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Santa Maria in Domnica: nel segno dei Medici

Santa Maria in Domnica - facciata

Sorge sui resti di un Oratorio paleocristiano del VII secolo, sulla cima del “monte” Celio – per citare la toponomastica della Roma antica – la Chiesa di Santa Maria in Domnica. Che significa Domnica? Nostra Signora, dal latino dominus. Ma venivano denominati dominica anche i primi luoghi di culto cristiani.

Fin dalle origini, con l’unica eccezione della Caserma della V Coorte dei vigili, questo luogo di culto, è stato sede di opere di assistenza e aiuto ai più bisognosi. Sovrasta la cima del Celio una delle più caratteristiche arcate dell’Acquedotto Claudio, nella diramazione che Nerone volle per i giardini della Domus Aurea.

Santa Maria in Domnica
Il passaggio dell’Acquedotto Claudio sul Celio

Le volumetrie che oggi ammiriamo sono immutate. Si debbono a papa Pasquale (817-824) gli spazi interni, scanditi da tre navate punteggiate da colonne in granito grigio d’età romana e coperte da soffitto ligneo a cassettoni. Immediatamente al di sotto, si sviluppa un fregio con motivo araldico dedicato alla famiglia di Lorenzo in Magnifico. Lo affrescò Perin Del Vaga su cartoni di Giulio Romano.

Ma il fiore all’occhiello del monumento è il mosaico del catino absidale. Esso raffigura Maria con Bambino in trono tra due schiere di angeli. Di fronte a lei, in ginocchio, papa Pasquale.

Santa Maria in Domnica
Maria con Bambino in trono tra due schiere di angeli

Si tratta della raffigurazione iconografica della missio apostolorum:

“Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.

L’arco trionfale è coronato da Cristo affiancato da due Angeli e dagli Apostoli disposti specularmente. Ai fianchi del Mosaico della Vergine si stagliano, pure orientati verso il centro, Mosè ed Elia per ricordare la trasfigurazione.

Nel segno dei Medici

Il legame con i De Medici è fortissimo. Si va dalle ristrutturazioni del futuro Leone X – siamo tra il 1513 e il 1514 – su progetto di Andrea Sansovino, che prevedevano la costruzione di un portico a cinque arcate, al soffitto ligneo commissionato dal Cardinale Ferdinando De Medici. Al cantiere cinquecentesco si fanno risalire gli affreschi sotto il mosaico.

Si lega a Giovanni De Medici un curioso episodio. Elevato al cardinalato da Pio IV, raggiunse Roma ne 1560 in compagnia di Giorgio Vasari. Secondo il Carteggio di quest’ultimo, i due viaggiarono tra Toscana e Lazio attraversando borghi dalla bellezza immortale: Siena, Aquapendente, Bolsena e Monterosi.

A sinistra e a destra della chiesa, ai fianchi dell’immacolata Villa Celimontana, si enumerano i capolavori del Ventennio. Un portale (1615), proveniente dalla demolita Villa Lancellotti, un altro portale opera di Jacopo e Cosma dei Cosmati privato del proprio contesto e la facciata del distrutto Ospedale di San Tommaso in Formis.

Santa Maria in Domnica

Nella villa (precedente proprietà dei Mattei) si nascondono alcune delle più importanti tracce relative alle origini di Roma. Lo storico padovano Livio, negli ab Urbe condita libri, narra del trasferimento sul Monte Celio, detto altresì Querquetulano per le querce fittissime, degli abitanti di Alba Longa, città che Ascanio fondò poche decadi dopo l’approdo di Enea. L’Urbs sul Lago di Castel Gandolfo – stando alla tradizione – fu distrutta per volere di re Tullo Ostilio ad eccezione dei luoghi di culto cari anche ai Romani. Di qui venivano alcune delle famiglie più nobili, che segneranno il futuro della nostra città. Su tutti i Giuli.

Per informazioni sulla visita guidata vai al sito di Yes Art Italy

Leggi anche dalla Suburra la memoria di San Lorenzo in Fonte

 

Paolo Montanari

Paolo Montanari

Laureato e specializzato in Archeologia delle Province Romane presso l'Università La Sapienza di Roma. Sensibile alla tutela, alla valorizzazione e al rispetto del patrimonio culturale italiano, nonché della qualità della vita, ha pubblicato articoli e monografie relative ai contesti territoriali antichi. Tra queste: "Appio Latino Tuscolano. Alla luce delle più eclatanti scoperte", Europa Edizioni, Roma 2017 (II edizione), con il Patrocinio Ente Parco Regionale dell’Appia Antica, e "Il Monumento dei Lucilii sulla via Salaria", Roma, British Archaeological Reports, International Series, Oxford 2014. Il 17 settembre 2018 ha condotto con Carlo Infante (Urban Expirience) un workshop itinerante sul tema “Pomerium come limite fisico e concettuale”. E’ attualmente Vicepresidente di Italia Nostra Sezione di Marino.

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