Home » Cultura » Roma: Via Giulia, la Via Magistralis
Arte Cultura

Roma: Via Giulia, la Via Magistralis

Via Giulia
Via Giulia

Compresa tra i rioni Regola e Ponte, quasi nascosta tra i palazzi di via de’ Pettinari e quelli di Lungotevere de’ Vallati, in una piccola discesa protetta dal segnale della ZTL, si trova una delle vie più belle di Roma: Via Giulia. L’innalzamento dei muraglioni del Tevere, eretti per salvare l’Urbe dalle periodiche e devastanti inondazioni del fiume, ha nascosto ed in qualche modo protetto questa lunga ed elegante via che ancora conserva, come uno scrigno, le glorie della Roma rinascimentale.

Via Giulia
Fontana del Mascherone in via Giulia

Quasi in una visione sublime, si erge superbo quel che resta del magnifico progetto del Ponte di Michelangelo nato da un’idea dei Farnese. Nell’immaginario della famiglia, un ponte avrebbe dovuto unire le due sponde del Tevere, dalla Farnesina a palazzo Farnese.

Il passare dei secoli sembra non aver cancellato i tratti dell’antico splendore dei palazzi nobiliari, delle fontane, delle numerose chiese e perfino delle inquietanti carceri che si affacciano sulla via e le fanno da cornice. Nota ai pellegrini nel Medioevo coma via Magistralis, tortuosa e fangosa costeggiava il fiume ed il ghetto ebraico fino ad arrivare nei pressi di San Pietro.

La via Magistralis era nota nota anche col nome di via Mercatoria poiché univa i mercati di Campo de’ Fiori e Piazza Navona col cuore dell’alta finanza romana situata a Piazza Ponte S. Angelo.

Via Giulia
Papa Sisto IV

Sisto IV e la via Mercatoria

Nel 1478, Francesco della Rovere, eletto papa col nome di Sisto IV mise mano all’ambizioso progetto di riorganizzare la città e la via Mercatoria fu compresa nell’opera. Il Pontefice si era già distinto per il grande fervore edilizio e la cultura umanistica. Fu egli stesso il committente degli affreschi della Cappella Sistina, del rinnovo di gran parte degli edifici caduti in disuso e fu colui che donò a Roma il primo nucleo dei Musei Capitolini.

 

Giulio II e Donato Bramante

Via Giulia
Papa Giulio II

L’arduo compito di rinnovare la via Magistralis spettò al nipote di Sisto IV, Giuliano della Rovere, salito al soglio pontificio col nome di Giulio II. Papa temibile ma al contempo amante dell’arte e della cultura. Il suo pontificato si distinse per le numerose guerre e per gli altrettanto numerosi capolavori che fornì alla città di Roma.

Al tempo di Giulio II vissero a Roma: Bramante, Raffaello e Michelangelo, i più grandi geni del Rinascimento italiano passarono per la città eterna e la resero meravigliosa ed invidiabile agli occhi del mondo allora conosciuto.

Nel 1508 Giulio II commissionò a Donato Bramante la riedificazione della via Magistralis che divenne l’attuale via Giulia in onore del pontefice. Lunga circa un chilometro, è la via più lunga di Roma.

Gli edifici e le chiese di Via Giulia

Nel periodo successivo alla morte di Giulio II numerosi palazzi nobiliari sorsero lungo la via, a questi si aggiunse una consistente quantità di chiese. A causa dell’innalzamento dei muraglioni del Tevere, come già detto in precedenza, le dimensioni di molti di loro furono modificate.

Palazzo Falconieri
Palazzo Falconieri

Le famiglie fiorentine ricche e blasonate costruirono qui i loro palazzi. I Ricci, i Sacchetti, i Chigi ed i Ceci fecero costruire un celebro palazzo venduto prima agli Odescalchi e poi, da questi, alla famiglia Falconieri. Fu proprio Orazio Falconieri ad affidare, nel 1650, la ristrutturazione dell’edificio a Francesco Borromini.

Numerose sono le chiese che costeggiano i lati della via. Dalla macabra chiesa di S. Maria dell’Orazione e Morte, a Santa Caterina da Siena, da Santo Spirito dei Napoletani alla splendida S. Eligio degli orefici.

Via Giulia
Le Carceri di Via Giulia
Via Giulia
Ritratto di Beatrice Cenci

A metà di via Giulia è impossibile non notare le Carceri Nuove realizzate da Antonio del Grande, sotto il pontificato di Innocenzo X, nel 1655. Queste sostituirono le precedenti tristi carceri di Corte Savella dove fu rinchiusa Beatrice Cenci in attesa di essere giustiziata. Le carceri furono utilizzate fino al 1883 per poi essere trasferite a Regina Coeli.

 

 

Leggi anche Il museo-atelier Pietro Canonica

Barbara Panariello

Barbara Panariello

Romana, laureata in lettere presso l'Università La Sapienza con 108/110. Guida turistica di Roma abilitata. Food&Wine blogger. Grande passione per il giornalismo, lo sport, l'informatica, la scrittura.

Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments