Si è da poco conclusa la mostra collettiva presso l’Ex-Garage dal titolo “Rescue it!” che ha visto la partecipazione di artisti noti come Lady Be, Ex voto fecit, Davide Cocozza, Fabio Ferrone Viola a fianco di alcuni artisti emergenti. La mostra, che aveva come tema il riciclo e la sostenibilità, è stata organizzata dallo staff mostre dell’Associazione Culturale Yes Art Italy. Una squadra di cinque ragazze formata da storiche dell’arte e da un’artista: Anna Valeria Puzzo, Francesca Masiero, Francesca Francioso, Marta Banci, Tracey Miniaci.
In occasione della serata conclusiva della mostra intervistiamo Anna Valeria Puzzo che racconta la storia di questa mostra, dall’idea fino alla sua realizzazione.
Valeria come nasce l’idea della mostra?
Nell’organizzazione della mostra abbiamo scelto una tematica che uscisse un po’ fuori dal contesto dei movimenti artistici che, solitamente, si prestano bene per allestimenti più scenografici.
Volevamo creare un’esposizione che avesse qualcosa d’importante da dire. Abbiamo pensato che fosse necessario trattare le tematiche sociali e ambientali che stiamo vivendo oggi.
L’idea nasce durante la crisi epidemiologica dovuta al covid, abbiamo notato che la natura ha reagito positivamente alla nostra assenza e che alcuni problemi politici e socio-culturali ancora persistono nonostante la pandemia, come ad esempio la guerra in Siria.
Possiamo dire che l’Agenda dell’ONU 2030 ha offerto uno spunto alla mostra?
In questi giorni c’è il G20 a Roma e, non a caso, si tratterà il problema dell’impatto ambientale e sociale. Dal 1 al 12 novembre si terrà la Cop26 a Glasgow. Queste problematiche l’ONU le ha già evidenziate dal 2015 quando ha indetto l’Agenda del 2030 sviluppata in diciassette obiettivi da raggiungere entro 15 anni. Obiettivi che trattano sia i problemi ambientali che sociali del mondo come: educazione, salute, ambiente, guerre, parità di genere. Quindi abbiamo ritenuto necessario unire tutto questo in un’unica mostra.
Perché avete scelto questi artisti, c’è stato un motivo particolare?
Dopo aver capito che tipologia di opere volevamo accogliere nella nostra mostra, abbiamo invitato gli artisti che secondo noi erano adatti per sviluppare le tematiche citate.
Abbiamo presentato il concept del progetto che avevamo in mente e alcuni di loro hanno esposto opere create ex-novo per l’occasione come Jacopo Truffa, William Tucci. Davide Cocozza, D1r7.
Altri hanno portato progetti già esistenti come Lady Be con le sue figure composte da elementi di scarto, Fabio Ferrone Viola con la sua enorme cartina geografica formata da lattine di birra, ma anche le delicatissime opere di Marialuna Storti o le fotografie incisive di Emmanuele Mattiocco.
Avete invitato anche Ex Voto Fecit, un personaggio particolare…un provocatore d’indole
È stata un’idea di una delle curatrici, Tracey Miniaci, che l’ha voluto coinvolgere essendo lui è un provocatore. Volevamo vedere cosa poteva uscir fuori presentandogli il nostro progetto. Siamo liete che abbia accettato il nostro invito.
La sua è un’installazione molto semplice: una raccolta di fogli di carta attaccati al muro con delle puntine colorate che però hanno molto da dire! Si tratta di una critica molto pungente nei confronti dei 17 obiettivi dell’Agenda Onu, un tema sensibile che fa riflettere, come tutta la sua produzione artistica.
Dagli artisti noti passiamo agli emergenti, parliamo di William Tucci che espone qui per la prima volta. Che cosa ci dici in proposito?
William Tucci è stato una sorpresa per me, ci siamo conosciuti a inizio anno tramite Paolo Valentini, il presidente dell’associazione Yes Art Italy. William è un bravissimo tatuatore, ma ha anche una grande talento artistico-pittorico. Parlando con lui, nel corso dei mesi, ho percepito la necessità di esporre i suoi dipinti e così gli ho proposto di partecipare alla mostra. Sono molto contenta del risultato.
Nel suo esordio espositivo ha creato tre opere splendide tra cui “Do you remember?” che è stata il “manifesto” di questa mostra e che riporta la spensieratezza dei bambini e i loro sorrisi in contrapposizione alla situazione drammatica che è raccontata nei collage di pezzi di giornale usati come sfondo.
L’opera è piaciuta così tanto che è stata già acquistata da un’associazione culturale, è stata scelta da Sky Arte come copertina per un articolo dedicato a questa mostra ed è stata segnalata dalla Hage Foundation del Ghana. Soddisfazione per l’artista, ma anche per me come sua curatrice.
Una mostra bella e significativa per il periodo che stiamo vivendo a livello mondiale, no?
Come dicevo prima, l’obiettivo era proprio questo. Parlando dell’allestimento, la scelta di uno stile minimal in un contesto riqualificato e dall’aspetto industriale come quello dell’ExGarage, è stata fatta di proposito. Una scelta secondo noi confacente con il messaggio che c’è dietro questo progetto.
Progetti per il prossimo futuro, ci sono in programma altre collettive?
Questo evento è stato molto produttivo a livello di idee e ci ha ispirato molto. Vediamo quale delle tante proposte realizzeremo e speriamo molto presto!