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La Roma di Borromini

Sant'Ivo
L’interno della cupola di Sant’Ivo alla Sapienza, 1643

Protagonista controverso di una stazione altissima di produzione architettonica nella Roma del Seicento è il geniale e sfortunato architetto ticinese conosciuto come Borromini (1599-1667), che in realtà si chiamava Francesco Castelli. Troppo orgoglioso ed umbratile per piegarsi alla cortigianeria della Roma coeva, egli fu il vero interprete di uno stile tanto criticato ed incompreso quanto innovativo come il Barocco.

Nato tra i paesaggi contemplativi del Canton Ticino, figlio e nipote di scalpellini, Borromini aveva la materialità nel sangue e nelle mani: si forma prima lavorando tra i lapicidi del cantiere del Duomo di Milano e poi studiando le architetture paleocristiane di Ravenna; ma sceglierà la città dei papi come patria d’elezione. Qui inizierà a perfezionarsi sotto la guida dell’adorato maestro Carlo Maderno, realizzerà straordinari disegni e progetti cantieristici in seguito confluiti nel trattato Opus Architectonicum, innescherà con il coetaneo Gian Lorenzo Bernini una feroce rivalità destinata a cambiare il volto dell’Urbe con monumenti straordinari, di risonanza nazionale.

Sulla facciata di Palazzo Falconieri raddoppia il modulo simmetrico esaltando la famiglia committente con simboli allegorici; nella galleria di Palazzo Spada moltiplica illusionisticamente fino a quattro volte la percezione di un porticato classico di pochi metri, incorniciato dal giardino segreto del Cardinale; nell’Oratorio dei Filippini sviluppa la forma a pneuma delle modanature concave e convesse, enfatizzando con materiali semplici il respiro plastico delle architetture.

Oratorio dei Filippini
L’oratorio dei Filippini in piazza della Chiesa Nuova, 1637-50

San Carlino alle Quattro Fontane è l’opera della sua vita, poiché nell’arco di trent’anni progetta progressivamente la pianta, il chiostro e la facciata. Restaura con sobria eleganza la medievale cattedrale di San Giovanni in Laterano; con la cupola di Sant’Ivo alla Sapienza raggiunge il culmine della sua perizia tecnica e sapienza esoterica grazie alla planimetria stondata derivante dal sigillo di Salomone, decorata da 111 stelle e coronata dalla chiocciola sulla base spiraliforme.

Borromini
La chiesa di San Carlino alle Quattro Fontane, dal 1637

Borromini muore suicida, sopraffatto da clamorose incomprensioni e ancora oggi riposa nella Chiesa di San Giovanni dei Fiorentini. I suoi gioielli intagliati nella pietra impreziosiscono Roma, intramontabili testimonianze di un’epoca di fasto e contraddizioni.

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Valeria Marino

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