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Sguardi a Sud-Est: Mostra Collettiva a cura di Irene Alison

Sguardi a Sud-Est: La periferia romana tra Memoria e Gentrification

Un territorio ha molte anime, molte chiavi di lettura, molti confini da esplorare: il territorio sul quale si estende la periferia sud-est di Roma, in gran parte racchiuso tra la via Casilina e la via Prenestina, comprende per lo più quartieri di vecchia costruzione, ma negli ultimi vent’anni è stato soggetto a una rapida trasformazione. Da periferia legata alla piccola distribuzione nel settore del commercio, con una popolazione in gran parte immigrata dal centro-sud nel corso del ‘900, a partire dagli anni ‘90 è stato caratterizzato dal massiccio arrivo di migranti, che hanno reso la multietnicità un elemento caratteristico dell’area, mettendo in evidenza come i problemi legati all’integrazione e all’accoglienza siano percepiti qui con ancora più urgenza che nel resto della città. I processi di gentrification, d’altra parte, stanno continuando a cambiare il tessuto sociale e urbanistico dell’area, facendovi confluire nuove energie creative e nuovi punti di vista, ma anche mettendo in discussione le radici e l’identità del luogo. Tutto questo fa della periferia sud-est di Roma un territorio estremamente composito e affascinate per composizione sociale e etnica, profilo architettonico, background culturale e orizzonti economici.
All’esplorazione di questa complessa geografia di storie e di luoghi abbiamo dedicato il workshop SGUARDI A SUD-EST, due settimane di lavoro nell’arco delle quali gli allievi fotografi hanno realizzato un progetto collettivo. Un approccio a più voci, e più occhi, sui quartieri della periferia sud-est della città, raccontati da angolazioni differenti: dai volti alle storie, dai luoghi di un abitare spesso precario ai volumi delle architetture che definiscono il paesaggio urbano, fino al dialogo tra la natura e il cemento, laddove il tempo corrode la pietra e la città sconfina nella campagna.
La collettiva SGUARDI A SUD-EST raccoglie il lavoro realizzato dagli allievi fotografi su una delle anime più dinamiche e vitali di Roma, restituendolo al territorio dal quale proviene (Irene Alison).

Daniela Repele

Anthony è un bambino di 6 anni. Vive in un quartiere nella periferia sud est di Roma, dove la città comincia a mescolarsi con la campagna e la campagna riesce ad insinuarsi nel cemento. Incuria e abbandono sono due parametri con i quali, spesso, viene definita questa realtà urbana, eppure Anthony sta crescendo all’interno di un luogo unico: il MAAM, un museo autogestito in cui centinaia di artisti hanno lasciato la propria opera, ma anche un microcosmo che pulsa, in cui vivono circa 50 famiglie di diversa provenienza e credo religioso. Una città nella città. Un superluogo, come lo ha definito, visitandolo, il filosofo francese Marc Augé. Anthony sente parlare ogni giorno diverse lingue – l’arabo, il russo, il rumeno, lo spagnolo, l’italiano – eppure non ha esitazioni su come vuole esprimersi. La sua vivace intelligenza e i suoi sogni si nutrono di questa speciale coralità di idee, pensieri, persone ed esperienze.

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Foto di Daniela Repele

Dario Sartini

Le forme del paesaggio urbano viste attraverso la sovrapposizione dei loro elementi geometrici, con una visione frontale che esalta le stratificazioni architettoniche e la loro modularità. Uno sguardo che sembra escludere la componente umana, che pure si manifesta attraverso le strutture che ha prodotto e configurato ordinatamente o disposto caoticamente. La visione minimalista di Dario Sartini scompone la complessità della realtà urbana nei suoi elementi costitutivi, alla ricerca di una “profondità abitata”. La selezione dei luoghi, delle geometrie e dei punti di vista, crea una atmosfera sospesa, enigmatica, quasi di attesa che qualcosa di imprevedibile debba accadere.

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Foto di Dario Sartini

Edoardo Rutigliano

Il “passaggio a sud-est” di Edoardo Rutigliano è, prima di tutto, una ricerca di bellezza. E la bellezza, questo fotografo l’ha trovata tra le mura delle case, negli interni domestici, dove ha incontrato un’umanità dignitosa e solidale. Negli occhi delle donne e degli uomini che ha ritratto, c’è fierezza e voglia di riscatto: il dialogo che hanno costruito con la macchina fotografica esprime tutto il loro desiderio di raccontare la propria storia e di essere rappresentati al di là di qualsiasi possibile stereotipo.

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Foto di Edoardo Rutigliano

Elisabetta Nottola

Tracce, dettagli, scenografie del quotidiano: luoghi che ad un primo sguardo appaiono dimessi, spogli, ma a una seconda lettura rivelano la presenza di piccoli “tesori”, tracce di bizzarrie estetiche, vanità nascoste, passioni, talenti. Con un approccio intimo, minimale e malinconico, Elisabetta Nottola ha documentato interni casalinghi, spazi condivisi e tutti quegli oggetti affettivi che insieme creano un affresco sentimentale dell’umanità che vive e anima la periferia sud-est.

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Foto di Elisabetta Nottola

Girolamo Vetrani

Tor Sapienza, Tor Bella Monaca, la Rustica: aree differenti unite da un tema comune. Il dialogo tra urbanizzazione e natura, la persistenza del verde in relazione al cemento; la resilienza di una natura incolta e selvatica che non si arrende all’avanzata dell’uomo e che sembra divorare la dimensione urbana. Negli scatti di Girolamo Vetrani, a tratti, il verde pare riprendersi una rivincita sulla cementificazione selvaggia e disordinata che caratterizza il quadrante sud-est ma, inaspettatamente, emerge anche il tentativo dell’uomo di riconciliarsi con quella natura tradita.

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Foto di Girolamo Vetrani

Laura Rutigliano

Uno sguardo sui teatri dell’abbandono, sugli edifici diroccati, sui resti che raccontano la decadenza del presente e le diverse vite che i luoghi hanno avuto. Cosa sono stati questi posti? Cosa diventeranno in futuro? Laura Rutigliano ha raccontato i luoghi abbandonati della periferia sud-est: spazi come terre di confine dove la trama della società si è disfatta, dove i processi di urbanizzazione sono stati erosi dall’incuria dell’uomo, dove il lavorio del tempo ha aperto crepe e spalancato finestre.

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Foto di Laura Rutigliano

Tutto questo fa della periferia sud-est di Roma un territorio estremamente composito e affascinante per composizione sociale e etnica, profilo architettonico, background culturale e orizzonti economici.

Leggi anche  ExGarage – Sguardi a sud-est: la periferia romana tra memoria e gentrification

SGUARDI A SUD EST : MOSTRA COLLETTIVA
un progetto didattico di Irene Alison e Fabio Moscatelli

Immagini di
Elisabetta Nottola
Daniela Repele
Edoardo Rutigliano
Laura Rutigliano
Dario Sartini
Girolamo Vetrani
a cura di Irene Alison
art direction Alessandra Pasquarelli

VERNISSAGE
21 settembre h 19.30, Ex Garage
Via Prenestina, 704, 00155 Roma
L’aperitivo del vernissage sarà a cura dell’azienda vinicola CanLibero
Per informazioni e immagini in alta risoluzione info@dollseyereflex.org

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