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La street art di Rebibbia

Street Art Rebibbia
Il Mammut di Zerocalcare

Nel quadrante nord-est della Capitale, oltre la periferia romana, si trova il quartiere di Ponte MammoloRebibbiaCasal de’ Pazzi. L’intera zona è divisa in due parti dall’arteria consolare della Tiburtina in direzione GRA.

Un quartiere popolare importante dal punto di vista storico anche per via di alcuni ritrovamenti di animali preistorici datati a 200.000 anni fa, per la storia del distrutto Ponte Mammolo, per il casale della nobile famiglia fiorentina de’ Pazzi e per i territori del Cardinal Rebiba da cui deriva, probabilmente, il nome dell’area.

Rebibbia, come piccolo centro abitativo, sorse alla fine del XX secolo. Risale al 1938 la costruzione del carcere e delle prime case per i dipendenti della struttura penitenziaria. Solo nel 1970, l’intera area conobbe il massimo sviluppo abitativo con la costruzione della case popolari di Casal de’ Pazzi.

Targa a Pasolini - Rebibbia
Targa a Pier Paolo Pasolini

Passeggiando per le vie del quartiere, popolare e multietnico, sembra quasi che il tempo si sia fermato, sospeso, come in un paese di provincia. Piccoli negozi di alimentari, macellerie e sartorie ci riportano indietro a molti anni fa. In via Giovanni Tagliere, 3 visse il regista Pier Paolo Pasolini, dal 1951 al 1953, quando era povero e disoccupato. Una targa in Piazza Ferriani oggi lo commemora.

I MURALES

In quest’area così lontana dal centro storico, sospesa tra il raccordo e l’ultimo lembo della periferia della Capitale, si trovano alcuni tra i più pittoreschi murales della città. Tra le varie opere spiccano tre grandi protagonisti: Zerocalcare, Blu e Jerico.

Uscendo dalla metro di Rebibbia, la prima cosa che balza ai nostri occhi è un gigantesco murale che rappresenta un elefante preistorico, i cui resti sono effettivamente conservati nel Museo di Casal de’Pazzi. L’opera è merito del fumettista Zerocalcare che ha voluto donare al quartiere nativo il simbolo che lo rappresenta.

Il giro dei murales comincia dalla stazione della metropolitana. A pochi metri, nella zona di Casal de’ Pazzi, addentrandoci tra via Palombini e via Ciciliano sui lati dei palazzoni delle case popolari possiamo ammirare tre enormi murales realizzati dallo street artist italiano Blu: la Spirale della storia della terraCàpita e l’Albero dai colori della pace che distrugge le sbarre di una prigione.

Questi tre murales, di recente realizzazione, (Càpita risale al 2019) raccontano le tappe della vita umana. Il loro significato è talmente profondo da essere colto immediatamente se osservati dal vivo, nella loro interezza e ricchezza di particolari allusivi, allegorici e metaforici. Una critica che l’artista rivolge all’opulenta società contemporanea, dove il potere del denaro, della ricchezza e del consumismo creano diseguaglianze e sopraffazione.

Riflessi, murale di Jerico

Se ci spostiamo di poco, in Via Egidio Galbani, 6, ci troviamo non solo davanti all’area archeologica oggi inglobata dal famoso museo di Casal de’ Pazzi ma anche di fronte ad un immenso e affascinante murale di Jerico che occupa il muro perimetrale esterno della struttura museale. Un’opera sulla riconquista degli spazi verdi intitolata “Riflessi“.

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Barbara Panariello

Barbara Panariello

Romana, laureata in lettere presso l'Università La Sapienza con 108/110. Guida turistica di Roma abilitata. Food&Wine blogger. Grande passione per il giornalismo, lo sport, l'informatica, la scrittura.

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