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“Mosaico per Procida” per Procida Capitale della Cultura 2022

Oggi, voglio raccontarvi di un evento a cui ho preso parte, grazie all’ invito di Gaetano Cataldo, nell’ambito della manifestazione “Procida Capitale della Cultura 2022″.

La destinazione

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Piano di Sorrento

Ma cominciamo dal principio: luogo di destinazione… Piano di Sorrento!  Ci troviamo nella magnifica zona della Costiera Sorrentina, in Campania. Ma perché si chiama Piano di Sorrento? Ai tempi dei Romani, questa zona era denominata Planum o Planities. Era un territorio posto ad est del Municipium romano di Sorrento.

A seguito del Regio Decreto n°1616 del 13/12/1863, che riformulava i toponomi di tutta Italia, il Comune, chiamato Piano fino a quel momento, acquisì da allora la specifica Di Sorrento per distinguerlo da altri nomi simili in Italia, con lo scopo di identificarlo  geograficamente con il nome della vicina famosa Sorrento, il cui nome si suppone abbia etimologia greca (dal verbo sureo col significato di scorrere insieme come riferimento alle acque che scendono dai valloni). In verità, il nome che più veniva usato dalla popolazione locale per questo villaggio è stato da sempre Carotto.

Piano di Sorrento, occupa la parte centrale della penisola Sorrentina sulla Costiera Amalfitana, confinando con i comuni di Meta, Vico Equense, Sant’Agnello; a Nord la Costa, costituta da alte falesie di Tufo che guarda il Golfo di Napoli.

procidaL’8 Gennaio 1808, con decreto n° 71 di Giuseppe Bonaparte, Piano fu proclamata comune autonomo. Lo stemma riproduce i simboli delle attività agricole, commerciali, marittime e culturali che contraddistinguono il paese: sul mare naviga una feluca, simbolo della marineria, che ha avuto un ruolo importante nella vita del Comune.

L’evento

Veniamo al collegamento con l’evento a cui ho preso parte: la presentazione del libro di Valeria Di Meglio Amma cucena’ cucina, tradizioni e atmosfere dell’isola di Procida. Evento organizzato dall’ Associazione Culturale Archimede, con la collaborazione della locale sezione dell’ Unitre ed il patrocinio dell’assessorato alla cultura della città di Piano di Sorrento.

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Presentazione del Libro

Presentazione, curata dal giornalista enogastronomico Francesco Pascuzzo, accompagnata da immagini video e un piccolo allestimento con gli scatti migliori realizzati dal fotogiornalista Diego Ambruoso durante il suo soggiorno a Procida.

Erano presenti esponenti dell’amministrazione comunale, con il vicesindaco Iaccarino, il coordinamento Unitre Lucio Esposito e la Pastrychef Maria Grazia Cocurullo – che ha realizzato una ricetta a sorpresa legata al connubio gastronomico/culturale fra Procida e la Penisola Sorrentina.

Amma cucena’  è un’affermazione categorica che negli anni si è colorita di ironia e una vena malinconica, espressione femminile, dell’Isola di Procida. Le donne di Procida sono cambiate nel tempo, ma tentando di mantenere salda la loro radicata identità.

Ma come raccontare Procida e Procida Capitale della Cultura 2022?

Procida è una delle due Isole del Golfo di Napoli appartenenti al gruppo delle Isole Flegree. L’Isola dista dalla terra ferma 3,4 Km (canale di Procida) collegata da un piccolo ponte alla vicina isola di Vivara. Le sue coste, danno origine a diverse baie e promontori che concedono riparo alla navigazione ed hanno portato alla nascita di tre porticcioli sui tre versanti dell’Isola.

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Procida- il centro storico

Il centro abitato è diviso in Nove Contrade, dette GrancìeTerra Murata (borgo più antico), Corricella (borgo di Pescatori), Sent’ co’ con il porto commerciale di Marina grande,S. Leonardo, Santissima Annunziata, Sant’ Antuono, Sant’ Antonio e Chiaiolella (porto turistico nella zona Meridionale). Immaginatevi di passeggiare tra i colorati vicoletti di Procida e  i diversi porticcioli..

L’ Isola è di origine vulcanica , nata dall’ eruzione  di quattro diversi Vulcani, oggi totalmente spenti e sommersi. Formata da Tufo Giallo e Grigio , con tracce di Basalti.

