PICCOLE STORIE CINESI
VIII
Lettera d’un suicida per un sogno divenuto realtà
Illustrato da @Elettra Eletto
Da: Direttore del Quotidiano “La Voce Canterina”.
A: Presidente della Commissione Esaminatrice del Premio Letterario “Paginette Inutili”.
Oggetto: Richiesta di partecipazione a Vs. Premio letterario per una pagina di diario a me pervenuta e dal titolo “Lettera d’un suicida per un sogno divenuto realtà”.
Come Lei ben saprà sono Direttore del più autorevole e venduto quotidiano nazionale, una delle testate più importanti dell’intero continente ma ancora oggi, dalla mia seppur alta posizione non mi è concesso di scherzare con la morte o meglio, con i morti.
Sono solito ricevere una montagna di posta ed ogni giorno i miei collaboratori selezionano, discriminano, vagliano quel che ci arriva in redazione. Avrà certamente avuto modo di prendere visione
della nuova rubrica dedicata ai lettori e dal titolo “Carta Straccia”. Pagina del quotidiano sulla quale ripongo la massima fiducia.
Pochi giorni fa ho ricevuto le pagine che a Lei ho destinato e delle quali non saprei che farmene neanche inserendole nella suddetta rubrica.
Si tratta di robaccia di alcun valore, sicuramente da cestinare e così stavo per fare ma poi credo d’aver capito che c’era di mezzo un morto stecchito, un cinese, uno dei tanti musi gialli che girano per le nostre strade (si tratta di battute perché sicuramente Lei saprà quanto il mio giornale stia facendo nell’ambito dell’integrazione extracomunitaria), allora anche a me, che vivo ancora con il terrore dei gatti neri che attraversano un strada, non era consentito scherzare con la morte ed ho pensato d’inviare alla Sua attenzione questi fogli di carta.
Il nome del concorso letterario da Lei presieduto, “Paginette inutili”, mi sembra il più adatto ad ospitare le inutili righe scritte da una certa vedova Yang.
Certo del Suo interessamento distintamente saluto.
Lettera d’un suicida per un sogno divenuto realtà.
Gentile Responsabile di Redazione del quotidiano “La Voce Canterina”, prima di ripartire per la Cina affido a Lei l’ultima lettera di mio marito morto suicida per un sogno.
L’ultimo e più impegnativo gesto d’amore che non posso segregare qui, inutilmente, nel mio petto.
Siamo partiti da Pechino ricchi e famosi alla ricerca di città più semplici, paesi a misura d’uomo ove poter far crescere i nostri due figli e ci avevano parlato dell’Italia come il luogo ideale dove poter realizzare questo sogno.
Dopo anni trascorsi tra i grattacieli di Shanghai, Hong Kong e appunto Pechino non erano certo i soldi il nostro problema ma certamente l’esigenza d’una vita più semplice e salubre.
Volevamo trovare un luogo ove si coniugassero strettamente arte, cultura e profondo rispetto per la natura, semplicemente un paese, della gente dove immaginare un futuro migliore per i nostri figli.
Ovviamente abbiamo girato il nostro paese, la Cina, in lungo e in largo ma troppo spesso l’esigenza del benessere si scontra con la realtà di alcuni luoghi ancora arretrati e così, venuti a conoscenza di alcune splendide realtà urbane del vostro paese, l’Italia, abbiamo tentato di cambiar vita.
Torno in Cina sconfitta e, come vedova Yang, confido in Lei per veder pubblicate le ultime volontà di mio marito Yang Wei nella pazzesca “lettera d’un suicida per un sogno divenuto realtà”:
Caro amore mio, ti scrivo queste ultime righe come estremo saluto e ti prego di abbracciare, senza piangere se puoi, le nostre due stelline ma purtroppo non posso fare diversamente, gli eventi e il luogo me lo impongono, l’unica scelta per un grossista di preziosi sta nell’immolarsi alla peggior disfatta e quindi abbandono la scena sperando che le conseguenze saranno esattamente quelle che mi sono proposto e cioè positive per tutti voi.
Per una intera vita ho venduto e acquistato diamanti e pietre preziose di ogni tipo. Ho comprato oro in gran quantità, come sai, da ogni parte del globo perché immaginavo, ne ero certo ti assicuro, che questo fosse l’elemento più nobile e prezioso ma poi, giunti in questo paese, l’Italia, descritto da sempre come culla universale di cultura, tutto è cambiato. Purtroppo sono precipitato nel baratro portandoti dietro con me solo perché stracolmo di diamanti, oro ed altri inutili elementi oggi privi, qui in questa terra straniera, del benchè minimo valore però nella mia morte è compresa una ricca polizza assicurativa che ho avuto, ahimè, il tempo di leggere per bene e sono certo che con i proventi di questa scelta saprai ricostruire qualcosa di buono dalle ceneri.
Non voglio dilungarmi oltre per non andare incontro ad eventuali ripensamenti ma aggiungo solo che ho provveduto immediatamente, ed è cosa di questi giorni, a disfarmi di tutte quelle inutili pietre preziose da non so più quanti carati, dell’oro e di quanto altro in passato assai nobile per permetterti finalmente, anche e soprattutto con i soldi della polizza, di rifarti una vita e di permettere il meglio ai nostri due figli.
Sarete del tutto alla pari con i cittadini di questa nazione, l’Italia, e potrete condividere appieno le loro usanze visto che mi sono permesso di sottoscrivere vari contratti che troverai nel secondo cassetto della mia scrivania e che vi permetteranno di essere al passo con il nuovo millennio semplicemente convertendo tutto il possibile in nostro, scusate vostro possesso, con l’elemento ora qui più prezioso: l’alluminio anodizzato.
