e sui miti greci, e ha sempre fatto chiari riferimenti alla sua vita come una vita che riprende solamente le forze dionisiache. La ribellione, il senso di libertà, lo slancio vitale e il caos hanno caratterizzato la vita di Jim, sempre propenso ad espandere il proprio io e ad erigersi contro l’autorità. Del resto si sa e le sue parole lo ricordano:
“I’m the Lizard King, I can do anything”
Si vedrà così quanto questo Re Lucertola ha portato all’estremo l’idea di Dioniso, impersonificandolo in ogni suo concerto.
James Douglas Morrison: L’infanzia e le influenze giovanili
James Douglas Morrison nasce l’8 Dicembre del 1943 a Melbourne in Florida. Il padre, ammiraglio della marina, risultò una figura troppo rigida per gli istinti ribelli di Jim. La vita di Jim fin da piccolo scorre percorrendo l’America per gli spostamenti del padre. Ed è proprio in uno di questi spostamenti che avviene la vicenda più segnante della sua infanzia. Nel tragitto la famiglia Morrison si imbatte in un incidente d’auto, lungo la carreggiata il piccolo Jim vede i cadaveri di alcuni indiani coinvolti nell’incidente. Sarà il primo incontro con la morte del frontman dei Doors, argomento che lo affascinerà tutta la vita. Più avanti, quando già all’apice della sua notorietà venne intervistato, Jim Morrison racconta che da quel giorno sente dentro di sé l’anima dello Sciamano indiano. Questa influenza sciamanica si può estrapolare dai suoi testi, sia di canzoni che di poesie.
Il giovane Jim gira l’ America, e senza una sistemazione stabile preferisce rinchiudersi nelle letture. Fin da piccolo le sue più grandi influenze letterarie saranno Blake e Rimbaud. Non a caso il nome The Doors è ispirato al celebre aforisma del poeta inglese:
“Quando le porte della percezione saranno purificate tutte le cose appariranno come realmente sono: infinite”
Jim è attratto dal caos, dall’ignoto, dalla morte, e dall’eccesso sensoriale. Quei poeti solidificano in lui questi concetti, lo affascinano al punto tale da disinteressarsi da tutto il resto. Ma sarà un’altra influenza, mescolata con queste, a portare Jim alla scoperta del dionisiaco: quella del Nietszche di Nascita della tragedia. Grazie a questa lettura Jim approfondisce la figura del dio. Dioniso viene identificato come il dio del vino ed i rituali a lui dedicati erano permeati di eros ed ebbrezza. Nelle descrizioni di Euripide, nella famosa tragedia Le Baccanti, Dioniso erra sui monti fuori Tebe insieme a tutte le donne della città che lo seguono in estasi per celebrare il rito. Jim ne rimane affascinato e nella sua poetica ci sono spesso riferimenti a Dioniso.
Jim cresce con i poeti maledetti, i rituali sciamanici e quelli dionisiaci, con il fascino per la morte. Non sa ancora che di tutto questo sarà permeata la sua carriera artistica e la sua stessa vita.
Jim Morrison: I Doors e il mito
Il mito di Jim Morrison inizia a formarsi con l’approdo a Los Angeles, per seguire i corsi all’UCLA. Nelle spiagge di Venice Beach Jim Morrison incontra Ray Manzarek, un virtuoso della tastiera, a cui farà leggere le sue poesie. Da questo incontro viene messo il primo mattoncino per la storia: i due decidono di formare un gruppo rock che musicherà le poesie di Jim. È l’estate del 1965, a Venice Beach nascono i The Doors.
Da questo momento in poi l’America e il mondo intero iniziano a conoscere lo slancio dionisiaco di Jim. È proprio nelle performance dal vivo e nel suo stile di vita che si riesce a scorgere la potenza divina del frontman del gruppo. Affascinato dall’ignoto e dall’alterazione psichedelica dei sensi, Jim convince anche i membri del gruppo ad assumere il peyote, una sostanza psichedelica famosa nei rituali sciamanici. Da questa esperienza Morrison trarrà spunto per il testo di una delle sue canzoni più famose: The End.
Nei concerti Jim canta, danza, si contorce, salta, emette gemiti e urla, insomma è lui lo show, da artista diventa opera d’arte, tutti vanno ai concerti per vederlo. La musica dei Doors è potente ed innovativa, ma è Jim Morrison a prendersi la scena. Le sue pulsioni erotiche e i suoi discorsi anticonformisti ispirano tutta la gioventù degli anni ’70.
Come spiegato in precedenza su Dioniso, Jim sembra proprio un condottiero seguito da schiere di giovani, trasportati in un rituale di ebbrezza ed eros da questo ragazzo magrolino con i capelli folti e lunghi: l’emblema di quella generazione. Da ragazzo ribelle e poetico, Jim Morrison diventa un dio acclamato da ogni parte del mondo. Le sue movenze durante i concerti sono diventate leggenda, la sua voce calda, le urla emesse insieme a salti e danze sensuali, sprigionavano tutto l’eros artistico e sessuale che Jim cercava – e riusciva – di esprimere al meglio.
In ogni concerto, in ogni apparizione dal vivo, Jim richiamava tutte le sue influenze giovanili, parlava di sciamani, della potenza delle droghe psichedeliche, parlava di Dioniso, di ebbrezza e sessualità, di morte, e più Jim parlava più dalle cariche alte degli USA si cercava di contenerlo. Erano gli anni del rock e del sesso libero, delle droghe e delle ribellioni giovani, delle lotte sociali e politiche per la liberazione della gioventù e la cessazione della guerra in Vietnam. Jim è riuscito a diventarne uno dei simboli più potenti.
Jim: Il tramonto di un dio
Si sa che ogni umano che si avvicina agli dei è più propenso a bruciare che a spegnersi lentamente, come cantava Neil Young. Il tramonto di Jim, dato dalle droghe, dalla fama eccessiva e da uno spirito di ribellione incontrollabile non ha tardato ad arrivare.
Col tempo Jim aveva iniziato a portare al limite i suoi comportamenti durante i concerti, la sua propensione all’eccesso era incontrollabile. L’apice fu raggiunto il 1 Marzo del 1969, durante un concerto tenutosi a Miami davanti a 12 mila persone. Il reportage di quel concerto, anche se a volte discordante, parla di un linguaggio sessualmente esplicito da parte di Morrison. L’accusa più pesante però è una: Jim si sarebbe spogliato nudo mostrandosi a tutti i presenti.
Poco tempo dopo la sentenza è inesorabile: Jim è colpevole, è l’inizio della fine. Morrison è ormai dipendente da droghe pesanti e alcool, non riesce più ad esibirsi come una volta, e decide di prendersi una pausa.
Con un fisico visibilmente ingrassato e la barba folta, l’ultimo anelito è un capolavoro musicale: L.A. Woman, l’ultimo album che vede Jim protagonista dei Doors, uscito nel Marzo del 1971. Jim Morrison poco prima dell’uscita dell’album, si trasferisce a Parigi, con la storica compagna Pam (Pamela Courson), forse per purificarsi, senza però riuscirci mai del tutto.
Qui il 3 Luglio del 1971 dopo poco più di 3 mesi di soggiorno nella capitale francese Jim Morrison viene trovato esanime nella vasca da bagno della sua dimora. Le cause sono ancora ignote, e non poteva essere altrimenti per una figura affascinante e misteriosa come quella di Jim di cui ancora si parla e si parlerà.