Le origini del nome

L’attuale nome dell’ isola proviene da epoca Romana Prochyta. Secondo un’ ipotesi il nome deriva da Primacyme , cioè “prossima a Cuma“. Ma altre la legano al Greco “pròkeitai” cioè “giace“; o ancora, sempre dal greco, ma al termine “prochyo”, in latino “profundo”: in quanto isola messa fuori, sollevata dal fondo del mare.

Per ricollegarci all’aspetto enogastronomico che ci sta guidando, e ricollegandolo all’aggettivo proto-latino “praecidaneus” (“vendemmiale“), poiché l’isola non offriva ai villeggianti passatempi termali né cittadini, ma era frequentata solo in occasione della vendemmia per le sue ottime uve, che probabilmente ci regaleranno presto un loro vino ed una loro cantina.

Capitale della Cultura 2022

Arriviamo ai giorni nostri, così nel XXI secolo esattamente il 18 Gennaio del 2021 Procida è stata nominata “Capitale della Cultura” per il 2022.

Procida isola di cultura: nella Letteratura (con  Elsa Morante), nel Cinema (Il Postino con Troisi) , in Enogastronomia (con i  limoni e carciofi):procida

  • Il limone procidano molto grande, poco acre e con albedo ( la parte bianca tra buccia e polpa) molto sviluppato. Il piatto simbolo è l’insalata di limoni pane. Il limoncello.
  • Poi ci sono dolci: il Casatiello dolce, tipica ciambella pasquale con lievito madre, fino ad arrivare alla moderna e ormai famosissima Lingua di Bue dolce costituito da pasta sfoglia ripiena di crema pasticcera e ricoperto di zucchero.

Il motto di Procida per questo anno è : Procida è l’isola che non isola, ma laboratorio culturale di felicità sociale “. 

Isola regno di doppi: apertura/chiusura, accoglienza/esclusione, libertà/reclusione, legame/distanza.

A questo punto quale collegamento migliore che invitare ad intervenire e partecipare alla serata Gaetano Cataldo, ex ufficiale di marina e ideatore insieme al winemaker Roberto Cipresso di “Mosaico per Procida” e Presidente dell’Associazione “Identità Mediterranea “.

Ma cos’è Mosaico per Procida?

procidaÈ una bottiglia celebrativa, un vino dedicato alla piccola isola del golfo partenopeo. Un progetto “corale” che vede insieme e per la prima volta in assoluto l’unione e il gemellaggio di ben 26 cantine campane. Un vino bianco inedito, frutto di una cuvée di vini di diversi terroir campani: dall’Irpinia, all’Isola di Capri, dal Beneventano al Vesuvio e al Cilento, passando per Caserta, i Campi Flegrei, fino alla Costa di Amalfi.

I Vitigni a bacca bianca autoctoni utilizzati sono : GrecoFiano, Coda di Volpe, Falanghina, Pallagrello BiancoAsprinio, BiancolellaForastera, Pepella etc. Vuole essere un simbolico abbraccio della Campania vitivinicola ed un esempio di impresa collettiva.

Fondamentalmente un progetto spontaneo e non finanziato, portato a compimento con grande determinazione. Progetto condiviso da Associazione Città del VinoAIS CampaniaMAV Wine art Museum.

Ma per non tradire tutto questo, preferisco riportare le parole emozionanti e coinvolgenti direttamente di Gaetano Cataldo: “Francesco Pascuzzo è vicino al progetto fin dalle fasi embrionali, ma facendosi trasportare dalle stesse emozioni ha avuto una visione, così anche Pagina Sette col suo direttore. Ci siamo ritrovati in un posto incantevole, luogo del Mediterraneo ma soprattutto della Mediterraneità Sorrentina. Ho atteso un po’ perché ci sono i big del vino, le guide, la grande comunicazione che avrebbero chissà potuto fare meglio di noi, ma un bel giorno ci siamo alzati io e Roberto Cipresso e ci siamo detti: vorrà dire che la dobbiamo fare noi.

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Gaetano Cataldo

Abbiamo immaginato questa bottiglia, come una sorta di grande abbraccio della Campania Enologica verso Procida, come ringraziamento all’Isola per rendere noi popolo campano fieri della sua nomina. Un’ espressione di gratitudine verso Procida. Ma ci siamo accorti di un’altra cosa, che il vino per quanto si raccolga a fatica, sia oggettivamente il bene agricolo più prezioso e rinomato, che ha più fama e quindi nell’agricoltura ha il dovere di illuminare tutto il comparto. Ecco che abbiamo rovesciato la bottiglia, trasformata in una sorta di vascello per veicolare le eccellenze della gastronomia campana e dietro di esse anche la ristorazione.

