Il mecenatismo contemporaneo (tra privati e fondazioni) riserva a volte qualche sorpresa a dir poco unica. È il caso della Fondazione Alda Fendi – Esperimenti che nella nuova Gallery del gruppo a Palazzo Rhinoceros porta a Roma un Picasso poco visto e molto particolare: la “Giovane Donna “del 1909. Alda Fendi espone nello scrigno di eleganza e bellezza il cuore delle sperimentazioni della storia dell’arte.
La Gallery
Questa galleria d’arte ha origine recente, infatti nasce solo nel 2018 in uno spazio espositivo del Foro Boario legato alla fondazione Alda Fendi. In questa proposta eleganza, bellezza e libertà di espressione artistico-culturale sono tradotte in mostre, creazioni multimediali, action, interferenze artistiche e performance. Si bilancia il contesto panoramico della sede con la passione per la sperimentazione a 360°.
Picasso nella Gallery
L’intera galleria espone suggestioni picassiane, con un focus sul quadro Giovane donna del 1909, opera cubista del collezionista Sergej Ščukin proveniente dall’Ermitage di San Pietroburgo. È un piacevole salto per il pubblico che dalla Roma antica si ritrova catapultato nella Parigi d’inizio Novecento, davanti allo storico Café de Flore di boulevard Saint-Germain, evocato mediante una finestra video, con canzoni di Edith Piaf e Charles Trenet.
Roma e Parigi
Un “fil rouge” lega la Roma di oggi e la Parigi di inizio Novecento: il mecenatismo.
La mostra offre un’occasione di riflessione sul mecenatismo culturale e la sua importanza storica ed economica. La donna ritratta da Picasso fu a Parigi una coltivatrice di artisti come Matisse, Derrain e lo stesso Picasso. Gertrude Stein scelse il genio dell’artista, non ne fu solo scelta come musa, come preferita.
Con questo evento Alda Fendi dimostra di condividere l’amore per Parigi, immedesimandosi nella signora Stein. E mentre la signora Fendi veste abiti francesi, Picasso, per mecenatismo e bravura di Raffaele Curi “prende temporaneamente casa a Roma“, come in un atto di scambio interculturale. Il legame tra Roma e Parigi cosi viene sugellato attraverso un processo di promozione culturale che si traduce nello spazio della Fondazione. Quest’ultima coniuga moda, spettacolo, archeologia e arte con atteggiamento di sfida nei confronti di formule e regole.
Qui si incontrano Passato e Tecnologia con l’intento di vivere gli esperimenti, adattandosi al ritmo delle trasformazioni con lungimiranza e attenzione verso il Futuro.
Il percorso di visita
Dopo le mostre L’Adolescente di Michelangelo e i San Pietro e San Paolo di El Greco, questa mostra espone un nuovo capolavoro delle collezioni del Museo Statale dell’Ermitage di San Pietroburgo in Russia, mai esposto prima d’ora in Italia.
Il dipinto è accompagnato da un percorso, ideato dal direttore artistico della Fondazione Alda Fendi Raffaele Curi, in cui si mescolano musica, danza e memorie fotografiche della vita del pittore, con un focus dedicato al rapporto tra l’artista spagnolo e l’attore italiano Raf Vallone.
Curi ha convinto il presidente Putin (nonostante i vari dissidi relativi all’invasione dell’Ucraina) a mantenere a Roma il dipinto per i tempi della mostra; si gode con ciò l’ennesimo momento di celebrità. Il direttore non si era mai rassegnato al niet di Mosca. Quindi, Raffaele Curi scrivendo una lettera di richiesta per la proroga e la clemenza sulle sanzioni dei prestiti russi artistici all’Italia è riuscito a convincere il Cremlino ad un “dietrofront” inatteso. La mostra ha proseguito il suo corso senza intoppi.
La danza nel percorso della mostra va dal Ballet Nacional de España al balletto Parade di Erik Satie . Il quadro spicca dal nero delle pareti e sembra illuminato da una luce interiore e preziosa, per raccontare Picasso a tutto tondo.
Raffaele Curi afferma che le rivoluzioni pittoriche, dal figurativismo al cubismo analitico, seguono il classico quasi jazz di Satie, le pavane di Ravel, l’acciaio dorato di Stravinskij. Per lui è musica da sempre: “PI-CAS-SO”.
L’Itinerario è accompagnato dall’evocazione anche contestuale del celebre cafè di Parigi, come un sogno in cui riecheggiano le voci dei sopracitati Edith Piaf e Charles Trenet.
Alle spalle della mostra c’è la Roma Antica del Foro Boario che circonda il Palazzo e rende lo scenario incantevole.
Focus della mostra
1.Il quadro nella collezione di Sergej Ščukin
Il ritratto di Gertrude Stein, “Giovane Donna” del 1909, è apparso nel 1914 in una sala ambiente di appena 25 mq, si affollavano 51 lavori disposti per più file appartenenti al periodo blu, rosa e cubista del pittore.
Picasso dipinse tra il 1905 e il 1906 Gertrude Stein usando come modella Fernanda Olivier, sua amante per ben 8 anni. L’archetipo del ritratto segue la tradizione del ritratto da salotto, da cui tuttavia l’artista si discostò arrivando a dipingere la donna come idolo di un culto sconosciuto e misterioso.
2. Giovane donna dopo il 1914
Questo dipinto, dalla collezione privata entra nel corso della storia dell’arte, nel grande patrimonio dell’Ermitage a San Pietroburgo. La collezione di cui fa parte, la collezione Picasso è una delle più importanti per completezza è qualità. Le opere furono nazionalizzate e rese decadenti tra la prima guerra mondiale e la politica russa del 1917-1918, finirono in un magazzino cosparse di polvere.
Dagli anni 50 del ‘900 tutto il patrimonio dei quadri di Picasso tornò a brillare, esposto nel museo.
Per apprezzare gli spazi della mostra dal vivo mediante visita guidata consulta l’associazione Yes Art Italy al link!