PICCOLE STORIE CINESI
La strana pasticceria di Luo Pei Xi
Illustrato da @Elettra Eletto
Lo ritrovò morto affogato in un mare di una specie di profumatissima crema pasticcera e con la testa infilata in quella dolcissima preparazione. Nella mano destra stringeva ancora il suo più adorato prodotto: il famoso web.bignè al tecno/eco cioccolato. Nella mano sinistra, imbrattato da fare schifo, teneva un libro che la giovanissima moglie si affrettò a nascondere ripulendolo alla meglio.
La donna, straziata dal dolore ed attenta ad ogni movimento per il figlio che portava in grembo, si inginocchiò iniziando a togliere uno ad uno, dai capelli di suo marito Luo Pei Xi, almeno i coloratissimi fosfo canditi che avrebbero reso quella morte assolutamente ridicola.
Non ci volle molto a veder spuntare le guardie ed il medico, intervenuto per accertare la morte, rimase allibito vedendo che il giovane Luo, morto da una settimana non emanava la benché minima puzza di cadavere.
“Non è poi male,” disse uno degli agenti assaggiando un po’ di quella crema. “Però il web.bignè lo mangio io,” rispose con aria autoritaria il medico. “Vi prego,” continuò straziata dal dolore la moglie, “Vorrei solo per me i fosfocanditi e che nessuno si azzardi a toccare il mio hi-fi pasticcio,” cominciando a strillare con gli occhi assetati di vendetta.
La condanna, per il giovane Luo, era stata esemplare: “Dovrà restare agli arresti domiciliari per un mese ed in questo periodo dovrà mangiare solo i dolci di sua produzione, solo quelli e niente altro,” è così che aveva sentenziato il giudice poco dopo l’arresto.
Venendo via da Tianjin, Luo Pei Xi certo non immaginava che avrebbe fatto quella “dolcissima” fine però alla moglie lo disse: “Che futuro può avere un pasticcere qui in Cina. In occidente si ingozzano di queste prelibatezze e potremmo venderne in gran quantità, magari diventerei anche famoso. Sì, andremo in occidente e scriverò un manuale da cucina per la preparazione di dolci”.
In men che non si dica caricò tutte le attrezzature del suo laboratorio su una nave e di lì a qualche mese, spendendo tutti i risparmi di una vita, aprì uno splendido negozio nel bel centro d’una città occidentale.
“Anima mia,” disse alla moglie dopo neanche un mese dall’inaugurazione, “non mi bastano più i soldi per comprare uova, farina, zucchero, burro e tutto il resto”. “Me ne rendo conto,” rispose la moglie, “In Cina avevamo le nostre galline e le mucche di mia madre, qui è tutto diverso ma vedrai Pei Xi, vedrai che ce la faremo”.
La vetrina della pasticceria di Luo Pei Xi era ogni giorno più povera, non c’erano dolci, crostate, pasticcini ed altre leccornie ma era diventata solo una fredda ed anonima finestra che si affacciava sulla strada e da lì poteva vedere ogni giorno la lunga fila di cassonetti per l’immondizia dove venivano gettati montagne di rifiuti.
Quaranta, cinquanta o forse cento grandi contenitori.
Quaranta, cinquanta o forse cento grandi bocche dove finivano quel che altrettante migliaia di bocche avevano scartato.
C’erano tanti cassonetti e lui, il giovane Luo proprio non capiva com’era possibile continuare a respirare un’aria così infetta, ad avere un mare così sporco se, come aveva sentito dire alla radio: “Differenziando i rifiuti sarà assolutamente facile riciclare ogni singolo prodotto,” aveva detto uno dei più accaniti sostenitori di quel progetto divenuta realtà ma lui, Luo Pei Xi, facendo un giorno un giro in periferia l’aveva visto bene che tutta quella montagna di rifiuti veniva di nuovo, in barba a tutti, rimescolata senza alcun ordine.
Sull’orlo della bancarotta il giovane Luo ebbe l’idea. Ogni mattina, all’alba, alzandosi di buon’ora prelevava da ogni cassonetto tutto il necessario per quel che sarebbero stati i suoi manicaretti, i suoi futuri ed insuperabili dolci.
Dolci strani ma assolutamente impareggiabili.
Selezionava e setacciava vetro, plastica, mescolandoci insieme zuccheri di sintesi, vegetali, carta e grassi estratti da prodotti animali. Aveva le attrezzature giuste, ed ancora centrifugava, depurava e polverizzava del legno, otteneva conserve inserendoci nuovi additivi estratti da farmaci e pile in disuso. Separava e distillava nuovi liquidi ottenendo infusi profumatissimi.
La gente passava davanti al negozio del giovane Luo e rimaneva catturata da quei profumi ed apparvero allora le prime ed insuperabili leccornie che lui era il primo ad assaggiare e per le quali la moglie andava pazza.
Era incinta ma tutte le sue voglie si esaudivano nella pasticceria del giovane Luo.
E’ così che vennero sfornate le prodigiose energotorte, i dolcissimi web.bignè, l’irresistibe hi-fi pasticcio per non parlare poi dei fosfocanditi che lui, in odor di virtuosismi, utilizzava per ogni ricetta.
Però prima di passare alla vendita vera e propria una cosa intelligente la fece e ne parlò alla moglie: “Ho spedito tutti miei prodotti nei più importanti laboratori d’analisi e mi hanno assicurato che per la prossima settimana avremo la risposta”.
“I dolci da lei prodotti sono assolutamente fantastici e gli ingredienti utilizzati sono non solo innocui ma estremamente positivi per la salute umana”. Questo era il testo della raccomandata.
Nel giro di poco tempo si passò dalla produzione artigianale a quella in grande scala e su ogni cassonetto, lì di fronte al suo negozio, applicò una targhetta in codice per ricordare gli ingredienti di una torta o altro dolce di turno.
Quaranta, cinquanta o forse cento cassonetti per altrettante dolcissime prelibatezze ma lo zampino d’un matematico, d’un cliente di quelli assai certosini portò il giovane Luo all’arresto, all’immediata condanna e alla successiva morte per eccesso di zuccheri.
Tanti cassonetti per altrettanti dolci e così, fatti i dovuti appostamenti notturni fu denunciato all’autorità costituita proprio dal cliente più affezionato.
Durante il processo tutti si ingozzarono come porci delle leccornie di Luo Pei Xi ed il giudice in prima fila, tra i più insaziabili, ordinò alle guardie di prelevare tutto quel ben di Dio per ridistribuirlo poco dopo ai suoi nipotini.
Tutti i sogni svanirono ma la sfortuna per un marito perso divenne la base delle immense fortune per un figlio in divenire che, venti anni dopo, studiando notte e giorno le pagine di quel manuale in morte lasciato ed ancora profumato di crema pasticcera, capì come fosse stato geniale quel padre pasticcere.
Il giovane Luo aveva onestamente e solo riciclato.
Racconto facente parte della raccolta “Storie di Aghi e Merletti” pubblicata integralmente, circa un decennio fa, in cinese mandarino su Il Tempo Europa Cina (Ou Hua Shi Bao), un settimanale fondato nel 1996 e dedicato alle comunità cinesi in Europa e in Italia. Questa breve raccolta, costituita da otto racconti, illustrati e pubblicati ora su BloggingArt , era tesa a raccogliere, in forma originale e creativa, le speranze delle nuove generazioni di cinesi che qui in Italia nutrivano il sogno, oggi in molti casi concretizzatosi, di inserirsi nel mondo della moda e non solo.
Le illustrazioni che accompagnano il racconto sono di @Elettra Eletto – https://linktr.ee/elettraeletto
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