Quindi la bottiglia è diventata un messaggero delle virtù campane che Mosaico per Procida intende professare, a partire dalla creatività, dal radicamento verso il territorio, da una forma di intelligenza imprenditoriale collettiva, perché è un progetto francescano che non ha ottenuto fondi, né finanziamenti per la bottiglia. L’obiettivo ed il miracolo è stato duplice: mettere insieme in modo inedito le cantine in maniera orizzontale, in maniera trasversale delle cantine tecniche e mettere poi verticalmente gli operatori del food e della ristorazione.

L’etichetta “Incanto Divino”

Incanto, che poi è diventata l’etichetta, nata da una mostra di 30 artiste che hanno espresso Incanto Divino che poi è diventata l’etichetta attuale.

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Mosaico per Procida – l’etichetta

Oggi “Mosaico per Procida” sorprende perché è questa sorta di miracolo campano, il primo vino della cultura, ed il primo vinaggio perché non è fatto con uve ma con vino, hanno tessuto dei vini insieme, operazione rischiosissima perché solitamente in enologia ciò mette in evidenza tutti i difetti più grandi, ed è la forma migliore per sbagliare i vini ed invece si è ottenuto un risultato grandioso.

Le 26 cantine sono tutte equamente redistribuite sul territorio campano per dare una rappresentanza ad eccezion di Procida, proprio per questo non è “Mosaico di Procida”, ma “Mosaico per Procida” verso Procida, perché al momento la bellissima isola non esprime ancora una cantina.

Quindi dietro quest’operazione francescana sono nate parecchie cose a catena, altro miracolo è dato dal fatto che è diventato il vino che sdogana l’ ” Umanesimo del vino”, anche se sono stato solo  in molte fasi, ma non sono stato sempre solo, perché ho avuto le benedizioni, ho vissuto uno stato di grazia, le volte in cui ho pensato di abbandonare. Tante piccole cose ed attenzioni che ci rivolgiamo l’uno verso l’altro ci fanno capire che non siamo soli, che non siamo un isola. 

Ad esempio la prima donazione, volevo che arrivasse da un certo punto d’Italia e per fortuna è arrivata, perché se fossero arrivati da Milano 10.000 €, non avrebbero avuto lo stesso valore ed intensità di quello effettivamente ricevuto. La prima donazione è stata di un procidano, un marittimo, il Comandante di Lungo Corso Pasquale Persico.

Il vino è un elemento che lega tantissimo al mare, il claim sulla bottiglia è “La cultura Disseta non Isola.

Le recensioni e le fiere

La bottiglia è stata raccontata su diversi articoli (La Repubblica, Il Mattino, La Stampa, l’inserto nazionale delprocida gusto di Repubblica, la Rubrica hit parade su Rai 2 con Bruno Gambacorta, etc..).

Altro piccolo miracolo che non esiste nella storia delle fiere vitivinicole, con la presenza a Vinitaly in ben 3 padiglioni diversi (Campania, Marche e Toscana e in ben 30 stand diversi) grandissima ridondanza che spero possa dare lustro a Procida per 1.000 anni a rappresentare la Campania, che il vino possa essere messaggero di cosa può portare alla Regione il gioco di squadra e l’amore sincero verso il territorio.

Mi sono divertito anche a fare degli abbinamenti culinari (provate lo spaghetto salvaricci): il pairing con Mosaico per Procida si confà perfettamente grazie alle sue caratteristiche organolettiche.

Identità Mediterranea è un’associazione indipendente che ha fatto tutto senza fondi, senza finanziamenti, ma ha raccolto tramite libere donazioni, perché la bottiglia può essere data o in dono a personalità importanti o la si può acquistare, appunto con libera donazione, come le persone che ci hanno aiutato, non ultimo lo Chef Peppe Guida che le ha acquistate, perché altrimenti non avremmo potuto fare tutto questo.

Senza danari in tasca abbiamo portato 3.000 € a Procida e trasformata per due anni in città del vino. Lo scopo del vino è quello di poter staccare il nome e l’etichetta che vedete sulla bottiglia e poterlo regalare a una cantina Procidana che dalla bottiglia N° 0 possa proseguire una tradizione, che la viticoltura a Procida diventi ancora più forbita e specializzata ed attrattrice di un turismo enogastronomico lento, a misura d’uomo “.

