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L’Universo femminile a Roma tra sacro e profano

Peter Paul Rubens: Marte e Rea Silvia

Molte le donne che hanno avuto un ruolo speciale nella città eterna, cortigiane in cerca di notorietà e sistemazione economica, sante che hanno sentito l’esigenza di entrare in contatto con i luoghi simbolo della cristianità, ma anche donne di cultura e poetesse al centro di stimolanti circoli culturali e salotti letterari. Per ciascuna di esse Roma ha costituito un punto di riferimento e nella sua versatile identità ha fornito occasioni mondane e spirituali.

Non sarà un caso se la stessa origine di Roma è legata ad una donna, la vestale Rea Silvia che, secondo la leggenda, sarebbe stata fecondata da un dio, dando successivamente alla luce la coppia di gemelli più famosa della storia, Romolo e Remo.

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Culto di Vesta

L’istituzione delle Vestali, fanciulle destinate alla custodia del focus publicus, simbolo del potere dello Stato che non doveva mai venir meno, era sotto la giurisdizione prima del re e poi del Collegio dei Pontefici.

Venivano convocate per il sorteggio venti bambine tra i sei e i dieci anni, i cui requisiti erano l’appartenenza a famiglie patrizie, con entrambi i genitori in vita e il possesso di una perfetta costituzione fisica. Tenute ad un abbigliamento severo, erano donne agiate e onorate da tutti. Consoli e pretori cedevano loro il passo ed erano ammesse agli spettacoli teatrali e circensi. Venivano sepolte entro le mura della città. Potevano partecipare alla vita pubblica, concedere la grazia ad un condannato, partecipare a cerimonie e uscire da sole.

Dopo trent’anni potevano abbandonare il sacerdozio e sposarsi. Gravi erano, però, le punizioni per le loro inadempienze: sarebbero state frustate se avessero fatto spegnere il sacro fuoco e sepolte vive se si fossero abbandonate ad atti di libidine.

Solo nel 391 l’imperatore Valentiniano e poi Teodosio spazzarono via i culti pagani decretando la fine del Collegio delle sacerdotesse di Vesta.

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Livia Drusilla

Tuttavia il culto del focolare domestico rimase nell’ambito privato e la donna svolse sempre il ruolo di custode della piccola struttura sociale che era la famiglia. Sebbene nell’ottica di una società in cui l’uomo, il padre prima e il marito dopo, avevano pieni diritti sulle donne, in età repubblicana assistiamo alla crescita di una certa autonomia che consisteva nella possibilità di recarsi al tempio o assistere a spettacoli pubblici e rivestire il ruolo di consigliera accanto a uomini di potere.

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Messalina

L’età imperiale ci regala “bassorilievi” di personaggi femminili di grande prestigio, da Livia Drusilla che sposa Augusto nel 38 a. C. all’età di 21 anni e la cui fisionomia rivela una personalità forte e capace di appoggiare e sostenere fino alla morte il coniuge, a Messalina andata in sposa all’imperatore Claudio che la farà uccidere, esasperato dalla sua condotta adultera e dissoluta.

Non più sereno sarà del resto il matrimonio con Giulia Agrippina, sorella di Caligola. Nel tentativo di far eleggere imperatore il figlio Nerone, avuto dalla precedente relazione,  lo fece adottare da Claudio che poi avvelenò senza scrupoli.

Con l’avvento del Cristianesimo molte fanciulle romane, appartenenti a diverse classi sociali, diedero prova di fede incrollabile e coraggio,  dando vita ai primi sodalizi cristiani femminili. Molte di loro furono donne colte che conoscevano la lingua greca e quella  latina nonché l’ebraico ed erano in grado di leggere le Sacre Scritture. Tra tutte ricordiamo Paola Romana devota a Girolamo, convocato a Roma da papa Damaso. Paola seguì il santo in Palestina ed Egitto e fondò il primo monastero femminile, sostenendo anche finanziariamente l’opera di Girolamo di traduzione e commento della Bibbia, la cosiddetta “Volgata”.

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Marozia

Ma Roma fu anche teatro di torbide manovre politiche, all’insegna di insaziabili appetiti e facile corruzione di cui furono protagoniste interessanti figure femminili. Nel X secolo, infatti, poco prima dell’anno Mille, si afferma la personalità di Marozia, figlia del senatore di Roma, Teofilatto, che sarebbe riuscito ad imporre Sergio III dei Conti di Tuscolo al Soglio Pontificio, presunto amante di Marozia e da cui sarebbe nato un figlio. La scaltrezza e l’ambizione della donna che sposa in seconde nozze Guido di Toscana, la porta in seguito ad ottenere l’uccisione del nuovo pontefice, Giovanni X, e l’elezione del figlio con il nome di Giovanni XI, decretando il potere di Marozia come senatrix e patricia sull’intera città di Roma per quasi vent’anni.

Bellezza, capacità seduttive ed ambizione erano del resto doti comuni alle più celebri cortigiane dell’età rinascimentale a Roma. Già sul finire del Quattrocento si adotta il termine cortigiana per indicare amanti e compagne di uomini di corte.

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Vannozza Cattanei

Roma all’inizio del Cinquecento è detta “terra da donne” poiché giungevano da ogni dove giovani di piacevole aspetto, accompagnate dalle rispettive madri che sceglievano tra i rampolli delle casate più importanti i clienti per le loro figlie.

Tra i nomi più illustri compare la fiorentina Fiammetta di Bartolo che diviene l’amante del card. Ammannati e poi di Cesare Borgia, figlio che Alessandro VI ebbe dalla concubina Vannozza Cattanei, imprenditrice e proprietaria di locande in zona Campo de’ Fiori.

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Imperia

E sempre nel clima di rilassatezza morale che caratterizzò la salita al Soglio Pontificio di Alessandro VI, il famigerato papa Borgia, si afferma, tra le altre, una donna di grande bellezza, unita a notevole cultura. Si tratta della cortigiana Lucrezia, in arte Imperia, nota per le sue doti di poetessa, scrittrice, musicista e cantante, capace di creare nella sua dimora un vero ambiente di corte all’insegna della raffinatezza, dell’arte e della cultura.

Fu l’amante di Agostino Chigi e di Angelo Del Bufalo ma, nonostante le sue doti fisiche e intellettuali, non riuscì ad ottenere un ruolo importante nella vita sentimentale dei due. Unica consolazione fu la figlia e l’onore di essere sepolta a San Gregorio al Celio in una cappella commissionata dal magnifico Agostino.

La raggiunta consapevolezza del proprio potere, la possibilità di essere il centro di vivaci ambienti culturali e artistici e di poter occuparsi di affari personali e familiari di tutto rispetto restituiscono dunque  ritratti di donne che hanno tenuto testa ai pregiudizi della società del passato e sono diventate autentiche imprenditrici di loro stesse.

Per informazioni sulla visita guidata vai al sito di Yes Art Italy

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Tiziana Bellucci

Tiziana Bellucci

Laurea in Lettere all’Università di Roma “La Sapienza”, con indirizzo storico-artistico. Ha svolto attività didattica e di ricerca come “Cultore della materia” per la Cattedra di Critica d’Arte, presso il Dipartimento di Storia dell’Arte della Facoltà di Lettere alla Sapienza. Guida turistica abilitata per Roma e provincia, da anni svolge attività di promozione culturale nell’area di Roma e nel territorio della Tuscia dedicando particolare attenzione agli aspetti della storia dell’arte medievale e rinascimentale. È docente di ruolo nella scuola pubblica.

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