In ricordo di Trintignant
Il 17 luglio 2022 se n’è andato a 91 anni Jean Louise Trintignant, attore francese classe 1930. Lo ricordiamo dunque con il suo celebre sorpasso di sessant’anni fa.
Indubbiamente il suo volto compassato e la sua fisionomia elegante si ricorderanno in film come Il conformista di Bernardo Bertolucci, dove interpreta il meschino e glaciale Marcello Clerici, fascista per necessità di omologazione, o in Z-L’orgia del potere, nei panni del giudice istruttore senza nome ispirato al magistrato greco Christos Sartzetakis, ruolo che gli è valso il premio per la migliore interpretazione al Festival di Cannes.
Ha lavorato con Valerio Zurlini (Il deserto dei tartari) e Ettore Scola (La terrazza); è stato candidato all’oscar come attore protagonista per Tre colori – Film Rosso, terzo capitolo della trilogia di Krystzof Kieslowsky ispirata ai colori della bandiera francese, e più recentemente è stato protagonista nel film Palma D’oro Amour di Michael Haneke, tragedia romantica sulla terza età. Con Haneke è tornato a lavorare anche in Happy End, penultimo film della sua carriera.
Un sorpasso in un ferragosto di sessant’anni fa
Eppure tra tutti i film in cui è apparso, nessuno resta così iconico e immortale come Il sorpasso, di Dino Risi.
La pellicola, considerata il vero capolavoro del suo regista, Dino Risi, debuttava nei cinema italiani il 7 dicembre di sessant’anni fà esatti. Un film che, rivisto oggi, appare ancora più profetico e sinistro di quanto poteva apparire agli spettatori del 1962.
Il Sorpasso viene realizzato da Risi in pieno Boom, il cosiddetto Miracolo Economico Italiano, dove gli ingenti aiuti per la ricostruzione del Paese giunti dal Piano Marshall avevano dato i loro frutti, portando la nazione ad un periodo di prosperità e grandi speranze per il futuro, tra crescita economica, sviluppo tecnologico, industrializzazione e un diffuso clima di ottimismo e consumismo.
Il mito dell’estate
I viaggi, le vacanze, la balneazione erano diventati dei veri e propri miti da inseguire, simboli di un nuovo benessere in cui stipendi e ammortizzatori sociali erano tali e bastanti per garantire un’esistenza dignitosa e un orizzonte felice a tutti gli strati della popolazione. La fine degli anni 60′ e soprattutto gli anni 70′ avrebbero presto dimostrato come questa visione fosse stata assimilata troppo presto, tramutandosi in una triste illusione dalle conseguenze tragiche.
Il film racconta la storia e l’incontro di due personaggi opposti e contrapposti; Roberto (Trintignant per l’appunto) studente di giurisprudenza timido e introverso, e Bruno Cortona, quarantenne estroverso, esuberante, spaccone e ciarliero (un Vittorio Gassman mai così mattatore)
Il primo, che proviene esviene dalla piccola borghesia fondata sul sacrificio e l’impegno, si trova chino sui libri in piena estate per conseguire gli esami di settembre. Per una casualità del destino si ritrova a ospitare per una telefonata il secondo , che lo coinvolgerà in un lungo giro senza meta attraverso l’Aurelia, a bordo della sua Lancia B24.
Guarda come dondolo con il twist
Come già accennato siamo in piena estate, anzi, più precisamente a Ferragosto, il giorno per antonomasia in cui le spiagge si riempiono e i festeggiamenti durano fino a tardi. Per il giovane Roberto quello con Bruno è il viaggio dell’iniziazione alla vita, una fuga dalle responsabilità in cui si pregusta sempre di più il sapore della frivolezza e del divertimento.
Lo spavaldo quarantenne è poi il cerimoniere perfetto per tutto ciò. L’incarnazione vivente di una giovinezza che non vuole fuggire, di una necessità quasi tragica se non grottesca di sentirsi vivo e ruspante, ma che ovviamente sotto la maschera cela, come tutti i pagliacci, una mestizia di fondo che rasenta il patetico.
Tutte le sue esuberanze e il suo ruvido carisma non gli hanno impedito di avere un matrimonio fallito alle spalle e una figlia adolescente che lo tratta come più come un fratello maggiore che come un padre e che è decisa a sposarsi con un attempato industrialotto borioso, perfetto rappresentante di quell’Italia borghese e rapace che si sta delineando all’orizzonte.
L’Italia dei Mostri
A ben vedere, già un anno prima di un’altra delle sue pellicole più famose, Risi gira già un film fatto di mostri, non ancora avvolti da un’aura palesemente grottesca, ma spietatamente delineati.
Dagli zii di Roberto, con cui Bruno riesce perfettamente a interagire a differenza del timido nipote, all’onorevole rimasto chiuso fuori dal bagno, ragazza con la gamba ingessata firmata dall’onorevole Andreotti fino l’antipatico Bibi, che inveisce contro con i marinai sfaccendati, rei di aver sabotato il suo progetto di andare a Portofino in motoscafo, Il Sorpasso è la storia di un’Italia sciocca, frivola e inconsapevole che balla le canzoni di Peppino Di Capri e Edoardo Vianello sulla spiaggia a ferragosto e non riesce ad accorgersi del disastro imminente.
“Si chiamava Roberto. Il cognome non lo so. L’ho conosciuto ieri mattina”
Risi si diverte a disseminare qualche presagio, come il pedinamento delle due turiste tedesche che si conclude in un cimitero, per poi dare allo spettatore, immerso come i personaggi nella liberatoria estate d’agosto, la stoccata finale. Uno spericolato sorpasso che fa andare la Lancia fuori strada precipitando rovinosamente dagli scogli.
Bruno riesce a salvarsi, Roberto no.
Pare che il finale sia stato l’esito di una scommessa tra Risi e il produttore Cecchi Gori, che avrebbe voluto invece una conclusione aperta con i due lanciati verso nuove avventure on the road. Fortuna dunque che fu il regista a poter imporre il suo, tragico ma estremamente profetico.
Quel sorpasso letale è il sorpasso di un Paese che ha creduto di poter correre troppo in fretta in mezzo a miti e feticci, che preludevano solo a un brutto risveglio. E’ il sorpasso in cui i più ingenui e creduloni finiscono per soccombere e i condottieri spavaldi e carismatici si salvano per un soffio, restando all’improvviso attoniti e ammutoliti, cercando di negare a sè stessi le proprie responsabilità.
Visto vent’anni dopo, è probabilmente la storia di un Paese che nonostante tutto continua a ballare canzoncine sulla spiaggia a Ferragosto, ma questa volta mentre il disastro è già in atto.