Ma com’è nel calice Mosaico per Procida?

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Ho avuto fortunatamente e con grande piacere, l’opportunità di poter scoprire e degustare, la bottiglia Mosaico per Procida, in più di qualche occasione e in differenti contesti ambientali, tipo:

Presso la manifestazione annuale VitignoItalia che è la più importante del Sud Italia e si tiene a Napoli presso Castel dell’Ovo. In compagnia di Gaetano Cataldo e presentandolo ad un pubblico di Americani. La manifestazione è arrivata alla sua 16° Edizione. Evento che sposa arte, cultura, specialità enogastronomiche.

Un vino di sintesi territoriale della Campania. Mostra una personalità univoca e distinta:

  • Alla Vista, è un vino colore oro splendente; molto legato al mare, grazie alle marcate note iodate, con l’ossatura,procida dell’entroterra e dell’ottima facilità di beva.
  • All’ Olfatto, percepiamo un profumo di fiori bianchi, pesca gialla e nespola, note di menta, basilico e effluvi di tabacco biondo. L’unione di diverse Falanghina è evidente, come la presenza dell’Asprinio di Aversa, e di tanti Vitigni autoctoni campani.
  • All’Assaggio, risulta voluminoso e suadente, con una spiccata acidità, seguita dalla nota sapida ed una leggera chiusura ammandorlata.

Chi l’ha assaporato è rimasto divertito ed incuriosito dal progetto originale, ma soprattutto sono rimasti piacevolmente colpiti dal gusto di questo nuovo vino.

L’abbinamento gastronomico

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Razza Simmental

Altra occasione, per testare il vino con il pairing, cosa che mi piace sempre molto fare è accostare e sperimentare. Presso la fantastica BraceriaAi Ferri Corti a Nocera inferiore (Na), dove vi lecchereste certamente i Baffi! In questa occasione come d’uopo, ho voluto sperimentare l’approccio di Mosaico per Procida con la carne. Ma che carne, signori miei, ho avuto modo di leccarmi i baffi e far godere le mie papille gustative, con una bella selezione e fetta di 1 kg di squisitissima carne razza Simmental dal sapore intenso e gradevole, succulenta, attraverso le foto a corredo ammirerete la sua fantastica marezzatura. Per non parlare poi, del mio fantastico calice di Mosaico per Procida, che ha superato alla grande il test con la sua meravigliosa sapidità e mineralità, con la succulenza e morbidezza della Simmental alla brace.

Quindi il mio consiglio spassionato è di andare da loro per provare queste meraviglie.

Chiunque volesse informazioni su Mosaico per Procida può contattarmi sui social, al mio profilo Facebook o Instagram; oppure può contattare direttamente Gaetano Cataldo e Identità Mediterranea su Instagram.

Leggi anche I vini della tenuta San Francesco, una dolce scoperta!

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Brunella La Salvia

Sono Brunella, nasco come Assistente Sociale Professionale, ma anche come insegnante di Scuola dell’Infanzia e Primaria. Un bel giorno, continuando ad uscire con gli amici, mangiando e bevendo in giro per locali e ristoranti, disquisendo su piatti e bicchieri, pian pianino è nata la mia passione, in primis per il nettare divino, il vino, e a seguire per il cibo, così la passione per l'abbinamento cibo- vino in tavola. Mi sono iscritta al corso AIS per Sommelier dove sto per raggiungere il Diploma. Ma facendo questo percorso, ho scoperto altri piaceri e la voglia di continuare a formarmi nel campo della Distillazione, divenendo Degustatore Whiskey Primo Livello. Visto che più bevevo e degustavo, più mi piaceva e mi appassionavo, la mia formazione prosegue nell'ambito della Mixology, con " Accademia Campari". Sono un’appassionata di Fotografia, quindi ad ogni evento che racconto, non posso mancare foto ricordo personali, un po’ come un’Agenda aggiuntiva alla mia passione per la scrittura che vive in me da sempre, che mi permette di mettere giù le mie emozioni e il mio sguardo. Sono una donna che ama sperimentare sia in cucina che nelle Degustazioni, una che non si accontenta del primo impatto, ma deve riprovare e comprendere fin in fondo, che preferisce conoscere ed incontrare le persone che gli narrano dal vivo, e non virtualmente, cosa creano con le loro mani. Adoro ascoltare le storie di chi ha tanto da raccontare. Il resto di me lo scoprirete attraverso le righe di ciò che leggete di mio.

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