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Fotografia

La Sardegna degli anni ’60 e ’70 vista da Lisetta Carmi

Lisetta - Irgoli
Irgoli, 1964 - Lisetta Carmi

La mostra “Lisetta Carmi: voci allegre nel buio” arriva al MACTE – Museo di Arte Contemporanea di Termoli (e primo museo di arte contemporanea del Molise) dal 15 settembre 2021 al 16 gennaio 2022.

Lisetta Carmi nasce a Genova nel 1924, esiliata con la sua famiglia in Svizzera per via delle origini ebraiche, diventa una delle fotografe più importanti del Novecento italiano. Nel 1960 a 18 anni inizia a lavorare come fotografa professionista, i suoi lavori sono studi, ricerche antropologiche che mostrano comunità e terre lontanissime dagli obiettivi dell’epoca, dall’Israele all’America Latina, dal Nepal al Pakistan, e ancora, l’allora scandaloso I Travestiti del 1972, il reportage sulla community LGBTQ italiana.

Lisetta Carmi Orgosolo
Festa dell’Assunta, Orgosolo, 1964 – Lisetta Carmi

“Diario di una maestrina” di Maria Giacobbe, racconta la quotidianità sarda e italiana tra gli anni ’40 e ’50. Tra le varie testimonianze raccolte, una in particolare colpisce Lisetta, quella di Giovanni Piras, che con i suoi disegni astratti racconta il dramma di suo padre, il dramma dei sardi, la violenza del sole e della siccità. Lisetta nel 1962 si mette in viaggio, spinta dalla voglia di raccontare quella Sardegna e arriva fino a Orgosolo, presentandosi a casa Piras.

Lisetta Carmi Orgosolo
Uscita dalla chiesa, Orgosolo, 1964 – Lisetta Carmi

Esattamente come i precedenti lavori in Oriente e America Latina, Voci allegre nel buio ha un’impronta empatica, che in questo caso documenta la vita sociale e i paesaggi di una terra povera, legata all’economia rurale, dove permangono il duro lavoro e le tradizioni. Le fotografie di Lisetta mostrano un rapporto binario tra l’uomo e lo spazio che abita, una Sardegna arcaica, ma ancora in grado di plasmare chi la vive.

Lisetta Carmi Orgosolo
Orgosolo, 1976 – Lisetta Carmi

Durante il soggiorno di Lisetta un carabiniere perse la vita nelle campagne di Urgurui in una sparatoria, ne usciranno una trentina di scatti a testimonianza del funerale presso la basilica di Santa Maria della Neve a Nuoro. Successivamente catturerà il paese da diverse angolazioni nel giorno di Natale, per poi finire nelle abitazioni della gente del posto. Nel 1964 durante la festa dell’Assunta immortala costumi, cavalli, cantori. Ancora nel 1964 assiste al “Capodanno di Orgosolo: la festa della Candeleria”.

Lisetta Carmi Orgosolo
Nuoro, funerali del carabiniere, 1962 – Lisetta Carmi
Lisetta - Porto Cervo
Porto Cervo, 1964 – Lisetta Carmi
Lisetta - Orgosolo
Festa della Candeleria, Orgosolo, 1966 – Lisetta Carmi

La relazione con quest’isola durerà fino al 1976, quando Lisetta abbandonerà la fotografia, pur lasciandoci un archivio disparato di soggetti e tematiche eterogenee. Mai come negli ultimi decenni le sue immagini sono state rivalutate, arrivando a presentare, nel 2010, il film “Lisetta Carmi, un’anima in cammino” alla 67esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.

Numerose le mostre che le hanno reso omaggio, da Female identity through the images of five Italian photographers, 1965-1985″ presso il Centro Pecci a Prato, fino a “Lisetta Carmi. Voci allegre nel buio” visibile al MACTE Museo di Arte Contemporanea di Termoli che terminerà il 16 gennaio 2022.

 

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Arianna Casagrande

Arianna Casagrande

Sperimentando sin dall’adolescenza con il mezzo fotografico, si iscrive alla facoltà di Lettere e Filosofia di Roma dove prende confidenza con le arti visive e la fotografia cinematografica. Dopo un breve approccio al cinema nel campo dell’edizione di film e del sound design, negli ultimi anni si è vista coinvolta in progetti di riscrittura testi, interviste, ricerca di archivio e catalogazione della fotografia

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