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La Rotta di Enea

Nel Gennaio 2022 la “Rotta di Enea” è diventato il 45° itinerario riconosciuto dall’Istituto Europeo degli Itinerari Culturali.
Cosa significa?
Questo itinerario valorizza le identità e le diversità del Mediterraneo. È il primo itinerario archeologico e marittimo dotato di una precisa connotazione geografica. Tocca 21 tappe principali di cui 6 siti UNESCO, 3 Parchi Regionali e 5 Paesi, segnando una svolta nel panorama Turistico.

Si tratta del primo viaggio turistico-archeologico di rete ampia che permette ad associazioni culturali, enti, agenzie di viaggio e istituzioni culturali di promuovere le bellezze tra mito, storia e natura dei luoghi menzionati nell’Eneide.

Le Tappe della Rotta

Il percorso culturale si snoda tra coste e località di ben 5 nazioni:

Tappe della Rotta di Enea
  • Turchia;
  • Tunisia;
  • Grecia;
  • Albania;
  • Italia.

Enea, eroe virgiliano, è un personaggio decantato già dagli antichi Greci, ripreso dalla propaganda imperiale, da Cesare e Augusto in poi, per sottolineare il nobile lignaggio Troiano di Roma, degna rivale degli eroi Greci.
La sua rotta tocca il Mediterraneo dei Romani, il Mare Nostrum e mostra la provvidenzialità della pace augustea anche attraverso i luoghi approdati da Enea per raggiungere Roma.

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La fuga di Enea nell’arte

Enea Sbarca nel Lazio

Regione italiana fulcro del racconto e della rotta di Enea è il Lazio; qui si creano i presupposti genealogici per l’origine della progenie dei fondatori di Roma.
Tra la fuga dall’incendio di Troia in Turchia (scavi di Wilusa) e le varie peripezie infine Enea giunge nel Lazio. Questa tappa ha affascinato letterati, artisti e registi che si sono focalizzati sui dettagli del racconto di Virgilio:

  • la guerra con le popolazioni italiche e i seguaci di Enea;
  • le descrizioni dei protagonisti Troiani e dei loro nemici con i loro valori e caratteri messi a confronto;
  • le scene dei sacrifici messi in atto in virtù di un bene superiore si alternano a quelle intimistiche (delle persone morte, chi per la patria e chi per proteggere un amico in battaglia);
  • i “quadretti” del Lazio arcaico naturalistico (la natura, gli accampamenti, gli abitati del Bronzo e del Ferro);
  • i Miti toponomastici ed odonomastici dei siti.
Latium vetus
Città scomparse del Latium Vetus

Le località del Lazio della sua rotta sono quelle del cosiddetto Latium Vetus, dove sorgevano città scomparse di genti italiche che popolavano il Lazio Antico. Si riconoscono diversi ceppi culturali:

  • Etrusco nella zona settentrionale di Roma;
  • Latino in una trentina di tribù;
  • Sabino o “Sannita”;
  • Falisco;
  • Osco-Umbro;
  • Popolazioni italiche varie di natura indoeuropea.

La Romanizzazione ha in molti casi cancellato nomi di popoli e tribù per uno spiccato spirito di conquista e di damnatio memoriae dei nemici ostili di Roma. Nei volumi storici, in Plinio e in Virgilio si ritrovano tracce di alcune genti che Roma ha soggiogato, vinto e inglobato nel suo dominio.

Nei miti si conservano storie dei popoli e alcune volte di provenienze alloctone di città o tribù. Tanti ricercatori di antropologia tendono a spiegare i miti nobilitanti di derivazione greca o troiana come il tentativo di definire la provenienza straniera di quelle località che affidano la fondazione a queste figure non locali. Sicuramente il desiderio di dare natali aulici alle città nasce dal contatto con filosofie e culture che danno attenzione all’origine degna delle città e della civiltà.

Roma non è da meno e quindi anche questa città, divenuta infine la Caput Mundi della Storia, ha legittimato la sua posizione nel Lazio. Sfrutta anch’essa il medesimo sistema di propaganda, quello della fondazione mitica di un Eroe. La grandezza della storia e di tanti aspetti della capitale ha contribuito, senza dubbio, all’aumentare dei miti e delle loro varianti per adattarsi alle esigenze di Roma.

