ABSTRACT
In occasione del Cinquecentenario dalla morte di Pietro Vannucci, detto il Perugino, Fondazione Perugia in collaborazione con Fondazione Burri presenta, Nero Perugino Burri, dal 22 giugno al 2 ottobre 2023 a Palazzo Baldeschi a Perugia. La mostra mette in dialogo le opere di due tra i più grandi artisti umbri attraverso il comune denominatore del nero, soluzione cromatica suggestiva e peculiare adottata da entrambi.
Il nero
L’esposizione, curata dalla storica dell’arte Vittoria Garibaldi e dal Presidente di Fondazione Burri Bruno Corà, dominata dalla presenza del nero, può vantare venti opere che instaurano un dialogo tra i due grandi artisti umbri: Perugino da un lato e Burri dall’altro. Il nero, simbolicamente significante, è un colore impegnativo che può isolare qualsiasi forma o immagine che gli sia avvicinata, così come la può rendere emblematica. Usato con padronanza da entrambi si configura come un’importante innovazione per l’epoca del Perugino ed uno degli stilemi più reiterati nell’opera di Burri-.
Il nero in alcune opere del Vannucci di piccolo formato, a cavallo tra il XV e il XVI secolo, domina in assoluto lo sfondo. Eliminando qualsiasi interferenza paesaggistica o intermezzi architettonici, il nero è l’unico supporto che regge i protagonisti della scena.
L’idea della mostra è dettata dalla tavola dell’artista, la Madonna con il Bambino e due cherubini del 1495 circa che appartiene alla collezione Perugia. Nell’opera si vedono la Vergine e il Bambino sostenuti da uno sfondo assolutamente nero. Che mette in risalto gli incarnati e le cromie degli abiti. Un modo di procedere del tutto originale per l’epoca. Aver sottolineato questo aspetto ha permesso di ottenere in prestito il Ritratto di giovinetto proveniente dalla Galleria degli Uffizi; ancora lo sfondo nero con Il giovane ragazzo ritratto di tre quarti, girato a sinistra. E la Madonna con Bambino tra San Giovanni e Santa Caterina del Museo del Louvre. Tutti i personaggi riflettono un’impostazione monumentale, con gli sguardi indirizzati altrove.
A dialogare con le tavole del Perugino sono state scelte una decina di opere di Alberto Burri che rivelano la stessa predilezione per il nero. Non come assenza di colore, ma come buio che fa affiorare la luce. E’ lui ad aver utilizzato il Nero con sempre maggiore convinzione a partire dagli anni ’70-’80 del Novecento, conferendogli una particolare valenza cromatica.
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