Mister Gregory, curioso viaggiatore inglese del XII secolo, esprime così la sua meraviglia di fronte al paesaggio urbano di Roma: “sono così numerose le torri da sembrare spighe di grano”.
Una città turrita, che fatichiamo ad immaginare e di cui si è persa la memoria, è sparita coperta dalla Roma rinascimentale e barocca.
Eppure Roma nel Medioevo doveva apparire imponente, visto che era dotata di qualcosa come 300 torri, abbarbicate sulle rovine antiche e custodi torve dei territori dei loro possessori.
Ogni spazio era attentamente controllato e spesso pochi metri separavano famiglie divise da un odio feroce.
Gli Annibaldi e i Frangipane vagamente ci vengono in mente, perché legati al nome di qualche strada. Eppure secoli fa facevano il bello e il cattivo tempo in città, schierati col Papa o con gli Imperatori e fieramente in lotta tra loro attorno al Colosseo.
La famiglia Annibaldi, di modesta nobiltà, ha un grande sviluppo con Pietro, che diventa cognato di papa Innocenzo III, con tutti i vantaggi del caso.
Gli Annibaldi controllavano il territorio fra il Colosseo e il Colle Oppio con un articolato sistema fortificato.
I Frangipane controllavano Colosseo e Palatino e devono il nome ad un atto di generosità, infatti, durante una carestia il capostipite offre il pane agli affamati, accolto dal grido “frangi nobis panem” (spezza per noi il pane).
Le prime tracce certa risalgono al 1004 e da quel momento pian piano li vediamo sempre più schierati nel lato imperiale, tanto da arrivare a rapire papa Gelasio II! Sarà però proprio un Frangipane a tradire Corradino, l’ultimo degli Svevi, e a consegnarlo ai d’Angiò.
I Francesi devono ai Frangipane anche la famosa crema che utilizzano nel loro tradizionale dolce natalizio: la Galette du Roi. Pare infatti che la ricetta sia stata donata dal conte Cesare Frangipani a Caterina de Medici in occasione del suo matrimonio.
La Torre delle Milizie è forse quella che più impressiona, anche la “sorella” in fondo a Via Cavour, non era da meno, ma dimezzata a causa di un terremoto, sonnecchia ormai da secoli, quasi inavvertita. Entrambe facevano capo alla famiglia dei Conti, il cui più importante membro fu il celebre Innocenzo III fiero difensore del Papato, e passarono poi ai Caetani finchè non tramontò l’astro di papa Bonifacio VIII.
Assieme alle torri anche numerosissimi campanili punteggiavano il paesaggio urbano cittadino.
Per riuscire ad immaginarne l’effetto provate a pensare a San Giminiano, moltiplicandola per cento!
Per informazioni sulla visita guidata vai al sito di Yes Art Italy
Leggi anche
Il Fornaio di Borgo Pio
I Porti di Roma
Una straordinaria storia d’amore conclusa all’Aracoeli