Conclusasi l’illusione bizantina di ricondurre l’Italia sotto l’egida di Costantinopoli, che tanta devastazione ha recato alle città e che ebbe come più nefasta conseguenza la disgregazione della mirabile amministrazione pubblica romana, due tra i ponti alle porte di Roma continuarono ad avere un’importanza storica oltreché monumentale. Parliamo del Ponte Salario e del Ponte Nomentano.
Entrambi possono essere contemplati grazie ad acquerelli e scatti ottocenteschi.
Ponte Nomentano, ancor oggi raggiungibile con una piacevole camminata di un’ora da Porta Pia, costituì il più importante valico sul fiume Aniene verso l’Umbria, venne ricostruito dal generale Narsete nel 552 e, a grandi linee, così è arrivato a noi visitatori fino ad oggi.
L’Aniene è chiamato, affettuosamente, Teverone dai Romani… L’infrastruttura, difesa da una torre merlata medievale, contribuisce a rendere questo tratto del Parco dell’Aniene immacolato e paesaggisticamente unico.
Oggi Roma si presenta come una città assediata dal traffico, poco incline a quei canoni di slow food, lettura e voglia di raccontare che le farebbero guadagnar posizioni nella classifica della qualità della vita.
Nel quartiere Nomentano – non sembra, ma è vero – si aprono due isole che possono dare l’esempio nella progettazione urbana: Ponte Nomentano e Monte Sacro.
Rappresentano un’autentica scoperta i viottoli tortuosi che permettono, nella pace di una domenica mattina, di salire sulla cima della collina dalla quale sgorga l’Acqua Sacra piacevole al palato e leggera. Qui negli anni Venti uno degli architetti più geniali del XX secolo, insieme a Vincenzo Fasolo e Adalberto Libera, disegnò la Città Giardino.
Nel modello ispirato alle garden city dell’Inghilterra, tale rione si distingue per la presenza di villini inseriti nel verde e servizi indipendenti: dalla scuola, alla chiesa (degli Angeli Custodi, che sostituiva quella scelleratamente rasa al suolo lungo via del Tritone), all’ufficio postale.
Tornando al Teverone, l’esistenza del Ponte testimonia un fatto di enorme importanza storica. Sulla campata centrale, nell’anno 800, Papa Leone III fece gli onori di casa al re dei Franchi, Carlomagno. Egli appariva, nel vero senso della parola, il solo capo della cristianità.
Questa sua posizione, corroborata dalla sua attività nel campo religioso, come difensore e propagatore della fede, e in quello della cultura (che conobbe una vera rinascita, detta appunto carolina), ebbe la piena consacrazione ufficiale nella Basilica di San Pietro, nel Natale dell’800.
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