Spesso ci si sofferma sulle relazioni internazionali e sulla politica estera solo quando hanno luogo grandi sconvolgimenti a livello internazionale, che spingono a documentarsi, quantomeno con i mezzi di informazione più a portata di mano, sugli aggiornamenti più rilevanti. Quando poi le crisi internazionali cessano, si torna a non parlare più di politica estera. E così sino al prossimo sconvolgimento. Qual è la percezione della politica estera da parte dell’opinione pubblica e che importanza si dà alle relazioni internazionali? Parliamone!
Innanzitutto è bene chiarire cosa si intende con politica estera: si tratta dell’attività di uno Stato volta a definire le priorità e gli interessi nell’ambito delle relazioni internazionali con gli altri Stati facenti parte della c.d. Comunità internazionale. Nelle forme di governo parlamentari, come quella del nostro Paese, è di competenza del Governo, che detiene il potere esecutivo, ed in particolare del Ministero degli Affari esteri, che si occupa di dare attuazione alle linee dettate dal Governo anche e soprattutto tramite le missioni diplomatico-consolari presenti negli altri Stati della Comunità internazionale.
Il Ministro degli Affari Esteri guida il Ministero e si occupa di funzioni importantissime in merito alla politica estera di un determinato Stato. In Italia si fa riferimento spesso, soprattutto in materia giornalistica, al termine Farnesina per riferirsi al Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, dal nome del Palazzo in cui esso ha sede.
Il ruolo delle organizzazioni internazionali
Gli attori internazionali tuttavia non si esauriscono con gli stati; un ruolo fondamentale è giocato dalle organizzazioni internazionali, che nella politica estera esercitano un’influenza rilevante. È il caso dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, del Consiglio d’Europa e certamente dell’Unione europea, ognuna con funzioni e obiettivi differenti definiti nei rispettivi statuti.
La crisi economica e sanitaria si conferma essere la principale minaccia per il nostro paese, secondo quanto rivelato da un sondaggio condotto dall’Istituto per gli studi di politica internazionale (ISPI); di politica estera e relazioni internazionali ci si interessa meno, soprattutto in momenti storici di – almeno apparente – pace internazionale. Ma perchè?
Le ragioni del disinteresse per la politica estera
Innanzitutto per una banale ragione di spazi, come direbbe la geopolitica: è un istinto umano quello di preoccuparsi maggiormente per quello che si ha attorno, piuttosto che di quello che è lontano. Un tempo si poneva anche il problema linguistico. Naturalmente questo è più che superato ad oggi. Si ricevono aggiornamenti non solo in tempo reale, ma tradotti immediatamente.
Spesso si tende a sottovalutare quello che può essere l’impatto di una scelta di politica estera piuttosto che un’altra nella nostra vita quotidiana; non si comprende fino in fondo come e in che misura l’andamento delle relazioni internazionali condizioni la politica interna e, in ultima analisi, la vita di ognuno di noi. È certamente un aspetto che andrebbe approfondito, soprattutto in considerazione del ruolo geopolitico e strategico che stanno assumendo le organizzazioni internazionali, prima tra tutte l’Unione europea, nelle vicende internazionali di cui sentiamo parlare.
I mezzi di comunicazione e il cyberspazio
La lontananza è facilmente colmata dalla rapida evoluzione dei mezzi di comunicazione che permettono un’informazione completa e immediata in qualsiasi parte del globo; grazie a giornali online e soprattutto ai social network, è possibile ricevere anche foto e video in pochissimo tempo. Questi dati hanno un impatto fortissimo che sta cambiando l’andamento delle relazioni internazionali. Basti pensare al ruolo dei media nella Guerra del Vietnam – con riferimento alla televisione che permise la diffusione di immagini di guerra che provocarono forti proteste, condizionando pesantemente l’azione politica americana -, o in eventi tragici e importanti come quello dell’11 settembre 2001.
Oggi, in un mondo totalmente circondato dai social network e che non può non considerare il ruolo del cyberspazio, la ricezione in tempo reale di documenti digitali, foto, video etc. permette anche il coordinamento di proteste a livello internazionale, come sta accadendo proprio in questi giorni in merito alla crisi in Ucraina. Le piazze principali delle grandi capitali europee si riempiono di folle che chiedono la pace: l’organizzazione di questi movimenti di protesta non sarebbe certo stata la stessa senza una copertura mediatica di questo livello.
In definitiva, secondo diversi studi, della politica estera ci si interessa tendenzialmente meno rispetto alla politica interna, a questioni economiche o sanitarie. Eppure questa ha un impatto fortissimo e concreto nelle nostre vite e concorre a definire elementi imprescindibili. Sfruttare i mezzi di comunicazione sempre più efficienti ed efficaci, con attenzione alle fake news, e informarsi tramite siti ufficiali è sicuramente un passo importante per iniziare a prendere coscienza della tangibilità degli effetti della politica estera e delle relazioni internazionali.
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