Il viaggio
Ogni viaggio ha una sua cronologia che parte dall’idea stessa del cammino da percorrere. In breve un programma, ed esso stesso può essere fonte di una narrazione ma non è questo il caso perché la Sicilia è smisurata nella sua luce, invasiva nei suoi colori, compulsiva nella sua arte, seducente nei suoi sapori e profumi, in breve, intrigante nella sua capacità di intrufolarsi tra le pieghe delle nostre fuggevoli idee.
Pensieri che si sommano e confondono nei ricordi di una notte di ritorno da Catania a Roma con le luci di una città che lasciamo e ci commuove nel ricordo della sua accoglienza.
Catania, tra il suo mare e il suo Muncibbeddu, il lunare Etna, che abbiamo toccato fino ai suoi 2800 metri di quota per ammirare una mutevole vetta dalla bellezza acherontea, placata forse, e ci piace immaginarlo, da eserciti di concrete coccinelle pronte a rivendicare la loro minuscola sopravvivenza.
Ma la Sicilia è mare o forse ancor più incontro tra genti e mari, tra Mar Ionio e Mar Mediterraneo nel punto più meridionale della nostra penisola, Capo Passero e Isola delle Correnti, ci piace immaginare incontri memorabili ed eterni innamoramenti.
Navi che per secoli hanno solcato mari e attraccato in baie, come quella di Siracusa e Taormina ove ci siamo sentiti insubordinati turisti bagnati da una estranea e benefica pioggia.
Ma la Sicilia che abbiamo conosciuto, quella orientale, è ancora lava che, solcata come in un sistema venoso, accoglie il suo sangue, la sua benefica acqua nelle Gole dell’Alcantara o fa riposare il suo fiore plurimillenario: uno stanco Castagno dei Centocavalli.
Una terra, la Sicilia, che per la sua arte, la sua luce, le sue tradizioni non poteva sfuggire al cinema, alla grande cinematografia legata mani e piedi alla miglior letteratura. La Sicilia e il suo cinema come degli splendidi… falsi d’autore.
Quindi ciak si gira, ma dove?
“Godfather”, “Il Padrino”, Don Vito Corleone, successo letterario di Mario Puzo e capolavoro cinematografico ma il luogo non è Corleone (Palermo) ma bensì la splendida Savoca (Messina) ove Francis Ford Coppola gira nell’estate del 1971 alcune delle scene più famose.
Una fra tutte: Michael Corleone chiede al padre di Apollonia di poter avere sua figlia in sposa e siamo nel settecentesco Palazzo Trimarchi di Savoca che diventerà il Bar Vitelli nel “Padrino” e ancor oggi così per noi, ammaliati visitatori. Il matrimonio si celebrerà nella splendida chiesa di San Nicolò, sempre a Savoca e divenuta poi uno dei borghi più belli di Sicilia.
Girare per Savoca significa anche ripercorrere con la mente le scene di quel grande e indimenticabile affresco cinematografico.
La morte di Apollonia, che salterà in aria per una bomba messa nella macchina di Michael Corleone, avverrà a Fiumefreddo a sud di Savoca, antistante al Castello degli Schiavi, altro luogo da non mancare.
E che dire dell’arcinota serie televisiva sul commissario Montalbano in una mai esistita Vigata, comune di Montelusa, invenzioni geografiche di A. Camilleri, ma girata tra Ibla, Scicli, Modica e le frazioni marinare di Punta Secca.
Sempre a proposito di cinema e letteratura non bisogna mancare di visitare il Castello di Donnafugata, sontuoso palazzo nobiliare di fine ‘800 dove sono state girate molte scene del commissario Montalbano e del film “I Vicerè” tratto dall’omonimo romanzo di Federico de Roberto. Il nome del castello ci riporta ad alcune memorabili pagine del “Gattopardo”, romanzo di Giuseppe Tomasi da Lampedusa.
Il Castello… di Donnafugata dello scrittore, nella sua fantasia è quello di Santa Margherita di Belice, a due passi da Marsala ma qui siamo a Ragusa, dalla parte opposta, dove si estendono anche le omonime cantine vitivinicole.
“Compare Cipolla raccontava che sulle acciughe c’era un aumento di due tarì per barile, questo poteva interessargli a padron ‘Ntoni, se ci aveva ancora delle acciughe da vendere..” sullo sfondo dei Faraglioni di Acitrezza sembra quasi di intravedere la “Provvidenza”, la barca dei “Malavoglia”, i protagonisti dell’omonimo romanzo, forse il più famoso di Giovanni Verga trasformato in film da Luchino Visconti nel 1948, quando il grande regista trovò fra gli abitanti del borgo di pescatori i volti dei suoi interpreti. E a dare vita alle voci dei personaggi del romanzo sono due attori straordinari, Giuseppe Urzì e Viviana Toscano, che lì, sul lungomare dei Ciclopi, ci trascinano in un abisso di emozioni raccontando la storia con sottofondo di chitarra e di onde che si frangono sugli scogli.
E secoli prima, molti secoli prima, Omero, il mitico cantore greco aveva ambientato sulle stesse sponde l’incontro tra Ulisse e Polifemo il Ciclope.