Enea a Roma

Virgilio trasforma un anti-eroe omerico in Eroe Romano per legittimare la fondazione di Roma attraverso una genealogia Troiana che nasce dalla fusione di Enea e i suoi discendenti e i Latini del mito. Il tragitto di Enea diventa così un viaggio iniziatico tra rituali da compiere e segni da cercare di un eroe ignorato o considerato secondario nella letteratura fino al I secolo a.C. per trovare una “terra promessa” quasi come succede agli eroi biblici.

Enea deve raggiungere le località del Lazio per compiere il suo destino glorioso, per creare una “seconda gloriosa Troia” e migliore della prima: Roma. Quindi, nel corso del viaggio, la sua rotta acquista una vera fisicità geografica dal mare all’entroterra, passando per nazioni, porti e diverse realtà culturali di cui tante sono mediterranee.
A Roma il suo percorso termina e si prospetta in maniera piuttosto rapida la generazione successiva di suo figlio Ascanio (Iulo).

Enea, incoraggiato e aiutato anche dagli Dei raggiunge la foce del Tevere (Ostia). Dalla foce risale verso la corrente del fiume, seguendo la navigazione verso le sorgenti del Tevere e ricordando i segni e le informazioni profetiche sul tragitto dategli dal padre Anchise nell’Ade, con ausilio della Sibilla Cumana, e così giunge a Roma. L’immagine della Scrofa che allatta i propri cuccioli sulle sponde del Tevere è un segnale indicativo per lui, ormai prossimo alla sua destinazione.

Di quali luoghi della città di Roma si sta parlando?

La geografia urbana dei siti di Enea qui vede la sovrapposizione del Mito di Roma con la topografia archeologica e la storia. I 7 colli e la Roma delle Origini sono le location più intrise di queste sovrapposizioni sia topografiche che culturali; diversi eroi della Roma mitica lambiscono gli stessi luoghi.
Spesso questo porta a creare dei sincretismi mitologici e geografici anche dei rioni, dei colli o delle vie della città.

Più personaggi sono legati al medesimo luogo, come il Palatino dove si “incontrano” il punto del culto di Romolo con l’area dell’abitato di Pallante e Evandro e con la storia di Ercole Caco. E sempre al Palatino, legato a Pallante, si vincola oltre che Ercole e Romolo proprio Enea.

rotta di enea
Frammento di epigrafe Latina del Foro di Augusto (2 a.C.) – Regno di Enea

Separare i diversi miti che insistono negli stessi luoghi a Roma è impossibile quasi quanto avere una linea metro senza scavi archeologici. La confusione è dovuta all’insicurezza delle fonti indirette (letterarie) complicata da testi nei secoli interpolati, e vige una nebulosità sull’entità della figura di Enea nella Latinità: Enea è un eroe mitico o storico? Cioè, è realmente esistito?

Questa realtà non definita è evidente in un’epigrafe latina conservata nel Museo dei Mercati di Traiano. Questo meraviglioso frammento architettonico del Foro di Augusto ha un testo latino che fa intendere che questo eroe sia storicamente diventato un Re e non una figura al di fuori della storia.

Il testo del frammento cita:

Aen[e]a[s primus] / Latin [orum rex] / regnav[it annos III]
(Enea, primo re dei latini, regnò tre anni)

Alcuni esperti sostengono che i Romani, avendo eliminato gli Eroi come esseri semidivini, avessero reso o Dei o persone storiche realmente esistite tutte le figure extraumane del pantheon indoeuropeo o Greco. Altri invece sostengono che spesso dietro il mito siano state realmente celate persone storiche di cui rimangono solo il nome e un’aura mitica come nel caso di Enea.

La verità sulla storicità di Enea rimane irrisolta, è tuttora un mistero, un altro elemento ignoto come fu per lui la rotta nel Mediterraneo che infine lo condusse a Roma. Il problema sulla storicità di Enea a Roma appare tale a quello dei Sette Re della monarchia delle origini di Roma. Inoltre, per tanti moderni, entrambi (Enea e Romolo) sono Eroi mitici privi di legami o vincoli con la storia.

Le tappe di Enea a Roma

Seguire le tracce di un itinerario leggendario narrato in un testo molto antico come quello in esame è interessante ancora oggi. Schliemann scoprì la città da cui scappò Enea, Troia, proprio leggendo Omero. Fu un caso che la città del racconto fosse presso le stesse coordinate descritte dal testo, poco scientifico, dell’Iliade ma fu una scoperta memorabile.

