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La Belle Époque a Roma – Dalla cronaca rosa alla cronaca nera

roma belle époque
Galleria Sciarra, Roma

Divenuta finalmente Capitale d’Italia, Roma si trasforma per adeguarsi ai modelli d’oltralpe raggiungendo una dimensione in linea con i tempi.

Cronaca Bizantina
Cronaca Bizantina

La belle époque travolgerà in breve tempo la sonnacchiosa atmosfera cittadina e cambierà profondamente il volto della Città.
Nuovi quartieri, nuovi spazi di aggregazione, nuove mode e nuovi personaggi verranno a movimentarne la vita come un vivace can can. Un aspetto importante della vita cittadina sarà quello legato alla stampa, con la creazione di nuovi periodici e riviste.

In particolare a vivacizzare il panorama culturale ci sarà la rivista “Cronaca Bizantina”, creata da Angelo Sommaruga e pubblicata dal 1881 al 1886.
La rivista aveva anche un aspetto grafico prezioso, in pieno stile Liberty, che si esprimeva anche nelle raffinate inserzioni pubblicitarie.
L’aggettivo ‘bizantino’, presente nei due versi di Carducci citati in copertina, voleva essere un riferimento alla decadenza morale della capitale, più simile a Bisanzio che all’antica Roma.

Notizie mondane e scoop scandalistici si alternavano a pagine di alta letteratura, tra i collaboratori troviamo Carducci, Dossi, Pascoli, Capuana, Verga, un giovane D’Annunzio, oltre  ad alcune firme femminili come Matilde Serao e la Contessa Lara, che ora ai più non dirà nulla, ma che all’epoca era la più famosa tra le poche giornaliste e scrittrici italiane.

Al secolo Evelina Cattermole, nata a Firenze e di padre scozzese, diventerà celebre per i suoi versi, forse oggi troppo smielati per il gusto contemporaneo, ma all’epoca apprezzatissimi. e per una incredibilmente scandalosa vita privata. Costretta a lasciare Milano, dopo che il marito le aveva ucciso l’amante in duello e l’aveva cacciata di casa, torna dalla nonna a Firenze e vive poveramente.

contessa lara
Ritratto della Contessa Lara

Pian piano comincia a farsi strada nei salotti e nel mondo letterario e nel 1883, diventa un personaggio alla moda, grazie ad Angelo Sommaruga, che abilmente costruì su di lei il personaggio di Contessa Lara, dopo averle pubblicato lo stesso anno una nuova raccolta poetica,”I Versi“, pubblicata col nuovo pseudonimo byroniano (Lara è infatti il titolo di un poema di Byron del 1814) che le aprì le porte del successo.
Inizia a pubblicare, versi, romanzi, novelle e articoli giornalistici di vario genere su numerose testate, tanto da diventare una delle prime giornaliste professioniste d’Italia.

Nonostante il grande successo col pubblico, la sua vita privata non sarà altrettanto felice. Ella colleziona una serie di amori sbagliati che troveranno un tragico epilogo nel suo rapporto con Giuseppe Pierantoni, conosciuto nel 1895.
L’uomo, ex impiegato delle ferrovie con velleità di pittore ma mediocri attitudini, grazie a lei riuscì ad ottenere degli incarichi come illustratore, ma che non mantenne viste le scarse capacità.
Il rapporto fra i due presto si deteriorò, per la differenza di età, di temperamento, ma anche per il pressante sfruttamento economico da parte del giovane.

Nonostante la separazione, la sera del 30 Novembre 1896, le entrò in casa e dopo una violenta lite, la uccise, con la piccola pistola che la donna teneva per difesa personale. La povera Evelina spirò dopo una lunga agonia.
Il processo contro Pierantoni, celebrato a Roma nel novembre 1897, fu uno de più celebri della storia giudiziaria, se la cavò con 11 anni e 8 mesi di reclusione, nonostante la difesa portò avanti la tesi del delitto passionale, che lo avrebbe completamente scagionato.
Pur avendo lasciato una notevole fortuna economica, il patrimonio di Contessa Lara andò misteriosamente disperso e, trascorso il tempo richiesto dalla legge, nessuno pagò per una tomba e i suoi resti finirono nella fossa comune, nonostante la raccolta fondi tra i suoi lettori per le esequie avesse avuto un enorme successo.

Anche l’editore Angelo Sommaruga, sparirà dal panorama romano, travolto da uno scandalo nel 1885, a causa di alcuni articoli su un’altra sua rivista, Le Forche Caudine, di carattere politico-scandalistico, che descriveva le gravi irregolarità del mondo bancario e gli interessi personali di ministri e deputati riguardo alle convenzioni ferroviarie allora in discussione al Parlamento.

Galleria Sciarra
Scorcio dall’interno della Galleria Sciarra

Si era, inoltre, compromesso, a causa della sua ingerenza nelle trattative tra alcuni artisti che avevano partecipato alle Esposizioni nazionali e lo Stato per l’acquisto delle loro opere.
Arrestato il 18 febbraio 1885, Sommaruga fu condannato in primo grado a sei anni di prigione, con un processo che vide sfilare come testimoni le più importanti personalità del mondo della finanza, dell’alta società romana e della cultura.

In seguito, in attesa del pronunciamento della Cassazione, ottenne la libertà provvisoria e scappò all’estero, lasciando “Cronaca Bizantina” in mano al principe Maffeo Sciarra Colonna, proprietario della elegante omonima Galleria, sede della redazione.
La direzione della rivista passerà a D’Annunzio, ma poco dopo cesserà del tutto.

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Cristina Vuerich

Si è laureata con lode in Lettere, presentando una tesi in Etruscologia e ha frequentato con profitto i tre anni della Scuola di Specializzazione in Archeologia, in entrambi i casi presso l’Università di Roma “Sapienza”. Ha lavorato per molti anni in una libreria specializzata in archeologia e successivamente presso una casa editrice che si occupa di saggistica. Tramite queste attività ha avuto l’opportunità di essere costantemente aggiornata sulle novità riguardanti la Città Eterna. A partire dal 2001 ha portato avanti un'attività parallela come guida turistica, collaborando con agenzie operanti sul territorio, istituzioni e privati, in questa attività riversa tutta la sua passione, per comunicare la bellezza e l’importanza storica di Roma. Collabora con l'associazione Yes Art Italy ed è redattrice per BloggingArt.

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