Via Panisperna è un tracciato dal caratteristico andamento a saliscendi che segue il movimentato profilo dei colli Quirinale, Viminale ed Esquilino. Sembra una via che ha sfidato la capricciosa altimetria del Rione Monti e la mancanza di ampi spazi pianeggianti ne ha decretato il volto misterioso e fiero che ancora si può respirare.
Avvolta nel mistero è prima di tutto l’origine del suo nome, forse derivante dalla tradizione dei frati, nel giorno di S. Lorenzo, di distribuire ai poveri pane e prosciutto (panis et perna), oppure legata alla presenza nella zona delle proprietà di due famiglie, Pane e Perna o infine collegata al cognome gentilizio Perpennia, trovato su una lapide di una cappella, poi andata distrutta.
Certamente è un asse viario che invita il viandante ad una passeggiata tranquilla ma densa di interessanti testimonianze e angoli suggestivi, in contrasto con i tracciati viari trafficati e rumorosi che la circondano, da Via Nazionale, a largo Magnanapoli a Via 4 Novembre. Risparmiata dalle trasformazioni urbanistiche di Roma Capitale, mantiene un suo carattere appartato e defilato e ci racconta inedite storie e vicende del rione monticiano.
Il primo collegamento che a molti di noi sarà tornato in mente è con i Ragazzi di Via Panisperna. Ma chi erano questi Ragazzi?! Erano dei giovani fisici che, presso l’Istituto di Fisica dell’Università di Roma, collocato nell’edificio dietro la chiesa dei SS. Sisto e Domenico in Via Panisperna, collaborarono con Enrico Fermi alla scoperta, nel 1934, dei neutroni lenti, da cui ebbero impulso le successive scoperte per la bomba atomica.
Poco più avanti si staglia il portale di accesso ad una delle meno note ville romane: Villa Aldobrandini.
La villa, che attualmente costituisce un giardino pensile incastonato tra Via Nazionale e Via Panisperna, fu il risultato di un progetto di Carlo Lambardi per la famiglia Vitelli. Solo nel 1601 passò agli Aldobrandini che affidarono a Giacomo Della Porta la ristrutturazione.
Il palazzo ospitava una ricca pinacoteca con capolavori del Tiziano, Correggio e Parmigianino oltre alle celebri Nozze Aldobrandini, un dipinto murale del I sec. d. C., oggi conservato alla Biblioteca Vaticana.
Poco distante scopriamo un altro luogo semisconosciuto che è la piccola chiesa di S. Agata dei Goti, fondata nel V secolo dal console Flavio Ricimero. La chiesa, dedicata alla santa catanese, è legata ad una interessante tradizione, quella di essere, nell’Alto Medioevo, un centro della comunità gotica di Roma, legato al culto ariano e solo successivamente riconsacrato al cattolicesimo.
Il fascino dell’impianto basilicale e gli arredi liturgici medievali sono ancora fruibili al suo interno.
Lasciandoci ancora trasportare dalle curiosità della via Panisperna, si giunge alla chiesa, di antichissime origini, dedicata a S. Lorenzo e sorta sul luogo presunto del martirio del santo.
Riedificata nella seconda metà del Cinquecento, ospita vari sepolcri di illustri famiglie e conserva nella zona presbiteriale il celebre affresco con il Martirio di S. Lorenzo di Pasquale Cati.
Scendendo nella cripta si osservano inoltre le reliquie del martirio di S. Lorenzo.
Sulla via, non mancano eleganti palazzi nobiliari, da Palazzo Cimarra a Palazzo Falletti, ma assecondando i declivi e scendendo nelle sue profonde gole, dove si annidavano in passato gli strati più poveri della società, si respira il carattere più tipico della zona, il tono popolare dell’area emergente dalla stessa toponomastica di luoghi come Piazza della Suburra legata alla tradizione del malfamato quartiere romano della Suburra.
Per informazioni sulla visita guidata vai al sito di Yes Art Italy
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