Andare alla scoperta di questo tipo di siti narrati nella letteratura e poterli vedere dal vivo è ancora motivo di diletto e di grande curiosità. Infatti solo percorrendoli nuovamente dal vivo si possono confermare o meno le informazioni e i dati contenuti nei testi storici. Un esempio è la navigazione sul Tevere dalla foce a Roma; oggi è cambiata molto quindi si possono fare dei paragoni tra come viaggiò Enea e come lo si fa oggi. È molto interessante notare le difficoltà tecniche di navigazione che ebbe Enea nella risalita dal senso opposto al flusso del fiume con le imbarcazioni dell’epoca e i dettagli della sua rotta.

Si parla del Palatino di Pallante e di Evandro, altri eroi di Argo che occupavano la parte settentrionale all’arrivo di Enea. Il confronto dal vivo in una città che non conserva se non negli scavi e nei sotterranei alcune evidenze archeologiche vicine al racconto virgiliano è assai romantico. Compare solo attraverso le spiegazioni di esperti, archeologi e intellettuali la ricostruzione di siti e colli che non hanno più l’aspetto della Roma eroica.

Virgilio, in maniera popolare, spiega la natura multietnica delle genti di Roma prima della fondazione della città. Un atto di fusione tra più genti detto sinecismo di fondazione ha trasformato una serie di insediamenti di varia natura in quella che oggi è Roma. La descrizione dei luoghi di Enea si presenta come una mistione tra ricordo della realtà arcaica e storica di Roma e la sua “mistificazione” fatta da Virgilio e dall’entourage di Augusto. Il valore che ha questa manovra culturale della famiglia Giulio Claudia nella storia è immenso, anche se si tratta di una riscrittura dei miti e delle origini di Roma poeticamente (espressa dagli intellettuali di Augusto e orientata a celebrare in simultanea le origini gloriose di Roma) combacianti con quelle della famiglia dinastica al potere.

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Scudo di Enea

Nell’opera virgiliana alcune parti del viaggio di Enea sono riprese e completate nella descrizione delle immagini dello Scudo dell’eroe.

La Roma dello Scudo di Enea

La città è rappresentata da Vulcano che con la sua tecnica metallurgica si mostra quasi come un’alchimista e un mago, così come aveva fatto per Achille. La Roma che si vede creata dalla fuga di Enea da Troia nelle pieghe dello scudo è una città gioiello cioè un mondo ricco di valori come quello dei gioielli. Narra per immagini (ekphrasis) la fuga di Troia, la Battaglia di Azio, il passato e il futuro di Enea ben oltre la vita dell’eroe.

La parte che riguarda il troiano procede dalla fuga alla creazione di Alba Longa (Albano) e Lavinium (Pratica di Mare – Lavinio) dove lui fonda delle città italiche nel Lazio, seppure abbia girato in diverse località di questa regione. Da queste due località si creano le progenie di Romolo e Remo che daranno vita alla seconda narrazione mitica, quella dei due gemelli.

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Le pieghe dello Scudo di Enea

Enea nella Storia e nella Cultura

Il nome

Enea ha un nome parlante come quello di quasi tutti gli Eroi noti, significa “Laudato”. Il legame con la dea Venus (Venere) porta all’eroe una innata capacità: possiede sentimenti di amore, pietà e compassione. Nell’onomastica è un nome che riscuote successo e viene dato ai nuovi nati per auspicare figli lodati e amati, generosi e di cuore.

La  storia e la cultura: Enea come simbolo e valore

Enea dopo l’impresa di Roma fu chiamato anche “Figlio del Sole”, un nome di derivazione orientale. La sua natura semidivina gli conferisce una Sapienza Divina e una serie di varianti sulla storia e sulla sua morte.
In una versione viene assunto in cielo al fianco di Marte e Venere, come nei casi di Elena ed Ercole, diventando una divinità dopo la morte.
Nella partenza in Turchia, a Troia, egli porta con sé il padre e il figlio con le statuine degli Antenati. Queste statuine originano a Roma la storia dei Penati e il loro culto, sia in pubblico che in privato, venerati nell’area del Foro Romano vicino a Vesta.
Associati ai Penati ci sono anche i simboli del focolare o Fuoco Sacro che lo accompagnano legandosi al culto del Fuoco della conoscenza e della patria.