Ricordate “Malèna” di Giuseppe Tornatore girato nel 1990 tra Noto e Siracusa? Una straripante Monica Bellucci passeggia solitaria nella piazza del Duomo di Ortigia attirando su di sé gli sguardi inebetiti di paesani, ragazzini e giovani che la seguono sudati ed estasiati.
L’inebriante profumo di una donna siciliana, “ciauru di fimmina”, gli odori di una terra, l’arte barocca del Duomo e la sua piazza in un isolotto che è la parte più antica e originaria di Siracusa: Ortigia… U Scogghiu in Siracusano e poi mare, e mare e ancora fantastico mare ovunque. Fiction… quanta bellezza raccolta a piene mani dal cinema, in Sicilia!
Il mercato del Pesce
Ma questa terra madre è anche e soprattutto i suoi sapori e per apprezzarla non possono mancare i mercati:
“Scusassi, pô A’ Piscaria d’unni jè ca aju a pigghiari?”
Tutti allungheranno braccia e indice per indicarvi A’ Piscaria, il Mercato del Pesce di Catania, con vista mare e cielo lassù oltre il fumante Etna e il suo straripante barocco ma per pance insaziabili sarà solo A’ Piscaria.
Non un mercato qualsiasi ma il Mercato del Pesce che merita una sosta da carro attrezzi e hai voglia a chiamarla street food perché qui ci vuole u catanisi e non l’inglese per rendere giustizia agli insaziabili palati.
Cozze e ostriche, crostacei e alici come non le avete mai mangiate, un pesce spada che trafigge il cuore. Arance, limoni e le gigantesche noci dell’Etna.
Stanchi di pesce di mare la sera potete pescare le anguille in piazza di Benedetto, proprio dietro piazza Duomo, vicino al settecentesco Palazzo degli Elefanti (Municipio della città) e al Seminario dei Chierici, si trova l’acqua o linzolu ovvero la fontana dell’Amenano, fiume sotterraneo che traversa Catania e A’ Piscaria.
Luoghi DiVini
Luoghi DiVini, la Sicilia orientale, ha incorniciato anche i vini di questa zona della Sicilia e del suo eroismo.
Eroismo e vini sembra un connubio improprio ma pensate ad una vigna e poi alla sua costante e inarrestabile distruzione per lunghe e ripetitive colate laviche.
E poi ancora al lavoro per ridarle vita più e più volte per una viticultura difficile, eroica. Ma finalmente arriva il riconoscimento internazionale con la zona a DOC “Etna”.
Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Carricante e grappa di Nerello ci rimandano a rose canine, pepe nero, odori speziati, note balsamiche e sapidità da sabbia lavica ma più ancora ci piace pensare a braccia secolari e laboriose.
L’Enoteca dell’Etna a Ragalna è immancabile per bellezza, sapienza e garbo, nel trasmetterci tutte queste sensazioni. Il sapiente restauro di un antico palmento reso luogo unico per ospitare visitatori curiosi e la passione di chi ha trasformato l’amore per la propria terra in lavoro ed accoglienza.
Si parla di vini e di eroi e allora non potrete mancare di fare visita a Turi perché, lo dice lui stesso, “il vino segna la mia vita. La zappa e la forbice sono gli attrezzi che utilizzo di più”. L’Azienda agricola Salvatore Marino, per noi l’amico Turi, a due passi da Pachino, già segnata nel suo felice destino a Contrada Buonivini produce due vini che non potrete mai perdere: un Turi IGT Terre Siciliane Cataratto e un Turi DOC Eloro Pachino Nero D’Avola in un tripudio di strepitose scacciate catanesi cu i caliciddi… e tanto altro.
Solo il meglio, solo siciliano, all’Agriturismo Trinacria di Ugo Cammarata ad un tiro di schioppo dalla Villa Romana del Casale di Piazza Armerina (Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco). Una villa di età imperiale di inenarrabile bellezza affondata in una valle amena e incontaminata come lo sono i suoi mosaici pronti a narrarci storie come in un fumetto d’altri tempi. L’Agriturismo Trinacria ci regala piatti a base di materie prime semplici, siciliane e cucinate da mani sapienti. Una ricetta tra tutte?
Bucce di Fico d’India impanate e fritte. Deliziose!
Se queste righe vi hanno fatto venir voglia di visitare la Sicilia orientale lasciate perdere le audioguide. Buttate al macero le guide cartacee e chiudete nel cassetto il vostro smartphone già prima di partire. Avrete necessità di una umana, colta ed empatica presenza disposta a condurvi in questi luoghi, narrarveli da par suo e disposto a rimodulare il viaggio all’occorrenza. Un nome: Enzo Inferrera.
Articolo a cura di Paolo Valentini Associazione Yes Art Italy
Foto a cura di Emilia Tafaro https://www.facebook.com/emiliatafaroph
Per organizzare il tuo viaggio con Yes Art Italy scrivi a comunicazioni.yesart@gmail.com
CONTATTI
Giuseppe Urzì e Viviana Toscano – www.giuseppeurzi.com
Enoteca dell’Etna – info@enotecadelletna.com
Azienda Agricola Salvatore Marino –info@agricolamarino.it
Agriturismo Trinacria – info@agritrinacria.it
Enzo Inferrera – www.wishingsicily.it
Luisa Santucci – www.serendipitytravel.it