Subito dopo la mia morte, con i soldi dell’assicurazione, potrete finalmente rifare gli infissi; quanti soldi buttati un anno fa per quelli in legno e poi ancora porte, mobili, pavimenti, tappeti, vestiti e quanto altro necessario a voi tutti con questo indispensabile elemento, prezioso e fino ad oggi negato alla mia famiglia solo in ragione della mia assoluta incapacità a trattarlo per il suo valore reale, economico e culturale.
Come vedrai la nostra cassaforte è stata finalmente svuotata di tutta quella paccottaglia aurea, quante volte mi scongiuravi piangendo di farlo, e ti prego ora, quindi, senza alcun ripensamento di riempirla con la maggior quantità possibile d’alluminio anodizzato scegliendo a tuo gusto i colori e vedrai così che le tue amiche italiane moriranno d’invidia ed io dall’alto dei cieli sorriderò felice.
Se fino ad oggi vi ho costretto a vivere, nei nostri itinerari italiani, le difficoltà d’una vita socialmente ai margini perché privi di questo meraviglioso materiale, l’alluminio anodizzato, dopo la mia morte potrai finalmente riaprire le porte della nostra casa, ovviamente in alluminio, a tutti gli amici e parenti ed anche le nostre due stelle si sentiranno finalmente fiere di ospitare i loro coetanei senza sentirsi imbarazzati per le loro camerette ancora, ma vi prego di perdonarmi, in legno massello laccato.
A “Fior di Bosco” mi sono permesso di fare un regalo, una piccola pazzia, un dono del suo papà che troppe volte s’era sentito impotente di fronte alla obsoleta presenza, in salone, di quel pianoforte a coda in legno costato un occhio della testa e che lei, poverina, si vergognava di mostrare agli amici, così ho pensato di comprare l’ultima novità italiana in fatto di pianoforti: un modello in cassa d’alluminio bianca con i tasti in blocchetti d’alluminio simil avorio ed ebano. Dio solo sa quanto ho dovuto spendere ma ne valeva la pena e domani passeranno a ritirare il vecchio per portarlo a discarica.
Per non essere da meno al piccolo “Attila” ho regalato una primizia in fatto di costruzioni per bambini: si tratta di quei meccanoalluminio che lui tanto desiderava mentre io insistevo per quei giochi assurdi con elementi in legno a forma di animali della fattoria. Faccio ammenda e li troverai nello sgabuzzino, prendili e daglieli, forse lo faranno un po’ sorridere in mancanza del suo papo.
Per te amore mio ho pensato al dono più bello, quello che ti fermavi a guardare durante le nostre passeggiate e così quando mi sono disfatto di tutti quegli inutili gioielli ho pensato proprio a lui, al collier d’alluminio inciso da quel famoso maestro artigiano alluminatore, scusa l’emozione ma in questo momento non me ne ricordo il nome.
Sapevo benissimo, e non negarlo, di come ti sentissi in imbarazzo con le tue amiche per i due ermellini ed il visone bianco così mi sono concesso anche la pazzia di regalarti quel che ancora non si vede in giro, una assoluta primizia in fatto di pellicce, un modello in scaglie setizzate di fibra alluminescente.Mi hanno detto che si presta molto a serate di gran gala, a ricevimenti e ad altre occasioni del genere che certo non potranno mancarti ora frequentando con ben altro piglio la moglie del sindaco, le consorti di tutti i consiglieri e le autorità di questo splendido e storico paese baciato dall’alluminio.
Prendi questo pensiero anche come uno stimolo a non chiuderti in te stessa, un incentivo a non rimuginare nel dolore per la mia morte, a stare tra la gente e a donare qualcosa per il recupero urbanistico di questo centro che, attraverso l’alluminio, potrà ovviamente brillare e rinascere a nuova vita.
Quante famiglie, e già mi sembra di vederlo, potranno godere con il tuo aiuto vedendo le loro vecchie case in pietra baciate dalla luminosità, dalle splendide iridescenze cromatiche dell’alluminio.
Come vedi ho fatto le cose per bene, ho pensato a voi e al mondo che vi circonda per consentirvi di trascorrere una vita in prima fila perché per troppo tempo, ostinato come un mulo, vi avevo costretto ad un’esistenza ai margini ma d’altronde il progresso avanza e bisogna adeguarsi.
Certo tutto ciò passerà sulla mia pelle ed allora concedimi, moglie mia, solo il lusso di riposare in pace in una bara degna pur sempre del mio nome che è anche quello che accompagnerà i nostri figli per i giorni a venire.
Il mio ultimo desiderio è quello di un discreto, ma diciamo elegante feretro in nero alluminio anodizzato con delle sobrie finiture bronzate ed una lapide in alluminio bianco satinato, per farti un’idea potrai certo recarti al vicino cimitero, e sulla quale, ma puoi apportare variazioni a tuo piacimento veder scritto: dalla moglie e dai figli il più tenero abbraccio al marito, al padre, che volò in cielo sulle ali d’un sogno divenuto realtà, l’alluminio anodizzato.
Racconto facente parte della raccolta “Storie di Aghi e Merletti” pubblicata integralmente, circa un decennio fa, in cinese mandarino su Il Tempo Europa Cina (Ou Hua Shi Bao), un settimanale fondato nel 1996 e dedicato alle comunità cinesi in Europa e in Italia. Questa breve raccolta, costituita da otto racconti, illustrati e pubblicati ora su BloggingArt , era tesa a raccogliere, in forma originale e creativa, le speranze delle nuove generazioni di cinesi che qui in Italia nutrivano il sogno, oggi in molti casi concretizzatosi, di inserirsi nel mondo della moda e non solo.
Le illustrazioni che accompagnano il racconto sono di @Elettra Eletto – https://linktr.ee/elettraeletto
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