Marialuna Storti, artista romana da sempre sensibile al problema del cambiamento climatico e al riciclo, ha partecipato alla mostra “Rescue it! Artisti in movimento” che si è svolta all’ex-garage dal 24 al 31 Ottobre 2021. Noi di BloggingArt abbiamo avuto occasione di intervistarla poco dopo la mostra e ci ha raccontato, così, la produzione delle sue opere. L’artista comincia la sua carriera già al tempo degli studi, prima della laurea in pittura presso l’Accademia delle Belle Arti. Molto forte è il legame con Roma, sua città natale, dove si è dedicata all’attività di muralista.
Marialuna, la tua arte è una perenne sperimentazione attraverso l’uso di materiali diversi. Qual è la tecnica che più ti appartiene e che ti permette meglio di esprimere te stessa e i messaggi che vuoi lanciare attraverso le tue opere?
La sperimentazione fa parte del mio percorso, è sempre stato un atteggiamento mentale ancor prima di diventare concreto: l’idea fornisce uno spunto al linguaggio e viceversa. Ho utilizzato molte possibilità di creazione: il processo introspettivo parte dalla visualizzazione interna di un’immagine per trasformarla in realtà.
I Murales
Il murale è una delle forme pittoriche più materiche e sorprendenti che ci sia. Il muro è un supporto imprevedibile, restituisce alla pittura una percezione articolata a seconda della rappresentazione. Ho sempre prediletto il segno, la forma o la composizione, tra elementi figurativi ed elementi astratti.
La pittura mi ha suggerito, da un certo punto in poi, qualcosa da realizzare in altro modo, ecco perché ho abbandonato un po’ i murales e ho iniziato a lavorare con gesso, legno e carta.
Le altre tecniche
La materia da plasmare con le mani o con strumenti e creare qualcosa dall’inizio, mi hanno portato a sentirmi più vicina alla scultura che alla pittura, giungendo ad una fase più adulta. Capire il processo chimico della lavorazione, aspettare i tempi di elaborazione e alterarli: questa è la sperimentazione attuale e la carta fatta a mano ne è il perno centrale; è la ricerca che sento mia da tempo. Il messaggio principale consiste nel fare senza una finalità descrittiva necessaria, è la costante produzione di una ricerca.
In occasione della collettiva all’Ex Garage sul tema del riciclo, hai esposto delle opere in carta riciclata, un nuovo divenire di un qualcosa che sarebbe finito altrimenti nel cestino. Perché la carta?
L’uso della carta riciclata è nato dall’esigenza di dar forma a un supporto personale, unico, diverso dai fogli industriali che inizialmente ho usato per le incisioni e per i disegni.
L’esigenza di vedere fino a che punto potessi dargli voce in altro modo mi ha spinta ad usare le imperfezioni della carta come possibilità. I rilievi, gli incisi, i buchi, sono diventati un valore aggiunto e, giocando sulle trasparenze, ho trasformato un foglio apparentemente semplice in opera.
Quanto è importante il riciclo per la tua arte?
Il riciclo è sempre stato parte integrante del mio operato: dal recupero di strumenti dal legno per realizzare telai, vasche e cornici, a strumenti complessi per realizzare delle texture sulla carta, compresa l’acqua della bacinella che travaso e riutilizzo per macerare le carte. È un modus operandi che necessita della volontà di recuperare una tecnica antica per darle una veste contemporanea. Creare la carta a mano è una tradizione artigianale italiana molto importante. Probabilmente, avendo origini marchigiane, non poteva che esserci un collegamento.
Il fascino iniziale consiste nel creare qualcosa di nuovo ed affinare un processo di trasformazione grazie alla manualità e all’esperienza. Il macro concetto è questo: tutto è potenzialmente rinnovabile e innovativo se si fornisce la giusta chiave di lettura.
Progetti artistici per il prossimo futuro?
Mi piacerebbe essere più itinerante, l’esperienza di residenza artistica è una delle realtà lavorative che negli ultimi anni mi ha gratificata particolarmente perché l’opera realizzata all’interno del paese di Bienno (BS) è una scultura pubblica permanente nella “Casa degli Artisti”.
Uno dei prossimi progetti che vorrei realizzare, a breve termine, è un’esposizione personale con nuove opere legate alla carta; si tratta di un’idea che ho in mente da un po’ di tempo.
Il secondo, un po’ più a lungo termine, consiste nel dare un nuovo assetto al mio studio. Vorrei creare un laboratorio dove sviluppare una produzione più serrata, incentivare la fornitura di carta per altri artisti e organizzare workshop mirati.
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