Si fondono nel Pantheon Romano i culti solari a quelli del fuoco degli dei Vulcano, Vesta e Elios /Sol Apollo, di cui Enea è sia un manifestazione sia un portatore.

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Enea e i Penati – Ara Pacis
Nei racconti col tempo si sovrappone la figura di questo eroe con la genealogia dei gemelli fondatori Romolo e Remo.
Queste due narrazioni mitiche, in origine separate e parallele, ricche di varianti, si mescolano e si piegano alla dinastia Giulio Claudia e dei posteri per propaganda. La geografia mitica di Enea a Roma talvolta si mescola con le storie di Romolo.
Egli è l’eroe dell’empatia, dell’incontro e della mescolanza. Si può interpretare come un elemento universale, rivolto alla pace e alla fratellanza in un mondo da sempre in bilico, nella storia dei popoli e delle singole persone, tra guerre e tragedie individuali, come le guerre civili di Cesare e la pace augustea che Virgilio lascia rispecchiare nel cammino di Enea fino alla creazione della progenie di Roma.

Enea nell’Arte

Il successo artistico della storia di Enea attraversa i secoli e uno dei capolavori indiscussi è il gruppo scultoreo della Galleria Borghese del Bernini.

Il motivo del successo è legato alla sua natura Troiana e di eroe diverso dal canone Greco perfetto e al di fuori del tempo.

Enea e Anchise
Enea e Anchise – Bernini

Dato che i Romani associarono Enea al concetto di pietà, amore, compassione e rispetto si è potuto riusarlo nel concetto cristiano adattandolo ai nuovi valori culturali dalla tardo-antichità al periodo moderno. Diviene importante nelle correnti artistiche che esaltavano la storia, il sentimento e il mito.

Sebbene fosse semi sconosciuto nella classicità greca, nella controparte Romana e poi Umanistica, Barocca e Romantica, Enea e la sua rotta mediterranea diventano soggetto e oggetto di opere d’arte. La molteplicità dei dati e delle componenti del viaggio sono così evidenti da essere diventate uno spunto nel Cinema, grazie anche al lavoro delle associazioni e dei festival del riconoscimento turistico come il 45° itinerario riconosciuto dall’Istituto Europeo degli Itinerari Culturali.

L’Enogastronomia della Rotta di Enea:

Ebbene sì, anche qui si colloca l’enogastronomia, che viene prospettata attraverso due tipologie:

  • da tavola
  • da trasporto e frugale

Si tratta di piatti mediterranei che accumunano culturalmente il bacino eponimo attraverso l’uso di cereali e legumi.

Spiccano:

  • Tavole “imbandite” come i pasti che Didone offre ad Enea in Sicilia serviti da cinquanta ancelle e cento servitori allietati da ingente vino;
  • I frugali pasti nel Lazio dove Enea e i suoi sono costretti a cibarsi delle focacce che erano usate come piatti (le mensae). 

Dal cibo di reggia sicula della regina Didone a quello arrangiato vicino Lavinio (Pratica di Mare) simile alla versione della Pinsa Romana. In ogni occasione compare il Vino:

  • Per ringraziare Bacco dei banchetti alla reggia;
  • Come rituale dei sacrifici pagani svolti nel viaggio;
  • Per inneggiare all’amicizia.

Il valore e il senso del tour di Enea ieri e oggi

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La Mensa di Enea

La Rotta di Enea è l’immagine delle origini della civiltà europea e valorizza un tesoro culturale nonché diversi valori per un futuro di pace in Europa e nel Mediterraneo.

La descrizione in versione universale e classica del poema di Virgilio è una memoria dell’Europa e del Mediterraneo tra realtà storica e mito che offre la possibilità di immergersi in un percorso alla scoperta di sé stessi e delle radici che accomunano i nostri popoli.

La parte legata all’Italia, soprattutto a Roma, è una riscoperta della città prima della città ovvero delle sue essenze come la multietnicità e la fratellanza nella diversità.

La tappa Romana, raccontando una Roma molto Arcaica, mostra come nella sua verve di oltre 2000 anni non smette mai di stupirci, raccontare e incuriosire.

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Alessandra Pignotti

Alessandra Pignotti

Laureata alla Sapienza di Roma nel 2007 in Archeologia e Storia dell’Arte del Mondo Antico e dell’Oriente. È guida turistica e Docente culturale. Collabora con BloggingArt dove scrive di eventi e cultura, enogastronomia, moda e spettacolo.

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